Ue: ridurre del 50% l’uso di pesticidi entro il 2030
La Commissione europea ha presentato una serie di proposte tutte dedicate al ripristino della natura e alla protezione della biodiversità
di Beda Romano
2' di lettura
In un contesto segnato in Italia da una gravissima siccità, la Commissione europea ha presentato una serie di proposte tutte dedicate al ripristino della natura e alla protezione della biodiversità. Tra le altre cose, l'esecutivo comunitario propone di ridurre della metà l'uso di pesticidi chimici entro il 2030. Nel contempo, confermando una attenzione particolare per l'ambiente, l'esecutivo comunitario suggerisce nuove misure con l'obiettivo di preservare la natura nei vari ecosistemi, marittimo, agricolo e urbano.
«Non c’è tempo da perdere»
«Gli europei sono chiari – ha spiegato il commissario all'Ambiente Virginijus Sinkevicius – vogliono che l’Unione europea agisca a favore della natura. Gli scienziati sono altrettanto chiari: non c’è tempo da perdere. Ed è chiaro anche l’aspetto economico: ogni euro speso per il rinnovamento ambientale sfrutta un ritorno economico di otto euro. L’obiettivo di questa storica proposta è di ripristinare la biodiversità e gli ecosistemi in modo da poter vivere e prosperare insieme alla natura».
La Commissione europea ha proposto obiettivi vincolanti a livello europeo e nazionale per ridurre entro il 2030 del 50% l’uso dei pesticidi chimici così come l’uso dei pesticidi più pericolosi. I paesi membri fisseranno i propri target nazionali entro parametri definiti per garantire il raggiungimento degli obiettivi a livello comunitario. Le misure comprendono anche l’obbligo per gli agricoltori e gli altri utilizzatori professionali di conservare i dati relativi all'uso di questi prodotti.
Le misure anti-pesticidi
«L’utilizzo di tutti i pesticidi – spiega la Commissione europea nella documentazione pubblicata ieri - sarà vietato in luoghi quali le aree verdi urbane, tra cui i parchi o i giardini pubblici, i parchi giochi, le scuole, i campi ricreativi o sportivi, i sentieri pubblici e altre aree protette». Le misure anti-pesticidi modificano una vecchia direttiva che verrà trasformata in un regolamento in modo che possa essere applicato direttamente nei 27 paesi membri.
Quanto al rinnovamento della natura e alla protezione della biodiversità, la Commissione europea ha proposto sempre ieri obiettivi giuridicamente vincolanti a seconda dei diversi ecosistemi, a complemento delle leggi già esistenti. L’obiettivo è di coprire con misure di ripristino della natura almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’Unione europea entro il 2030, per poi estendere le stesse misure all'insieme degli ecosistemi entro il 2050.
Più precisamente, si tratta di invertire il declino del numero di insetti impollinatori (api e bombi) entro il 2030 e di incrementare il loro numero da quella data in poi; di aumentare gli spazi verdi urbani del 5% entro il 2050 con l'obiettivo comunque di avere un minimo del 10% di copertura arborea in ogni città; di curare le foreste; di rinnovare gli habitat marini; e infine di eliminare le dighe, in modo da avere entro il 2030 almeno 25mila chilometri di fiumi a libero scorrimento.
Le proposte presentate mercoledì, che saranno ora oggetto del normale iter legislativo, giungono mentre alcuni paesi europei – tra cui l'Italia – stanno affrontando un gravissimo periodo di elevate temperature. Gli attuali eventi climatici «minacciano la sicurezza alimentare», ha avvertito il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, citando le recenti grandinate in Croazia, o le siccità estreme in Italia. «Se non è questo il momento” di agire sul clima, “quando?», ha concluso.
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