ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùRegione Veneto

Un bando per salvare dall’oblio i beni culturali dei piccoli Comuni

.

di Valeria Zanetti

(IMAGOECONOMICA)

2' di lettura

Un passo avanti sulla strada della salvaguardia dei beni culturali dei Comuni di medie e piccole dimensioni (con meno di 30mila abitanti, ndr) o di enti religiosi, per salvarli dall’oblio o dal degrado. A spianare la strada a operazioni conservative su dipinti, sculture, arredi e suppellettili, manufatti delle arti minori, manoscritti, libri antichi e di pregio, documenti archivistici e altre tipologie di opere di valore storico e artistico, datate fino al diciannovesimo secolo compreso, purché non inserite in percorsi o raccolte museali, è una delibera della Giunta veneta (416/2023), pubblicata sul Bollettino ufficiale regionale numero 53 del 14 aprile scorso.

Il testo dà il via libera al bando regionale per l’assegnazione di contributi a interventi di restauro di beni culturali “mobili”, ovvero di oggetti d'arte che hanno valore per le comunità e per il territorio, siano essi di proprietà pubblica o di enti religiosi. Questi ultimi per la prima volta possano aspirare a restaurare piccoli tesori del loro patrimonio attingendo risorse dal bando regionale. La decisione rientra nel più vasto Piano annuale degli interventi per la cultura 2023, approvato con Dgr 235; la dotazione finanziaria è limitata e consiste in 50mila euro; le proposte progettuali devono essere presentate entro le ore 12 del 14 maggio. Sarà concesso l’intero importo del contributo richiesto, con un tetto massimo di 5mila euro fino all’esaurimento delle risorse, agli interventi per i quali gli enti richiedenti garantiscano un impegno minimo al cofinanziamento pari al 20%.

Loading...

Il provvedimento portato in giunta dall’assessore alla Cultura, Cristiano Corazzari, piace soprattutto agli artigiani. «Accoglie la nostra richiesta di estendere la platea dei beneficiari anche agli enti religiosi», afferma la la presidente del gruppo restauro di Confartigianato Veneto, Maristella Volpin.

Il Veneto, secondo l’ultima campagna di inventariazione promossa dalla Cei (conferenza episcopale italiana) conta infatti un patrimonio ecclesiastico di 350mila beni storici e artistici e 4mila edifici di culto. Mentre le aziende artigiane del restauro delle sette province, invece, sono più di 700 e occupano oltre 1.000 addetti. Circa 250 sono ditte individuali. «Si tratta di una misura importante per i restauratori – aggiunge - L’auspicio è che l’iniziativa sia colta positivamente da Comuni e enti religiosi. Le risorse finanziarie disponibili sono molto limitate ma speriamo che, nei prossimi anni la dotazione aumenti».

Confartigianato Imprese Veneto da tempo ha presentato inoltre una proposta di legge regionale che propone agevolazioni fiscali per il sostegno della cultura e la valorizzazione del patrimonio storico artistico veneto. La finalità è di favorire l’investimento in cultura per la crescita economica e sociale del Paese e contribuire alla competitività del territorio con un riconoscimento di agevolazioni fiscali a favore dei soggetti che effettuano erogazioni liberali, in linea con il dettato del decreto legislativo 22 gennaio 2004, numero 42, denominato Codice dei beni culturali. «La proposta – evidenzia Roberto Boschetto, presidente della Confederazione artigiana regionale – punta a generare un credito d’imposta sull’Irap per imprese e fondazioni bancarie che contribuiscono con una donazione alla valorizzazione del patrimonio culturale locale”.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti