Un anno fa 41mila casi, record di sempre. E oggi? Così i vaccini frenano l’epidemia
Sono soprattutto i casi gravi e i decessi a essere molti meno rispetto a un anno fa. Nelle prossime settimane entriamo tuttavia in uno scenario inedito
di Luca Salvioli
2' di lettura
Il 13 novembre del 2020 i nuovi casi di coronavirus in Italia erano stati 40.902, il dato che a oggi resta il più alto mai registrato da inizio pandemia nel nostro paese. Ieri, 12 novembre 2021, i contagi sono stati 8.516. Circa un quinto.
In entrambi i casi si tratta del dato del venerdì, che generalmente è il più alto della settimana a causa del numero di tamponi processati.
Sempre un anno fa, il paese entrava nel sistema dei colori: fascia rossa, arancione e gialla in base alla gravità del contesto regionale. Debuttava il 6 novembre 2020, insieme al coprifuoco in tutto il territorio nazionale dalle 22 alle 5 di mattina, ed era il quarto dpcm consecutivo con progressive restrizioni a partire dell’8 ottobre, quando tornarono le mascherine obbligatorie all’aperto.
I numeri, come visto, sono molto diversi. Ma per capirli meglio occorre andare oltre il confronto giornaliero. In questo grafico preso dalla pagina vaccini di Lab24, possiamo valutare la differenza di casi, tasso di positività ai tamponi molecolari e decessi con i dati in media mobile a 7 giorni. Il dato dei ricoveri dice invece le persone ricoverate nella data scelta, non i flussi in ingresso.
La differenza più rilevante oggi è osservabile nella malattia grave. Un anno fa in terapia intensiva erano ricoverate 3.170 persone, oggi sono 445. I decessi giornalieri in media mobile erano 458, oggi sono 48.
Questo sembra essere effetto della protezione del vaccino, che secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità garantisce una elevata protezione soprattutto rispetto all’evoluzione più seria della malattia.
Le settimane che abbiamo di fronte sono tuttavia inedite. Ci troviamo in un contesto di risalita dell’epidemia, con i casi in aumento del 50% su base settimanale. A nostra difesa abbiamo, a differenza dell’anno scorso, una elevata quota di popolazione vaccinata (76,5%) ma quasi nessuna misura di contenimento.
La restante parte, il 24,5% bambini compresi, al momento non ha protezione. Le terze dosi stanno accelerando soltanto ora. E la stagione più fredda, dove si sta più al chiuso e la circolazione virale aumenta, è in arrivo.
Per quanto oggi la situazione sia decisamente migliore rispetto a un anno fa, occorre osservare l’andamento di queste curve nei prossimi giorni per capirne l’evoluzione. In Germania, ad esempio, il numero di ricoverati in terapia intensiva per covid oggi sono simili a un anno fa (2533 al 7 novembre 2021 contro 2.830 esattamente un anno fa, secondo i dati di Our world in data).
Secondo i dati più aggiornati del Robert Koch Institute la percentuale di posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid in Germania è superiore a un anno fa: 12,7% contro 12,1%. La percentuale di vaccinati rispetto alla popolazione è del 66,8%, il 10% in meno rispetto all’Italia.
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