Un’avventura di 654 km per immergersi nelle foreste più a sud d’Italia
Un itinerario da vivere a passo d’uomo in 34 tappe tra i Parchi Nazionali dell’Aspromonte, della Sila e del Pollino ed il Parco Regionale delle Serre
di Lucilla Incorvati
I punti chiave
6' di lettura
Se la Calabria è stata “scoperta” oltreoceano dagli appassionati di percorsi storici e naturalistici (per il Time è l'unica meta italiana del suo “The World’s Greatest Places Of 2022), c'è da credere che l'avvio del Sentiero Calabria porterà molti a considerarla come la nuova destinazione da esplorare. Con i suoi 654 km, il Sentiero Calabria attraversa l’entroterra della regione, dalle alture selvagge di Reggio Calabria alla frazione di Lorica nel Parco Della Sila e fino alla Basilicata, nei luoghi dove vive il Lupo italico collegando luoghi naturalistici con piccoli borghi. Per la prima volta, un tracciato (in molti tratti ripercorre il Sentiero Italia) unisce i Parchi Nazionali dell’Aspromonte, della Sila e del Pollino ed il Parco Regionale delle Serre in un’avventura da vivere a passo d’uomo, in 34 tappe ben strutturate. Non c'è solo la natura a farla da protagonista ma anche arte, cultura, tradizioni.
Cultura e tradizioni popolari
Così a Morano Calabro, tappa nel tratto del Pollino, ci si potrà immergere nella tradizione della coltivazione di lavanda, mentre tra i boschi di fata nei pressi di Gambarie nel Parco dell'Aspromonte in agosto si può partecipare alla raccolta delle fragoline di bosco. Sempre in zona a Delianuova c'è un bellissimo museo dedicato dell'Olio che racconta la produzione di questo nettare così centrale nella vita ai margini dell'Aspromonte. E ancora sui Piani di Carmelia la guida Antonio Barca, proprietario del rifugio Biancospino, ha adottato due caprioli e dall'albero centenario cui ha dedicato la sua attività conduce gli escursionisti alla scoperta della fauna e flora del luogo. Le tradizioni popolari rivivono a fine agosto in occasione dei festeggiamenti della Madonna di Polsi ai piedi di Montalto, massima cima del massiccio aspromontano, in una profonda e solitaria vallata dalle alte e scoscese pareti, dove sorge il Santuario dedicato alla Madonna. Originariamente fu rifugio di monaci bizantini fuggiti dalla vicina Sicilia, ritirati in preghiera in quei luoghi solitari ed inaccessibili. Ci si immerge nel culto anche sul Pollino nelle Grotte naturali al Santuario rupestre di San Michele Arcangelo, uno dei luoghi più interessanti del territorio di San Donato di Ninea (da qui parte una bretella che collega al Sentiero Calabria), che testimoniano la tradizione basiliana diffusasi a partire dal V secolo d.C. Le due cavità carsiche, alle pendici del Cozzo del Pellegrino, punto di arrivo di un trekking per raggiungere la cima più alta dell'Appennino Calabro, hanno ospitato luoghi di culto già dal VII secolo d.C.
La storia che scorre dal Tirreno allo Ionio
La Calabria ha tanto da raccontare in fatto di montagne: solo il 9% del suo territorio è in piano. Il geografo Lucio Gambi, in un suo libro sulla Calabria del 1978, mise in copertina un paesaggio di boschi di conifere della Sila, non quello del mare di Tropea o Capo Vaticano e spiegò come i calabresi siano vissuti per millenni nelle montagne, al riparo da paludi e attacchi dei pirati provenienti dal mare. Nella storia della Calabria, a parte la parentesi magno-greca, sono rare le città costiere, mentre più diffusi i piccoli paesi abbarbicati sulle alture. Dalle montagne venivano quasi tutte le risorse: legname come i famosi faggi e querce della Sila usati per costruire navi, minerali per molti usi, la resina dei pini laricati, e ancora pascoli e prodotti agricoli. Un esempio è a Serra San Bruno (nel Parco Regionale delle Serre) l'esperienza degli ultimi carbonai. Qui c'è ancora chi accatasta e brucia le legna degli “scarazzi”, pile di tronchi che insieme alla terra umida compongono una fornace naturale, da alimentare giorno e notte con la legna. Il fumo e il calore trasformano le legna che circondano la caldaia in carbone. Se oggi questo carbone vegetale si usa nella farmaceutica e nella ristorazione, la presenza di carbonaie nel cuore di un parco ci racconta di come nel diciottesimo secolo grazie ad abeti secolari questa era la fucina delle Reali Ferriere. Non solo. La vicina Mongiana, famosa per i suoi deliziosi funghi, era un importante centro siderurgico dove si fabbricano armi e dove arrivavano dal Piemonte.
