strategie interpersonali

Un feedback efficace è prezioso come l’oro (quando è bidirezionale)

Non solo da capo a collaboratore, ma anche viceversa: in questo modo aumenta il valore delle relazioni in azienda

di Francesca Cedri *

(REUTERS)

3' di lettura

I capi conoscono il valore di un feedback ricevuto dai propri collaboratori? Nelle aziende si parla spesso di feedback capo-collaboratore e si fanno tanti corsi per insegnare ai capi a dare un buon feedback, perché il feedback, si sa, è uno strumento utile per la crescita dei collaboratori. A volte, ma molto più raramente, capita che si parli di feedback tra pari e, in questi casi nei corsi è presentato come strumento di autoconsapevolezza, generata dallo sguardo del collega e visto come elemento indispensabile per sviluppare la collaborazione nel team.

Quasi mai però si sente parlare di corsi per insegnare ai collaboratori a dare un feedback al loro capo. Come mai? Se è vero che fa crescere chi lo riceve, dovrebbe essere un tema importante per le aziende, dal momento che capi migliori potrebbero rendere migliori le organizzazioni. Se è vero che aumenta l’autoconsapevolezza generata dallo sguardo dell’altro e la capacità di lavorare in team, sarebbe prezioso per i capi e per i loro team.

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Il feedback al capo è lasciato all’intraprendenza di quei pochi capi che hanno il coraggio di chiederlo ai loro collaboratori, che generalmente non sono “preparati” a questo compito. Quindi i capi lo fanno a loro rischio e pericolo: quanti collaboratori non saranno giudicanti? Quanti non criticheranno il loro modo di essere? Quanti riusciranno a restare focalizzati sui loro comportamenti senza intaccare la loro autostima? E infine, quanti saranno sinceri e non compiacenti?

Proviamo a metterci per un momento nei panni di quel collaboratore a cui un capo “illuminato” chiede un feedback ed è anche ben disposto ad ascoltarlo. E ipotizziamo anche che il collaboratore in questione sia animato da un forte spirito di sincerità e da una profonda intenzione di essere utile al suo capo.

Le domande che ci poniamo sono due:
1) Riuscirà il nostro collaboratore a restituire un feedback efficace?
2) L’efficacia di questo feedback si misurerà solo sull'effetto che ottiene sul capo?

Il collaboratore ben intenzionato potrebbe riuscire a dare il feedback concentrandosi su quello che osserva del suo responsabile e sicuramente sceglierebbe con cura le parole da usare per non compromettere la loro relazione. In questa ipotesi, il feedback ha qualche probabilità di risultare efficace per il capo, però la logica razionale del ”io ho osservato che tu” attiva solo in parte la potenza del feedback. Infatti, concentrandosi razionalmente sulle aree di forza e di miglioramento dell’altro, il collaboratore perde di vista sé stesso nella restituzione di un feedback: potrebbe risultare efficacia ma, in un certo senso, è un'efficacia parziale.

Per costruire il suo feedback, il collaboratore dovrebbe cominciare non da ciò che ha osservato, ma partendo dalle proprie emozioni, da come si è sentito a seguito di qualcosa che ha fatto con o per il suo capo. E da questo processo il collaboratore parte per un viaggio di scoperta di sé stesso che, parallelamente alla formulazione razionale del feedback, lo porta a comprendersi meglio. Questo viaggio attiva la potenza completa del feedback, questa è l'efficacia totale a cui un capo che chiede un feedback dovrebbe puntare.

Il feedback collaboratore - capo segue quindi alcune modalità proprie e delle regole differenti da quello capo-collaboratore e fa crescere non solo il capo che lo chiede, ma anche chi è chiamato a darlo: lo aiuta a scoprire qualcosa di sé e lo porta a esprimere con le giuste parole il cambiamento che si auspica da parte dell'altro, basandosi su ciò che è importante per sé stesso.

Dare un feedback al proprio capo fa crescere la relazione: quanta soddisfazione può trovare un collaboratore nel raccontare al proprio capo come si è sentito quella volta che…? Quanto può impattare sulla fiducia reciproca esprimere apertamente che effetto hanno le azioni del capo sulle proprie emozioni? E sul rispetto reciproco?

Le organizzazioni dovrebbero insegnare ai collaboratori il modo per dare feedback ai propri capi e sollecitare i capi a richiedere feedback “totalmente efficaci” ai loro collaboratori, insistendo affinché li chiedano per la propria crescita, ma soprattutto per la crescita dei collaboratori e della loro relazione.

* Senior Consultant BBSETTE, Consulenza, Formazione e Giochi Professionali

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