strategie finanziarie

Un ex gestore di fondi hedge svela le tre strategie che gli speculatori utilizzano per guadagnare durante le trimestrali

Ecco le operazioni finanziarie preferite dai fondi speculativi

di Vito Lops

(AdobeStock)

3' di lettura

La stagione delle trimestrali negli Usa entra nel vivo. E non è un caso che stia contestualmente aumentando anche la volatilità. Questo accade per due motivi: 1) la comunicazione dei conti è un evento market sensitive e, come tale, in grado di far fluttuare di molto nel bene o nel male il valore di un asset finanziario; 2) gli investitori più speculativi, quelli cioè che puntano ad operazioni “mordi e fuggi”, aumentano le loro posizioni a mercato attuando varie strategie con le opzioni finanziarie, i cui prezzi sono l'espressione della volatilità (ad esempio il Vix, considerato il benchmark della volatilità per le Borse, non è altro che la sintesi del costo delle opzioni sul mercato statunitense che a loro volta esprimono quanto costa assicurarsi da un eventuale calo dell'indice S&P 500).

Quali sono le strategie preferite dai fondi speculativi durante la reporting season? «Fondamentalmente le tecniche più utilizzate sono di tre tipi, a seconda della complessità dell'operazione che si intende mettere in piedi - spiega Paolo Belvederesi, ex gestore di un fondo hedge e ora direttore generale di Zeygos -. Se ad esempio si ha una visione rialzista su un titolo in vista della trimestrale si può acquistare un'opzione call sullo stesso titolo. Opzione che, a fronte di un premio pagato, dà il diritto all'investitore di comprare alla scadenza prefissata un lotto di azioni (di solito 100, ndr) allo strike prefissato (livello di prezzo, ndr)». Ad esempio chi compra un'opzione sul titolo X a strike 20 con scadenza un mese avrà diritto a comprare 100 azioni a scadenza al prezzo di 20 euro. Ovviamente gli converrà esercitare il diritto se nel frattempo il prezzo del titolo sarà salito oltre il valore dello strike e del prezzo del premio pagato (poniamo 2 euro). Quindi se a scadenza le azioni saranno salite oltre 22 euro (2o euro strike + 2 euro costo del premio) a chi ha comprato converrà esercitare il diritto perché così facendo potrà acquistare 100 azioni a 20 euro, trovandosi però in portafoglio titoli che valgono 25.

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«La seconda strategia, un po' più sofisticata, consiste nel comprare una call a uno strike vicino al prezzo del titolo (at the money, ndr) e, contestualmente, vendere una call a un prezzo più alto (out of the money, ndr) - prosegue Belvederesi -. In questo caso vendendo anche un call si incassa un premio attraverso il quale si finanzia una parte dell'acquisto della call. A fronte di un costo minore si rinuncia però a un potenziale forte guadagno perché se il titolo dovesse salire troppo e in particolare andare oltre lo strike della call venduta, il guadagno dell’operazione, determinato dalla differenza tra i due strike meno il premio pagato per la call acquistata, viene limitato dalla call venduta».

Ma non finisce qui. I fondi hedge si spingono anche oltre, creando le basi per una strategia potenzialmente a costo zero ma in grado di cavalcare eventuali forti rialzi nella reporting season. «La terza strategia consiste nel vendere una call al prezzo di mercato, quindi at the money. Si incassa un premio (dato che si è venditori e non compratori di opzioni, ndr) mediamente più elevato come accade per tutte le opzioni at the money. Questo premio incassato, poniamo 5 euro per azione, servirà per finanziare l'acquisto di due opzioni call con strike più alto, che poniamo costino 2,5 euro l'una. A quel punto abbiamo un'operazione a costo zero - conclude Belvederesi -. Se la trimestrale dovesse far volare il prezzo del titolo oltre lo strike delle call comprate, a quel punto si va in profitto. Ovviamente le stesse strategie possono essere utilizzate se si ha una visione ribassista in scia alla trimestrale, utilizzato le put anziché le call». Anche questo fanno i fondi hedge. Del resto “hedge” sta per copertura. E attraverso le opzioni questi fondi, e come loro gli investitori più evoluti e consapevoli, riescono ad attuare strategie “coperte” di natura “speculativa”, cioè orientate a cavalcare rapidi movimenti di prezzo.

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