Antiche vie di comunicazione
Sulle montagne c'era la vita e passavano le principali vie di comunicazione. Ed è per questo che molti tratti del Sentiero Calabria ripercorrono tracciati noti. Nel tratto del Parco dell'Aspromonte il Sentiero Calabria coincide con il Sentiero Dell'Inglese, un itinerario sulle tracce del paesaggista inglese Edward Lear che nell'800 a piedi fu il primo a percorrere la Calabria Greca (ndr il grecanico si parla ancora nella Bovesia ). Mentre quando il Sentiero Calabria si sviluppa tra il Parco Nazionale dell'Aspromonte e il Parco Regionale delle Serre, due aree protette che tutelano ambienti ed ecosistemi unici, coincide con il Sentiero del Brigante. Un itinerario che consente di ammirare anche resti archeologici e antiche strutture di difesa, risalendo l'ultimo lembo dell'appennino per oltre 100 chilometri a stretto contatto con la gente che ancora abita le montagne e che tenacemente le mantiene vive. In questo tratto il Sentiero Calabria ripercorre antiche vie di comunicazione che furono scenario di fughe, scorribande, pellegrinaggi, transumanze, commerci. Si resta sempre in quota, sulla linea di crinale, tra i 1000 e i 1500 metri di altitudine, fino a scendere nell'ultima tappa, alla conquista delle cascate del Marmarico, le più imponenti della Calabria.
Primati naturalistici
Passando dal mare alle catene montuose, dagli altopiani alle foreste e alle cascate in un ecosistema ricchissimo di fauna e flora, in nessun’altro luogo d’Italia la natura ha raggiunto primati unici : è qui che c'è il monolite più alto d'Europa e sembra di stare in Cappadocia. Si tratta di Petra Cappa che dalla sua sommità guarda fiero il mare Jonio in tutto il suo fascino misterioso. Di origine antichissima, Pietra Cappa sorge nel Parco dell'Aspromonte al di sopra del borgo di Natile superiore, svettando in altezza per oltre 140 metri. Non lontano c'è Demetra la quercia più vecchia d'Europa circa 3000 anni che fa compagnia alla foresta vetusta più a sud Europa. Se le faggete sono le piante dell'Apromonte, il Pino Laricio è il simbolo del Parco della Sila, il Pino Loricato del Parco del Pollino in molti di questi parchi c'è una rarità da segnalare: è la Woodwardia radicans, felce preistorica, uno degli esseri viventi più antichi del nostro pianeta. Nel Parco della Sila mentre si cammina tra montagne aspre e selvagge che ricordano la Scozia ci si imbatte nei Giganti della Sila, alberi alti fino a 45 metri e dall'età straordinaria di 350 anni, testimoni delle antiche selve silane. Un bosco ultracentenario con oltre 60 esemplari di pini larici e aceri montani piantati nel Seicento dai Baroni Mollo, proprietari del vicino Casino, donato al FAI nel 2016. Per gli amanti dell’outdoor sulla Sila piccola nel’altopiano più esteso d’Europa ci sono laghi che ricordano il Canada, canyon scavati dai torrenti come negli Usa, si sente il profumo della macchia mediterranea mentre daini e pavoni si muovono in libertà. E se nel parco delle Serre c'è l'Albero delle Fate, tra i più belli alberi monumentali d'Italia, vecchio di 200 anni e alto 35 metri, nella Sila nota per la sua aria super pulita (in particolare a Zagarise (CZ), località Triolo) sono ben tre i centri (Trepidò, Lorica e nel Villaggio Mancuso) che hanno ottenuto la qualificazione di Forest Bathing Center, ovvero luoghi certificati per la “Balneazione Forestale.
Dall'Aquila Reale alla vita del Lupo
Per gli amanti della fauna non c'è che l'imbarazzo della scelta: qui vivono la Salamandra pezzata e la Salamandra dagli occhiali e anche i Drioni, piccoli ghiri e poi l'Aquila reale. Se nella valle delle grandi pietre nel parco dell'Aspromonte ci sono tre punti di osservazione della fauna migratoria (Sinopoli, San Luca , San Roberto) a Roghudi vecchia c'è la colonia di Rondine rossiccia dei 40 esemplari italiani 20 sono proprio li. Infine, il Parco Nazionale della Sila - il cui simbolo è il Lupo - è stato inserito nel 2012 nella Tentative List dell’Unesco e aspira a diventare il quinto sito naturale italiano nella lista dei “Patrimoni dell’Umanità” dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.
Una mappa sentieristica di 1600 km
Il Sentiero Calabria, realizzato dalla Regione Calabria con gli Enti dei Parchi Nazionali del Pollino, della Sila e dell'Aspromonte, e il Parco Naturale Regionale delle Serre, è sostenuto dai fondi del Programma Operativo della Regione 2014/2020 – Azione 6.6.1, e punta alla promozione di un turismo ecosostenibile, compatibile con il territorio e accessibile a tutti. E’ la prima tappa di un progetto più ambizioso, che vuole identificare i percorsi calabresi, anche minori in una mappa sentieristica di circa 1.600 km da fare rigorosamente a piedi. Il progetto può essere e motore di sviluppo di tante piccole imprese turistiche che stanno nascendo richiamando giovani in borghi in via di spopolamento. Dei 46 milioni di fondi messi a disposizione 6 milioni sono stati utilizzati per Sentiero Calabria e circa 9 milioni per la Ciclovia dei Parchi, altra opera che valorizza le aree interne della regione.
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