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Finire le scuole medie in Italia oggi è obbligatorio. Eppure, nel 2020 c'erano 50 mila ragazzi fra i 20 e i 24 anni, nati fra il 1996 e il 2000, che non avevano la licenza media. Nel dettaglio: 10,6 mila di loro sono analfabeti, 15,8 mila sono alfabetizzati ma non hanno mai finito le scuole elementari, mentre altri 23,3 mila non hanno mai finito le scuole medie.
Questo dato è stato estrapolato per la prima volta nel 2022 dal gruppo di giornalisti di Infodata (Il Sole 24 Ore) grazie a un'estrazione fornita su richiesta da Istat.
Sempre fra i 20-24 enni del 2020, è risultato che un ulteriore 17% ha la licenza media ma non ha finito le scuole superiori oppure si è fermato a un diploma di scuola professionale della durata di tre anni. La buona notizia è che negli ultimi dieci anni le cose sono lentamente migliorate: la percentuale di ventenni senza il diploma è calata sensibilmente, passando dal 23% al 17%, anche se nel complesso si tratta di una percentuale ancora piuttosto elevata.
Se allarghiamo lo zoom a ttte le classi di età, vediamo che il 4,6% degli italiani con più di 9 anni è analfabeta, e che in generale 4 italiani su 10 dai 25 ai 64 (quindi esclusi gli anziani) non posseggono un diploma. Il Rapporto Plus 2022 di INAPP, che contiene i risultati di un'indagine condotta su 45 mila persone fra i 18 e i 74 anni, parla di ben 11,7 milioni di italiani che non si sono mai iscritti alla scuola secondaria superiore, a cui si aggiungono quasi 4 milioni di persone che si sono fermate nel loro percorso di istruzione senza conseguire un diploma.
I dati MIUR
Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) ha messo sul piatto 1,5 miliardi di euro per il Piano contro la dispersione scolastica. I primi 500 milioni serviranno a finanziare progetti in 3.198 scuole con studentesse e studenti nella fascia 12-18 anni. Queste risorse verranno assegnate direttamente alle scuole, sulla base di precisi indicatori relativi alla dispersione e al contesto socio-economico.
Il MIUR (Ministero della Pubblica Istruzione) aveva pubblicato nel 2019 alcuni dati sulla dispersione scolastica. La dispersione scolastica si misura con due indicatori: chi non si iscrive all'anno scolastico successivo e chi abbandona in corsa durante l'anno. Bene, fra il 2016/2017 e il 2017/2018 la percentuale di abbandono nella scuola secondaria di I grado (le scuole medie) risultava pari all'1,17%, mentre nella secondaria di II grado (le scuole superiori) pari al 3,8%.
Il fatto che la dispersione scolastica sia più frequente fra la popolazione di origine straniera non è un indicatore così interessante come potrebbe sembrare. Ai fini di tracciare i contorni del complesso dei futuri cittadini e dei futuri lavoratori che opereranno nel nostro paese, l'etnia è irrilevante.
Con l'espressione “abbandono scolastico” non si intende poi solo chi non ha terminato la scuola dell'obbligo, ma anche chi si è trovato ad abbandonare un percorso intrapreso post diploma. Ragazzi e ragazze che iniziano per esempio un corso di laurea triennale che vorrebbero inizialmente terminare, ma che poi invece si ritirano. In molti casi può trattarsi di una scelta condizionata da fattori socio economici. La già citata indagine di INAPP ha evidenziato che oggi esistono 5 milioni di diplomati fra i 18 e i 74 anni che si sono iscritti a percorsi universitari senza portarli a termine.
Un passo indietro: chi non ce la fa a raggiungere le competenze minime
La discrepanza di risultati scolastici già alla scuola media è evidente. Stando all'ultima nota di Istat sulle misure del benessere equo e sostenibile dei territori, dal pre al post pandemia le competenze numeriche e alfabetiche dei ragazzi che nell'estate 2022 frequentavano terza media sono peggiorate in tutte le province italiane. Nel complesso 4 ragazzi e ragazze su dieci non raggiungono le competenze alfabetiche minime richieste, addirittura il 46% al Sud, e il 43% non raggiunge quelle numeriche, con picchi del 56% nel Meridione.
Questi dati sono estrapolati dalla più recente rilevazione INVALSI che dal 2018 esamina i livelli di competenze per l'italiano, la matematica e l'inglese a seconda del grado di istruzione. Non raggiungere il livello 3 significa non saper individuare una o più informazioni fornite esplicitamente in una porzione ampia di testo, distinguendole da altre non pertinenti, o ricostruire il significato di una parte o dell'intero testo ricavando informazioni implicite da elementi testuali. Non aver raggiunto il livello 3 in matematica significa non utilizzare le abilità di base acquisite nella scuola secondaria di primo grado e collegare tra loro le conoscenze fondamentali.
Sono i figli di famiglie più svantaggiate ad andare peggio a scuola, già alle elementari. In quinta elementare, nelle prove di italiano la provenienza da contesti sociali più favorevoli determina un vantaggio medio a livello individuale di 4,5 punti, in quelle di matematica di 5,6 punti, mentre in quelle di inglese di circa 3 punti in entrambe le prove (reading e listening).
I bambini già alle elementari oggi leggono pochissimo. Guardano più televisione rispetto ai bambini di 20 anni fa, e la metà di loro non legge mai. Nel frattempo, solo la metà dei loro fratellini di 6-10 anni, legge almeno un libro nell'ultimo anno, al di là di quelli scolastici. Una percentuale identica a quella di 15 anni fa.
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