Un appello ai giovani e alla Pa: incontro necessario e fruttuoso
di Alessandro Capocchi
3' di lettura
La guerra che stiamo attraversando e che porta il nome di un virus ci ha fatto capire quanto sia importante ricostruire il nostro sistema Paese con riforme importanti e strutturali, ma anche con la ricerca di competenze e professionalità che nel post-Covid dovranno portare avanti i progetti che grazie ai soldi del Pnrr verranno messi a terra. Ciò che ci attende è una vera ricostruzione post-bellica nella quale ognuno deve giocare la propria parte. I settori da ricostruire sono molti e importanti oltre che strategici per rendere il nostro Paese in grado di correre le sfide che il futuro ci riserva.
Da qui l’invito ai nostri giovani laureati affinché in questo momento complesso possano non solo rimboccarsi le maniche ma anche avvicinarsi al cosiddetto pubblico impiego ossia al complesso e spesso criticato sistema delle amministrazioni pubbliche. Un recente studio sul lavoro pubblico presentato a giugno nel ForumPA 2021 evidenzia un calo di personale nella Pubblica Amministrazione italiana ad eccezione del comparto sanitario, con un’età media di 50 anni e un investimento in formazione e competenza molto modesto. Lo studio rileva come nel corso del 2020 il blocco dei concorsi non abbia permesso al turnover di ritrovare un equilibrio e oggi il complesso sistema della pubblica amministrazione italiana (dati al primo gennaio 2021) conta 3,2 milioni di dipendenti, 31 mila in meno rispetto all’anno precedente (-0,97%). La fotografia deve preoccupare ancora di più se si pensa che nei prossimi tre anni almeno 300 mila persone usciranno dal pubblico impiego. Questo dato rischia anche di aumentare se si considera che oltre 500 mila dipendenti hanno già oltre 62 anni e 183 mila hanno raggiunto oltre 38 anni di anzianità di servizio. Sia chiaro il tema è complesso e non è rappresentabile o semplificabile solo in termini quantitativi di unità di personale: importante è anche la allocazione e la distribuzione del personale pubblico nei diversi settori e sui diversi territori.
I dati sopra brevemente riportati possono indurre numerose riflessioni. Ciò che però desidero mettere in evidenza riguarda l’opportunità di avvicinare le nuove generazioni al pubblico impiego. Se ciò non accade non riusciremo a colmare l’asimmetria già oggi presente tra competenze e professionalità esistenti nel settore privato e nel settore pubblico.
Non è possibile immaginare una ripartenza della nostra economica e della nostra società senza un allineamento in termini di competenze tra sistema pubblico e sistema delle imprese: ciò assume oggi un valore anche maggiore proprio in considerazione del Pnrr e dei numerosi progetti che nel prossimo futuro dovranno diventare, per noi, la normalità e non l’eccezionalità. Come possiamo auspicare che la PA sia in grado di supportare le nostre imprese e la rinascita socioeconomica del nostro Paese se i linguaggi fatti di competenze sono differenti? Come possiamo immaginare di costruire un sistema Paese se non riusciamo a portare i giovani all’interno della pubblica amministrazione? Come possiamo pensare di affrontare temi come la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale, la semplificazione se non portiamo le nuove generazioni dentro i complessi meccanismi della macchina pubblica? Questa è una delle grandi opportunità che il post-Covid ci sta offrendo: opportunità per la quale dobbiamo recuperare l’attrattività dell’impiego pubblico per i giovani. Ciò anche per chiarire da subito che lo Stato dovrebbe prendere i migliori o quanto meno dovrebbe cercare di attrarre i migliori, che poi altro non sono che proprio quelli da lui medesimo formati all'interno delle nostre università e delle nostre scuole.
Si sta aprendo una nuova stagione di concorsi, con lo sblocco delle prove selettive e un’importante semplificazione delle procedure, destinata ad accelerare l’inserimento di personale necessario a garantire il funzionamento della macchina pubblica. Siamo sicuri che i nostri giovani lo sappiano? E soprattutto che vogliano cogliere questa sfida?
Io che negli anni ho rilevato un crescente distacco dei giovani dal pubblico impiego desidero adesso fare loro un appello invitando anche tutti coloro che come me compongono il sistema dell’education italiano a fare lo stesso, affinché i nostri giovani si mettano in gioco e sfruttino questa opportunità per entrare all'interno dello Stato di cui sono parte, portando competenze, intelligenza, visione e attivando un processo di contaminazione che possa far crescere quella che qualcuno ha già definito la Next Generation PA.
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