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Un buon test per misurare le attenzioni che ci dedica il consulente finanziario

Far cogliere il beneficio ai clienti, senza percepire alcuna remunerazione, è la migliore testimonianza dì serietà e di professionalità che un operatore possa esprimere.

di Gianfranco Ursino

2' di lettura

Quanti sono i risparmiatori che nelle scorse settimane hanno ricevuto una telefonata dalla propria filiale bancaria, dal consulente finanziario, dall’agente assicurativo o dall’operatore indipendente, per invitarli a fare un check dei loro investimenti alla luce della possibilità di usufruire entro fine giugno della tassazione agevolata delle plusvalenze finanziarie introdotta con la Legge di bilancio 2023?

L’opportunità viene data dall’affrancamento, che consiste in una sorta di finta uscita dall’investimento per bloccare la tassazione al 14% o 16% sui guadagni maturati fino al 31 dicembre scorso su azioni, fondi comuni, Etf e polizze. In tal modo, al momento dell’effettivo (futuro) disinvestimento sarà applicato il maggiore onere del 26% solo all’eventuale plusvalenza maturata a partire dal primo gennaio di quest’anno.

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L’ottimizzazione fiscale dei portafogli dei clienti, deve essere un obiettivo prioritario per un consulente finanziario, anche solo per non vanificare parte dei rendimenti che ha consentito di far conseguire con i propri consigli di investimento. In genere l’occasione arriva con l’approssimarsi di ogni fine anno, quando l’investitore può compensare le plusvalenze con le minusvalenze subìte con operazioni d’investimento effettuate nei quattro anni precedenti. Adesso l’occasione straordinaria arriva a metà anno con l’affrancamento.

In alcuni casi l’ottimizzazione fiscale è di una banalità disarmante. A volte è più complicata per la burocrazia richiesta e non solo per i calcoli. Inoltre non è detto che ci sia sempre convenienza a procedere con l’affrancamento. Dipende dai singoli strumenti finanziari presenti nel portafoglio di ogni risparmiatore. E poi occorre tener presente non solo la valorizzazione dei titoli in essere a fine dicembre 2022, ma bisogna anche fare i conti con le future dinamiche dei mercati. Le variabili da considerare sono diverse e ogni situazione è da valutare caso per caso.

Le alee d’incertezza sono quindi tante, ma due calcoli con l’aiuto del proprio consulente finanziario è sempre meglio farli: i risparmi possono anche risultare considerevoli. I consulenti finanziari, del resto, sono ben remunerati per farlo. E un bravo professionista della gestione del risparmio degli italiani dovrebbe prendere l’affrancamento come un’occasione per far toccare con mano al cliente l’attenzione che dedica ai suoi risparmi. Ancora manca qualche settimana per procedere con un check-up completo dei portafogli, titolo per titolo. La tecnologia facilita ormai enormemente il compito, ma per le banche che non guadagnano specifiche commissioni per il servizio reso ai clienti, potrebbero forse mancare gli stimoli adeguati per procedere in automatico. Ma far cogliere il beneficio ai clienti, senza percepire alcuna remunerazione, è la migliore testimonianza dì serietà e di professionalità che un operatore possa esprimere.

Riproduzione riservata ©
  • Gianfranco UrsinoResponsabile Plus24

    Luogo: Milano

    Argomenti: Fondi comuni, Etf, Assicurazioni, Conti correnti, Conti deposito, Mutui, Polizze fideiussorie, Anatocismo, Usura, Risparmio postale, Libretti Coop, Banche, Borsa, Consob, Banca d’Italia, Abf, Acf, Oam, Ocf, Consulenza finanziaria, Fondi pensione, Casse di previdenza, Fintech

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