Borse, Wall Street chiude negativa: Nasdaq -2,6%. A Milano è fuga da Tim
Volano i tassi dei Treasury, con il mercato che ipotizza una stretta Fed già a marzo.Tengono i petroliferi con il Wti sopra gli 85 dollari
di Cheo Condina ed Eleonora Micheli
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3' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Il balzo dei rendimenti sull’obbligazionario, con il Bund decennale a un passo dal diventare positivo (-0,015%) e il Treasury ai livelli pre Covid (1,845%), manda in rosso le Borse e in particolare Wall Street che riapre dopo il week end lungo. Lo spettro all’orizzonte è sempre quello della Fed con gli esperti che proseguono a esercitarsi nelle previsioni sulla stretta monetaria in arrivo: se ne saprà di più dopo la riunione del Fomc di settimana prossima, che preparerà il terreno per quella decisiva di marzo.
A fare le spese di questo scenario, e di un contesto di incertezza legato a Omicron e al rallentamento cinese, sono soprattutto i titoli tech, con il NASDAQ 100 che accusa forti perdite e chiude a -2,6, mentre in Europa i principali listini contengono i cali e Milano in chiusura segna -0,74%. A Piazza Affari tiene banco il caso Telecom Italia. Il Labriola è pronto a illustrare in un pre consiglio il piano per il riassetto, che se implementato rischia di allontanare definitivamente l’Opa Kkr: ne fa le spese il titolo che sconta anche i timori per l’ingresso di Iliad nella telefonia fissa. Passivi pesanti anche per Diasorin e Prysmian mentre con il greggio sui massimi (Wti a 85 dollari, +1,1%) guidano il listino Tenaris ed Eni; fiammata finale di Generali nel giorno in cui il cda stenderà la long list per il rinnovo del board e mentre infuria lo scontro sulla governance. Sul mercato dei cambi, la moneta unica vale 1,133 dollari (1,404 ieri in chiusura), e 129,84 yen (130,65) quando il biglietto verde vale 114,58 yen (stabile).
Usa, Wall Street chiude negativa: Nasdaq -2,6%
A gennaio, l'indice Empire State - che misura l'andamento dell'attività manifatturiera nell'area di New York - è crollato rispetto a dicembre, deludendo le attese. Secondo i dati comunicati dalla Federal Reserve di New York, l'indice è sceso da 31,9 a -0,7 punti, contro attese per 25 punti; si tratta della prima lettura negativa dopo 18 letture positive consecutive. A fine seduta Wall Street chiude in calo, con il Dow Jones che archivia la sua peggiore seduta del 2022 e perde l’1,51% a 35.369,39 punti, il Nasdaq cede il 2,60% a 14.506,90 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,83% a 4.577,34 punti.
Utili in calo per Goldman Sachs, vola Activision Blizzard
Nella lista delle preoccupazioni, c'è da aggiungere l'inizio altalenante della stagione delle trimestrali: Goldman Sachs è in calo dopo aver chiuso il quarto trimestre con profitti in calo e al di sotto delle stime e a causa della debolezza dell'attività di trading, mentre i ricavi sono saliti e hanno battuto le previsioni, grazie anche al buon andamento delle attività di investment banking. Nell'intero anno, invece, utile e giro d'affari sono stati in netto aumento. Il titolo di Bank of New York Mellon è in rosso, dopo ricavi in aumento del 4% a 4,01 miliardi di dollari e un utile di 1,01 dollari ad azione, in rialzo dai 79 centesimi di un anno prima, risultato in linea con le attese. Nel settore tech, spicca la notizia che Microsoft Corp comprerà il colosso dei videogiochi Activision Blizzard (+38%) per 68 miliardi di dollari.
Tengono solo gli energetici, Milano zavorrata da Tim
Piazza Affari limita le perdite in Europa mentre Parigi cede lo 0,94% e Francoforte l'1%; si difende anche Madrid (-0,65%). A Milano, oltre a Generali, in cima alle blue chip ci sono i titoli petroliferi, in primis Eni e Tenaris, favoriti dalla volata del greggio sui massimi; sopra la parità anche Leonardo - Finmeccanica e Terna. Anche Atlantia chiude sulla parità dopo le promozioni degli analisti all'acquisto della tedesca Yunex che di fatto ha inaugurato il nuovo corso della holding post Autostrade. In coda al listino Diasorin e Telecom Italia oltre a Prysmian e Saipem; realizzi sul risparmio gestito con passivi superiori al 2% per Banca Generali, Banca Mediolanum e Finecobank; vendite su Iveco Group dopo il recente rally. Sul resto del listino continua a correre Fopedopo i conti diffusi ieri.
Il Brent supera gli 88 dollari, ai massimi dal 2014
Greggio in corsa, con il Brent che tocca un top a 88,13 dollari al barile, livello che non vedeva dall'ottobre del 2014, per poi ripiegare. A spingere il rally le tensioni in Medioriente causate da un attacco tramite droni nella periferia di Abu Dhabi (Emirati Arabi), il terzo produttore tra i Paesi Opec, rivendicato dai combattenti yemeniti Houthi. A questo, sottolineano gli analisti di Mps Capital Services, si deve aggiungere il fatto che la Russia sembra confermare le difficoltà nel rispettare il ritmo di aumento della produzione programmato. In giornata sarà pubblicato il report mensile dell’Opec, «interessante per gli aggiornamenti sulle stime di mercato da parte del Cartello», dicono gli analisti, mentre domani è in programma quello analogo dell’Eia.
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