Nuovo stop per le Borse Ue, Milano si salva con le banche. Gas sopra 220 euro
Wall Street in lieve rialzo dopo i prezzi alla produzione. L'inflazione Usa non rallenta e il mercato si aspetta una Fed aggressiva la prossima settimana. L'euro di nuovo sotto la parità col dollaro
di Flavia Carletti e Enrico Miele
4' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - La risalita dei prezzi del gas – nel giorno della presentazione delle misure Ue contro il caro energia, con lo slittamento dell’atteso “price cap” – e gli effetti dell’inflazione Usa sopra le attese, col timore che la Fed ora possa procedere a un rialzo secco dei tassi di cento punti base (rispetto ai 75 stimati finora dal mercato) mandano in tensione per le Borse europee, che chiudono quasi tutte in “rosso” dopo una seduta segnata dalla volatilità. Tra le poche a salvarsi c’è Milano, la migliore a fine giornata con il Ftse Mib a +0,49% grazie al traino delle banche. Mentre Wall Street galleggia poco sopra la parità, dopo il tonfo della vigilia (solo per il Nasdaq un incremento più deciso a +0,74%), l’attenzione degli operatori è già rivolta alle mosse della Federal Reserve della prossima settimana, con la Bce pronta a seguirla a ruota, come indicato dal suo capoeconomista, Philip Lane, che ha parlato di «nuovi rialzi dei tassi» nelle prossime riunioni per riportare l’inflazione al target del 2 per cento.
Sempre sul fronte prezzi, stamattina è stato diffuso il dato sui prezzi al consumo in Gran Bretagna, che registra un lieve rallentamento della corsa ma la crescita è dello 0,5% mensile e del 9,9% tendenziale (da 10,1% di luglio). Anche la Bank of England, la prossima settimana, aumenterà ancora il costo del denaro per combattere l'inflazione: l'attesa è per un aumento di mezzo punto nelle prossime due riunioni. Dagli Usa, invece, è arrivato il dato sui prezzi alla produzione: ad agosto sono diminuiti dello 0,1% rispetto al mese precedente, in linea con le attese. La componente "core" - quella depurata dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari, energetici e dei servizi commerciali - è cresciuta dello 0,4% rispetto al mese precedente, contro attese per uno 0,3 per cento. Rispetto a un anno prima, i prezzi alla produzione sono aumentati dell'8,7%, dopo il 9,8% di luglio, contro attese per un 8,8 per cento. Per il dato "core", rialzo del 7,3%, dopo il 7,6% di luglio, contro attese per un 7 per cento.
Wall Street tenta di rialzare la testa
Si muovono in rialzo gli indici a Wall Street – alla chiusura Dow Jones +0,10%, Nasdaq +0,74%, S&P500 +0,34% –, dopo il crollo registrato ieri, quando gli indici hanno registrato la peggiore seduta dal giugno 2020 con lo S&P 500 che ha chiuso in calo del 4,32%, "bruciando" oltre 1.500 miliardi di dollari. Il presidente statunitense Joe Biden ha minimizzato il crollo del mercato azionario dopo il dato sull'inflazione, sottolineando di non essere preoccupato del fatto che ci vorrà più tempo del previsto per frenare l'aumento dei prezzi. «Il mercato azionario non riflette necessariamente lo stato dell'economia», ha detto ai giornalisti. «La disoccupazione è bassa, i posti di lavoro aumentano, il manifatturiero va bene. Quindi penso che andrà tutto bene», ha aggiunto. I mercati, ormai, sono sicuri che la Fed alzerà i tassi, il prossimo 21 settembre, di 75 punti base, ma i future sui Fed Funds (che indicano le possibilità che il mercato attribuisce a una mossa di politica monetaria) indicano ora addirittura un 35% di possibilità per un rialzo dei tassi di un punto percentuale: prima del dato Cpi, era un'ipotesi che non veniva nemmeno presa in considerazione.
T-Bond, rendimento titolo a 2 anni ai massimi dal 2007
Continuano a scendere i prezzi dei titoli del Tesoro Usa, dopo un'inflazione più alta del previsto. Il rendimento - che si muove inversamente ai prezzi - del decennale è in rialzo al 3,457% dal 3,423% di ieri; il 2021 è stato chiuso intorno all'1,51%. Il rendimento del titolo Usa a tre mesi è in rialzo al 3,268%, dopo essere salito ieri oltre il 3,32%, ai massimi dal 2 gennaio 2008. Il titolo a due anni ha toccato il 3,805%, il massimo dal novembre 2007.
Le banche salvano Piazza Affari, corre Ferrari
In questo clima, il listino principale milanese, pur volatile per buona parte delle contrattazioni, si è salvato grazie agli istituti di credito, che continuano a beneficiare delle prospettive sulla stretta monetaria, da Bper (+3,8%) a Banco Bpm (+3,2%). Brillano anche Nexi (+3,8%) e Ferrari (+2,5%) dopo il lancio del nuovo modello Purosangue, accompagnato da un boom di ordini. Sul fronte opposto, il possibile prelievo sui «profitti eccessivi» del settore energetico, annunciato da Ursula von der Leyen, ha invece mandato in affanno le utility, come Hera (-3,6%) e A2a (-2,8%).
A Madrid balzo per Inditex, proprietaria tra gli altri del marchio Zara, dopo che nei sei mesi ha registrato un aumento record degli utili del 41%, nonostante l'aumento dei prezzi che ha pesato su materie prime e trasporti e la chiusura dei negozi in Russia.
L'euro torna sotto la parità, risale il prezzo del gas
Sul mercato valutario, l'euro torna sotto la parità nei confronti del biglietto americano: il cambio si attesta a 0,998 (da 1,001 ieri in chiusura). Euro/yen a 142,72 (da 144,37) mentre la sterlina balza a a 1,156 dollari dopo i dati sull'inflazione inglese che ha rallentato al 9,9% ad agosto (pur restando ai livelli massimi da 40 anni). In rialzo verso fine seduta dell’11,8% i prezzi del gas in Europa a 222 euro al MWh. Corre, infine, anche il petrolio con il Wti di ottobre a 89,7 dollari al barile (+2,7%) e il Brent di novembre a 95,3 dollari (+2,3 per cento).
Spread sale a 227 pb, rendimento torna sotto 4%
Chiusura in rialzo frazionale per lo spread BTp/Bund. A fine seduta, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco si è attestato a 227 punti, in lieve aumento rispetto alla vigilia. Scende, invece, il rendimento del BTp decennale benchmark, indicato in chiusura al 3,96% dal 3,98% della chiusura di ieri.
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