Gli analisti promuovono il piano Unicredit, il titolo vola a Piazza Affari (+10,4%)
Gli investitori hanno apprezzato il piano industriale al 2024 elaborato dal ceo Orcel. Sono invece andate male le Telecom. Giù il valore del greggio
di Eleonora Micheli ed Enrico Miele
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Giornata interlocutoria per le Borse europee, con i principali indici che hanno lievemente frenato, sul timore che la pandemia possa ancora pesare sull’economia, dopo le misure annunciate da Gran Bretagna e Danimarca per combattere il coronavirus. Piazza Affari è stata la migliore del Vecchio Continente trascinata in alto da Unicredit: il FTSE MIB ha guadagnato lo 0,24%, attestandosi a 26.817 punti. Lo spread ha chiuso in area 135 punti.
Passo debole anche Wall Street (che chiude con Dow Jones in pareggio, S&P 500 a -0,72% e Nasdaq a -1,71%), sebbene sia stato annunciato che le nuove richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione sono diminuite di 43.000 unità a 184.000, il dato più basso dal 1969. D'altra parte sale l'attesa per il dato sull'inflazione che sarà annunciato venerdì 10 dicembre. Gli economisti interpellati da Dow Jones si aspettano una crescita anno su anno del 6,7%, che sarebbe la variazione più alta dal giugno 1982. La Federal Reserve potrebbe reagire con un'accelerazione del tapering ulteriore a quella annunciata nelle scorse settimane. Le mosse potrebbero essere svelate già la prossima settimana, quando si riunirà il Fomc, il braccio di politica monetaria dell'istituto centrale Usa. Gli analisti mettono in conto un taglio mensile degli acquisti di asset fino a 30 miliardi di dollari dall'iniziale cifra di 120 miliardi di dollari al mese e contro il taglio da 15 miliardi al mese inizialmente previsto.
Unicredit in volata nel giorno del piano. Analisti entusiasti
A Milano Unicredit (+10,8%) ha catalizzato l'attenzione nel giorno del nuovo piano industriale dell'amministratore delegato, Andrea Orcel. Il titolo ha aperto la seduta all'insegna della cautela, ma poi è poi scattato al rialzo dopo le prime indicazioni sul nuovo piano che prevede al 2024 almeno 16 miliardi di euro distribuiti agli azionisti, con payout al 30% sul 2021, al 35% sul 2022, almeno il 35% dopo. Il nuovo progetto industriale prevede inoltre un utile netto 2022 sopra 3,3 miliardi di euro. Gli analisti hanno promosso i numeri presentati da Orcel, risultati sopra le aspettative ma tutto sommato «realistici». Il manager non si è invece sbilanciato sul fronte delle acquisizioni, dopo il fallimento della trattativa con Banca Mps. «La mia posizione sull'M&A è che non la escludo e non pianifico in base a essa» perché il nuovo piano potrà «generare organicamente un ammontare considerevole di valore» e al momento il management è «concentrato su questo». Gli investitori hanno apprezzato il progetto industriale e per sottolineare quanto alcuni target al 2024 siano «sopra le attese» del mercato, a volte hanno usato paralleli perfino con il mondo del cinema. È il caso degli esperti di Citi che, una volta sfogliato il Piano della banca di piazza Gae Aulenti, hanno sentenziato: «Indiana Jones has found the treasure», citando così la celebre saga degli anni Ottanta il cui protagonista va alla caccia di tesori perduti (in questo caso, però, il riferimento è alla redditività). La stima di UniCredit, che prevede di distribuire agli azionisti almeno 16 miliardi entro il 2024, è infatti «superiore alle aspettative del mercato e rappresenta, a nostro avviso, la principale sorpresa positiva» scrivono a caldo gli analisti di Citi. I target sull’utile netto «sembrano ampiamente realistici, circa il 5% in più delle nostre stime, ma circa il 15% in più del consensus». Gli analisti di Goldman Sachs sottolineano, invece, come la banca punti a circa il 30% di utili in più entro il 2024 rispetto al consensus, ricavi più elevati (principalmente sulle commissioni), ma anche costi «significativamente inferiori» alle aspettative. Anche per Goldman «la notizia altrettanto importante è che il management si sia impegnato a restituire, essenzialmente, tutto il capitale generato organicamente, pari a 16 miliardi di euro». Nel complesso, la banca d'affari giudica il Piano in modo «positivo perché, anche se gli investitori potrebbero non voler dare pieno credito alla crescita dei ricavi, è probabile che i costi più bassi sostengano la revisione del consensus» mentre «l'impegno a restituire il capitale in eccesso agli azionisti è sostanziale e si confronta bene» con le banche concorrenti. Da qui la conferma da parte di Goldman del rating “Buy” sul titolo.
Telecom debole, si teme un nuovo profit warning
Per contro sono scivolate nuovamente le Telecom Italia (-3,5%) , risentendo dell'ipotesi che il cda che si riunirà il 17 dicembre annuncerà una nuova revisione al ribasso dei target 2021. Si tratterebbe della terza in pochi mesi. Il profit warning, sempre secondo ipotesi. sarebbe causato principalmente dai deboli risultati dell'offerta Dazn, su cui il management sta cercando di negoziare una revisione del contratto. Gli analisti di Equita hanno ricordato che l'indicazione attuale prevede un calo dell'Ebitda domestico del 5/9% . «Se la revisione fosse da imputare a Dazn, sarebbe importante capire se il gruppo sarà in grado di rinegoziare il contratto, per valutare gli impatti del warning sugli anni successivi», hanno aggiunto gli esperti. Il board dovrà inoltre esprimersi sull'opa annunciata dal fondo americano Kkr.
Il greggio torna a scendere, titoli petroliferi sotto pressione
In buono spolvero anche le utility con A2a, che a fine seduta ha guadagnato l’1,9%,. Sono andate bene le Diasorin(+1,7%), le Hera (+0,9%) e le Snam Rete Gas (+0,9%). Debole invece il comparto petrolifero a Piazza Affari, sulla scia del calo del prezzo del greggio, con il wti sotto i 72 dollari al barile. Sul Ftse Mib i titoli legati all'oro nero segnano alcune delle peggiori performance del segmento a maggiore capitalizzazione. In particolare, Eni ha perso l'1,%, Saipem il 2,17% e Tenaris il 2%. Il comparto è sotto pressione anche nel resto d'Europa.
Euro torna sotto 1,13 dollari
Sul fronte dei cambi l'euro torna sotto quota 1,13 dollari e passa di mano a 1,1280 dollari (da 1,1330 ieri in chiusura) e 128,04 yen (128,95 yen).
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