A TU PER TU

Un filo diretto con Nick Cave, la rockstar sempre più connessa con la sua community

Il primo legame è la musica. Poi si sono aggiunti libri, mostre, una newsletter molto personale e adesso uno shop online «sovversivo, misterioso, superdivertente»

di Sophie de Rosée

Un giovane NickCave a Berlino Ovest, 1985.

6' di lettura

«Tutto quello di cui scatto una Polaroid ha un significato; a volte nascosto, altre non troppo», dice la rockstar australiana Nick Cave. «Perciò posso rivelare molto e, al tempo stesso, non rivelare». A ogni singola foto dà un nome, digita il titolo, lo stampa aggiungendo la data, poi incolla tutto insieme per proporla nel suo nuovo shop online Cave Things . «È un concentrato della più ossessiva e pericolosa “estetica old style”», scherza. «Roba da feticisti e squilibrati».

L'intensità e la cura dei dettagli che ha messo e mette nel progetto non sono una novità per il cantautore e frontman di Nick Cave & The Bad Seeds che, in 40 anni di carriera, è stato celebrato per le sue roche performance baritonali su temi come la morte, l'amore, la religione e il dolore. Tra le canzoni più famose ci sono Red Right Hand, colonna sonora della serie BBC Peaky Blinders; Into My Arms (1997) e Where the Wild Roses Grow (2007), in duo con Kylie Minogue. Il suo ultimo album Ghosteen è uscito nel 2019 e, in questo periodo, è al lavoro sul nuovo, che si chiamerà Carnage. Per Flea dei Red Hot Chili Peppers, Cave - esteticamente sempre impeccabile nei suoi abiti su misura - è “il più grande cantautore vivente”.

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Un collage di Polaroid (100 £ l'una).

Come sanno bene i fan, questo suo aprirsi agli altri non è una novità. Cave ha sempre cercato una comunione profonda con il pubblico, attraverso ogni mezzo di espressione creativa. Cave Things, lo shop online di stranezze e meraviglie che ha concepito, modellato e progettato, è quindi solo l'ultima evoluzione di questo percorso. Sul sito, Cave descrive i contenuti dello store come qualcosa che va «oltre il merchandise ma si ferma prima dell'arte... il residuo accidentale di una mente super stimolata». Tra le mille curiosità del sito spiccano una foto di famiglia con lui bambino, i fogli con i testi delle canzoni e note a lato, lo schizzo della copertina di un singolo che venne rifiutata e un taccuino rivestito con una lettera d'amore a una vecchia fidanzata. «Ho abbandonato anni fa l'idea di avere una vita privata, e l'ho fatto per proteggermi», spiega. «Io sono come sono. Prendere o lasciare. Non ho molto da nascondere. Nebbia e mistero sono estenuanti e inutili, non ce n'è bisogno».

Gli oggetti sembrano piccoli tesori trafugati da casa sua, piuttosto che merce in vendita, perché vanno in profondità e spesso sono dark. Il disegno intitolato Mutiny! è di metà anni Ottanta e, a quei tempi, a volte Cave disegnava con il proprio sangue, come spiegano i co-autori del suo ultimo libro Stranger Than Kindness (pubblicato in Italia da Il Saggiatore, 38 euro). «Quando fai uso di droga che ti inietti in vena», ha scritto, «il sangue gioca un ruolo importante nella tua vita». Aveva fatto quel disegno dopo una lunga giornata in studio a registrare l'ultimo album della band post punk The Birthday Party. I The Bad Seeds avevano già pronta la musica per una canzone intitolata Mutiny!, ma Cave doveva ancora scriverne le parole. Era rimasto sveglio tutta la notte per farlo, usando anfetamine ed eroina. «Che posso dire? Fu un gran casino».

Cartoline con immagine di Cave da bambino (15£).

Il testo di “Dig Lazarus, Dig”, 2007.

Cave Things propone una collezione in continua evoluzione di circa 50 pezzi (nella sezione Christmas, lanciata per Natale, si poteva trovare una T-shirt e una ciotola con coniglietto a 40 sterline), ma anche oggetti più classici come T-shirt (35 sterline) e tote bag (20 sterline) hanno un sapore molto intimo. Una maglietta riporta una citazione di sua madre, morta lo scorso settembre: «Testa alta e fanculo tutti».

Poi ci sono pezzi più difficili da definire, misteriosi, irresistibili e potenti: i santini con le preghiere, un “Birthday Book” (con una frase di Nick per ogni giorno dell'anno) e le piastrelle Dread in ceramica, decorate con i disegni di un pipistrello, un gatto, un asino, un'anatra e un girino (20 sterline). «Li ho realizzati durante la quarantena e li ho chiamati “Dread” (che significa preoccupazione, paura, ndr) per la sensazione di quieta disperazione che provavo mentre li disegnavo!».

Il lockdown trascorso nella sua casa di Brighton insieme alla moglie Susie e al figlio Earl gli ha dato la libertà di dedicarsi alla sua creatività. Ha disegnato di più, si è ritrovato a scattare Polaroid, a dipingere, a creare collage, film, sculture in ceramica, abiti. «Ho sempre fatto queste cose, mai però con così tanta dedizione», ammette. «Il tutto continuando a scrivere».

Black Panther Polaroid (100£).

