Ue, tre ipotesi in campo per contenere il prezzo del gas
L’obiettivo è accordarsi su misure di emergenza per calmierare i prezzi energetici, saliti a causa della guerra in Ucraina e delle interruzioni nelle forniture di gas russo
di Beda Romano
I punti chiave
3' di lettura
È un intenso lavorio diplomatico quello di questi giorni a livello europeo, in vista della riunione dei ministri dell’Energia fissata per venerdì a Bruxelles. L’obiettivo dei Ventisette è di accordarsi su misure di emergenza tali da calmierare i prezzi energetici, saliti a causa della guerra in Ucraina e delle interruzioni a ripetizione nelle forniture di gas russo (da ultimovenerdì è stato bloccato nuovamente il gasdotto Nord Stream I). Prezzi amministrati e tetti al prezzo degli idrocarburi sono al centro delle discussioni.
Le tappe
La Commissione europea ha tratteggiato un percorso in due tappe: misure di emergenza nelle prossime settimane e una riforma del mercato energetico all’inizio dell’anno prossimo. Questa seconda tappa richiede tempo. Si tratterebbe di rimettere mano a un mercato nato negli anni ’90, estremamente sofisticato e complesso. Peraltro, prima di mettere a punto una proposta di riforma, l’esecutivo comunitario vuole sentire le diverse parti in gioco ed effettuare uno studio d’impatto.
Gas e elettricità legati
Attualmente, il mercato energetico prevede che il prezzo dell’elettricità sia legato a quello del gas. Così fu deciso ai tempi perché il gas era ritenuto la fonte energetica più affidabile, stabile e a buon mercato. Appena qualche mese fa, l’Acer (l'organismo che raggruppa i regolatori nazionali del settore) aveva sostenuto che il mercato attuale non andasse riformato. Oggi il meccanismo ha effetti perversi, per via del forte aumento del prezzo del gas.
In attesa di studiare una riforma del mercato energetico europeo, il lavoro di questi giorni si concentra quindi su misure di emergenza e temporanee per calmierare i prezzi dell'energia, come ha annunciato questa settimana la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Secondo le informazioni raccolte a Bruxelles, e al netto di una discussione ancora in piena evoluzione, le ipotesi su cui si sta lavorando sono principalmente tre (e non si escludono a vicenda).
Le tre ipotesi
La prima prevedrebbe un intervento sul prezzo del gas sui mercati europei all'ingrosso. La seconda è stata citata ieri dalla signora von der Leyen: «Sono convinta che sia giunto il momento di imporre un tetto al prezzo del gas russo trasportato dai gasdotti verso l’Europa» (per tutta risposta il Cremlino ha annunciato che Nord Stream I rimarrà bloccato sine die fino alla riparazione di una turbina). La terza si tradurrebbe in un prezzo amministrato dell’elettricità (una ipotesi citata anche dall’ACER in aprile).
In questa fattispecie, il prezzo amministrato della corrente elettrica sarebbe finanziato con le plusvalenze incassate dalle aziende che producono elettricità senza fare uso di gas. Alcuni diplomatici si interrogano sulla legittimità giuridica di un tale modello. Nei fatti, quest’ultima soluzione non è dissimile da quella introdotta in Spagna e in Portogallo, dove è la mano pubblica che sovvenziona la differenza tra prezzo all’ingrosso e prezzo al dettaglio.
Gli extraprofitti
Confermava sempre ieri la signora von der Leyen: «Una parte dei profitti eccessivi che i produttori di energia elettrica stanno realizzando oggi (...) dovrebbe essere utilizzata per sostenere i consumatori a basso reddito e le imprese vulnerabili». Nel documento, che non contiene alcun obiettivo cifrato, Bruxelles insiste sulla necessità di risparmiare non solo gas, ma anche corrente elettrica. Un diplomatico suggeriva ieri cautela sull’esito dei lavori: «La situazione è ancora molto fluida».
Verso il vertice del 9
Tornando alla settimana prossima, prima dell’incontro ministeriale sono previste almeno due riunioni preparatorie: la prima a livello tecnico riunirà i funzionari dei ministeri dell’Energia; la seconda a livello diplomatico riunirà i rappresentanti permanenti dei paesi membri a Bruxelles. L’obiettivo sarà di avere con la Commissione uno scambio di vedute sulle diverse opzioni sul tavolo. Bruxelles vorrà capire fino a dove e in quale direzione saranno pronti a muoversi i paesi membri.
Successivamente, venerdì prossimo, i ministri dell'Energia dovranno fare la sintesi tra le diverse opzioni, e nella migliore delle ipotesi potrebbero dare mandato all’esecutivo comunitario perché lavori concretamente su precise misure di emergenze. Più in generale, il senso di urgenza tra i paesi membri è aumentato grandemente in questi ultimi giorni. I paesi che più contrastavano l'idea di intervenire sui prezzi – come la Germania – hanno ammorbidito le loro posizioni.
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