Chiusura incolore per le Borse ma lusso in fermento. Tim e St frenano Milano (-0,4%)
I conti di Richemont galvanizzano il settore ma lo spettro del rialzo Fed paralizza ancora le Borse. Wall Street contrastata dopo le trimestrali
di Cheo Condina e Andrea Fontana
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4' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Le nuove vendite su Telecom Italia e la frenata di Stmicroelectron, complici le vendite sui tecnologici anche al NASDAQ COMP, pesano su Piazza Affari che chiude in calo di mezzo punto percentuale ma è tutta l'Europa ad essere arretrata nella pomeriggio con Wall Street in rosso nonostante le trimestrali Usa sopra le attese e l'ottimo andamento del settore lusso. Anche Parigi, arrivata a guadagnare l'1%, ha nettamente rallentato chiudendo a +0,4%, mentre il FTSE MIB è stato il più penalizzato in Europa. SuTelecom Italia è proseguito il sell-off delle ultime due giornate (-9,2% complessivo) poiché i progetti allo studio sul riassetto dell'azienda sembrano dare poche chance all'opa sul mercato del fondo Kkr o di altri soggetti. Seduta negativa per Prysmian dopo le ispezioni in alcuni siti del gruppi in Germania per una inchiesta su un possibile cartello sui prezzi dei metalli. Brillanti Saipem grazie al rally del petrolio e Moncler che ha sfruttato la giornata da protagonisti del settore lusso grazie ai conti sopra le attese di big come Richemont e Burberry.
Sul mercato valutario, l'euro segna 1,1354 dollari (1,1367 ieri) e 129,67 yen (129,84), mentre il biglietto verde american, in complessivo arretramento, è trattato a 114,26 yen (114,58). Nuovo allungo per i prezzi del petrolio ai massimi dal 2014 a cui ha contribuito sia la temporanea interruzione di un oleodotto tra Iraq e Turchia a causa di una esplosione sia l'incremento alle stime sulla domanda da parte dell'Agenzia internazionale per l'Energia. Il Brent marzo è scambiato a 88,72 dollari al barile (+1,4%), il Wti marzo a 86,22 dollari (+1,3%).
Spettro Fed: salgono ancora i rendimenti dei bond
Prosegue il balzo dei rendimenti sull’obbligazionario, con il Bund decennale che è tornato positivo (+0,01%) per la prima volta dal 2019 per poi tornare leggermente negativo e il Treasury ormai tornato ai livelli pre Covid. In salita anche il rendimento del decennale italiano e, quindi, lo spread BTp/Bund.
La convinzione degli operatori è ormai che la Federal Reserve alzerà i tassi d'interesse almeno quattro volte nel 2022. Tutto questo mentre resta alta la preoccupazione per il diffondersi del Covid-19 e dei suoi effetti sull'economia, con la Germania che ha registrato per la prima volta da inizio pandemia più di 100.000 nuovi casi in 24 ore, con 239 morti.
Wall Street apre in rialzo, poi frena
Apertura in rialzo a Wall Street, grazie a trimestrali sopra le attese nel premercato, ma poi gli indici americani frenano e girano anche in negativo. A pesare sugli indici, ieri, è stato il rialzo dei rendimenti dei titoli del Tesoro, con quello a due anni che ha superato l'1% per la prima volta dal febbraio del 2020 e quello del decennale all'1,87%, ai massimi dal gennaio 2020. A causarlo è la convinzione che la Federal Reserve, per contrastare un'inflazione ai massimi da 40 anni, alzerà i tassi d'interesse almeno quattro volte nel 2022; molti analisti vedono la possibilità che la Fed decida un aumento di 50 punti base dei tassi d'interesse già a marzo e cominciano anche a essere preoccupati per il possibile inizio anticipato della riduzione del bilancio, con un significativo ritiro della liquidità che potrebbe avere un impatto negativo sui prezzi degli asset. Nella lista delle preoccupazioni, c'è da aggiungere il prezzo del petrolio, arrivato ai massimi dal 2014.
Lusso in evidenza in tutta Europa
A livello settoriale sono stati i tecnologici e le banche a essere più penalizzati mentre le società minerarie e quelle di vendite al dettaglio sono state oggetto d'acquisto: in particolare a Londra ha guadagnato il 6,3% Burberry dopo aver realizzato vendite per 723 milioni di sterline nel terzo trimestre dell'esercizio in corso, con un incremento del 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre a Zurigo è salita del 5,3% Richemont che ha riportato 5,65 miliardi di euro di ricavi (+35%) nel terzo trimestre. I numeri dei due big del lusso hanno alimentato gli acquisti anche a Parigi con Lvmh (+3,7%), Hermes (+2,4%) e Kering (+2%) che sono stati i migliori del Cac40. In risalita Unilever sia a Londra sia ad Amsterdam dopo la caduta degli ultimi giorni legata alla maxiofferta per Gsk Consumer Healthcare: in una nota il colosso dei prodotti alimentari e per la cura della persona ha annunciato che non intende alzare la proposta oltre i 50 miliardi di sterline stabiliti e già respinti da Gsk. Nel resto d'Europa da segnalare il tonfo a Parigi di M6 (-8%) e di Tf1 (-7,4%), i due gruppi televisivi che hanno avviato un progetto di fusione non ancora approvato dall'Antitrust francese: la decisione della famiglia belga Frere di uscire dall'azionariato di M6 dopo oltre 15 anni ha innescato le vendite sui titoli.
Non si arresta la corsa del greggio
Continua la corsa al rialzo sulle tensioni geopolitiche è il petrolio, con il Brent che si muove sugli 88 dollari al barile, sempre a ridosso dei massimi dall'ottobre del 2014. «Gli ultimi guadagni - dicono gli analisti di ActivTrades - derivano da un'interruzione di un oleodotto in Turchia, che trasporta petrolio dall'Iraq, mentre l'instabilità geopolitica si intensifica dopo l’attacco missilistico negli Emirati Arabi Uniti, attribuito al movimento yemenita Houthi, e la cresecnte allerta su un possibile attacco russo in Ucraina». Intanto, i paesi membri dell'Opec+ non sono ancora riusciti a raggiungere l’aumento di produzione che era stato precedentemente concordato per far fronte alla forte ripresa della domanda globale. «In tale contesto, gli sviluppi delle ultime ore sono un'aggiunta indesiderata, che esacerba la pressione sui mercati e crea spazio per ulteriori aumenti del prezzo del petrolio», sottolineano gli analisti.
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