Nel processo creativo di Cave c'è sempre stata una componente visiva, è il suo “disegnare le canzoni”, mentre compone i testi dà vita a oggetti che sono opere d'arte. Questa volta, però, è stato diverso. «Scrivere i testi mi risulta estremamente difficile, anche se ci lavoro tutti i giorni. I progetti visivi, e anche Cave Things, sono invece piacere puro. Rendono tollerabile il processo della scrittura. La pandemia mi ha dato il tempo di organizzarmi meglio e ne è venuto fuori un fiume di cose, dal sacro al profano. Anche belle! Cave Things è un progetto misterioso, sovversivo, super divertente, dove può accadere di tutto», aggiunge.

Insomma, sì, Nick Cave vende oggetti, ma la sua non è un'avventura soltanto commerciale. «Il mio pezzo preferito è la carta da parati Hyatt Girls, fatta con i disegni di donne nude che nel corso degli anni ho scarabocchiato negli hotel. È deliziosa e finora non ne ho venduto neppure un rotolo. Sono orgoglioso di aver creato un prodotto che non vuole letteralmente nessuno!». La carta da parati erotica in inchiostro rosa (200 sterline) illustra figurine – ricordano un po' quelle di Schiele – di donne nude originariamente schizzate sulla carta da lettera di una stanza dell'hotel Hyatt.

La scrivania di Cave con le Polaroid, (100 £ l'una) e le piastrelle Dread, (20 £ l'una).

Il suo desiderio di stare più a contatto con i fan risale alla morte del figlio Arthur, nel 2015. Gli sforzi e la battaglia per cercare di dare un senso a quella immensa perdita sono documentati con grande intensità nel film dell'anno successivo, One More Time With Feeling. Due anni dopo ha lanciato The Red Hand Files, il sito e la newsletter online dove risponde a domande personali che arrivano da migliaia di persone. L'anno scorso tutto questo è diventato Conversations with Nick Cave: an Evening of Talk and Music, una serie di Q&A intervallata da canzoni eseguite su richiesta. A maggio, nello spazio The Black Diamond di Copenhagen, è invece stata inaugurata Stranger Than Kindness: The Nick Cave Exhibition, una mostra immersiva di materiali e memorabilia. «È come ritrovarsi a casa sua», ha scritto il quotidiano danese Jyllands-Posten.

Potersi connettere a un livello più profondo con la sua community, specialmente adesso che siamo tutti più isolati, «è davvero un privilegio!», dice Cave. The Red Hand Files sono diventati preziosi, «una specie di mia strategia di sopravvivenza». Nel momento in cui scrivo, l'ultima volta che ha controllato il sito aveva ricevuto 39.435 domande. «Alcune non sono domande vere e proprie, le persone scrivono di qualcosa che le preoccupa, del fatto che sono tristi perché hanno perso qualcuno, o hanno problemi di salute mentale, fanno fatica nelle loro relazioni quotidiane, sono turbate per lo stato del Pianeta, o magari vogliono semplicemente condividere un momento di felicità. Io leggo tutto. Farlo è molto importante per me». In questo periodo i temi si concentrano spesso sul dolore e sul senso di isolamento, ma si parla anche di Elvis, animali domestici, questioni di identità, omofobia, timidezza, della Bibbia, della dipendenza, di vegetarianesimo, del Natale, della misericordia, di mostri sotto al letto e, naturalmente, di musica.

Le risposte di Cave sono sempre ponderate e generose. Essere abbonati (sono oltre 100mila) alla newsletter significa ritrovarsi a leggere pensieri molto intensi. Nella Issue #1 risponde a Jakub, che scrive dalla Polonia, parlando a fondo della sua incapacità di scrivere dopo la morte di Arthur. È Cave al suo massimo stato di vulnerabilità, ed è una lettura che dovrebbe fare chi si è perduto nel dolore. In Issue #123, rispondendo a Lottie di Leeds che chiede “Come posso sapere se sono sulla via giusta?”, offre uno dei più stimolanti e anarchici esempi di saggezza per chi non riesce ad avere fiducia in se stesso.

Cave in Russia nel 2018, foto di Gosha Rubchinskiy.

«The Red Hand Files è diventato molto più importante di quello che mi sarei immaginato», racconta. «Ed è dovuto in gran parte alla franchezza e alla vulnerabilità di chi pone le domande. Rispondere a chi sta esprimendo qualcosa di cui magari non avrebbe mai parlato è un'esperienza molto potente». È interessante che a scrivere non siano solo fan. «Molte sono semplicemente persone a cui piace il format e la sensazione di autenticità che trasmette», spiega.

“Sad Waters” Picture Disc in vinile 45 giri in edizione limitata (30£).

Anche Cave Things, con la sua autenticità, quel suo misto di vulnerabilità, forza e stranezza, è destinato a superare le aspettative. «Sono in arrivo cose bellissime e assurde», commenta. «La faccenda diventa sempre più ambiziosa. Per me è uno degli effetti collaterali positivi di questa terribile pandemia. Mi sento libero di fare quello che voglio, l'industria musicale si è atomizzata, regole e convenzioni sono state stracciate, pochi di noi stanno lavorando in questo periodo, ma nel disastro ci può essere energia, un febbrile e irrefrenabile bisogno di reagire alla crisi. The Red Hand Files e Cave Things sono progetti che parlano al tempo che stiamo vivendo».

STRANGER THAN KINDNESS DI NICK CAVE (CANONGATE BOOKS, 2020, 35 £).

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