Un Dante molto umano fra le fiamme e le stelle
Il monologo sulla vita dell’Alighieri apre la Biennale Democrazia al Carignano
di Eugenio Giannetta
2' di lettura
Un Dante in una visione diversa da quella più conosciuta e stereotipata cui siamo abituati. Un Dante che sveste i panni del Sommo Poeta di rosso vestito tipico del nostro immaginario, per immergersi pienamente nella sua epoca e nella sua biografia, seppur strettamente intrecciata alle opere e in particolare alla Vita Nova, al De vulgari eloquentia e ovviamente alla Commedia.
Si tratta di “Dante fra le fiamme e le stelle”, lo spettacolo inaugurale della VII edizione di Biennale Democrazia di Torino, quest'anno intitolata “Un pianeta, molti mondi”, dedicata alla nostra condizione di abitanti di un unico pianeta, sempre più connesso ma allo stesso tempo sempre più frammentato.
A 700 anni dalla morte
Lo spettacolo, scritto durante il lockdown e pensato anche per essere inserito nell'anno delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte del Poeta, andrà in scena in anteprima al Teatro Carignano, con la collaborazione del Teatro Stabile.
“Dante fra le fiamme e le stelle” è un monologo scritto dall'autore e attore Matthias Martelli, con l'accompagnamento musicale della violoncellista Lucia Sacerdoni, che interpreterà le musiche scritte da Matteo Castellan e recitato dallo stesso Martelli. La regia dello spettacolo è affidata a Emiliano Bronzino, con la coproduzione di Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus e la consulenza scientifica sul testo del presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini e dello storico Alessandro Barbero, il cui libro su Dante edito da Laterza è uno dei testi utilizzati come fonte iniziale per la scrittura.
Dopo il debutto al Carignano lo spettacolo si sposterà al Teatro Gobetti di Torino fino al 24 ottobre.«Questa rappresentazione – spiega Martelli – è una sorta di inno alla biografia di Dante e alle sue ambivalenze come uomo. È trattata in modo quasi giullaresco, alla maniera del teatro medievale e di Dario Fo, con tanti personaggi, come Beatrice e Bonifacio VIII, che ho cercato di reinterpretare per creare una sorta di dialogo all'interno del monologo». Lo spettacolo, che durerà circa un'ora e trenta e inizierà proprio come il libro di Barbero dalla battaglia di Campaldino (alla quale partecipò anche Dante), metterà in luce in particolare l'aspetto più umano del Poeta, uno spaccato della società dell'epoca in cui viveva e il suo utilizzo della lingua.
«Dante - conclude Martelli - ha inventato una lingua con la fantasia tipica dei giullari, proprio nel periodo della loro massima esplosione, rivolgendosi alle classi più basse della popolazione. A mio avviso non si può liberare la sua poesia dalla performance. Una parte degli intellettuali del suo tempo lo criticava per il suo uso della lingua, preferendogli una lingua più pulita, come quella di Petrarca, invece il suo utilizzo delle parole è una delle caratteristiche che lo rendono speciale, e che ho cercato di fare emergere nello spettacolo».
Dante fra le fiamme e le stelle, di Matthias Martelli, regia Emiliano Bronzino 7 - 24 ottobre Teatro Gobetti Torino Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
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