Lockdown da 47 miliardi al mese: ecco com’è cambiata la vita degli italiani
Fortissimo l’impatto economico del blocco delle attività produttive che ridurrà dell’8,4% il Pil nel 2020. Ora si punta alla Fase 2, con riaperture graduali
di Nicoletta Cottone
4' di lettura
Un mese di lockdown. Dal 9 aprile operative per decreto le restrizioni che hanno cambiato la vita degli italiani. Dopo la pandemia partita da Wuhan è corsa contro il tempo - che dura da un mese - per bloccare la diffusione del coronavirus, per evitare il collasso delle terapie intensive, per cercare di arginare questa malattia che in Italia , dati alla mano, per ora ha causato la morte di 17.669 persone.
É costato 47 miliardi in un mese
Un lockdown che insieme al distanziamento sociale, in Europa ha salvato dalla morte almeno 60mila persone. Un lockdown che, con il blocco delle attività produttive, è costato, secondo i calcoli di Svimez, 47 miliardi al mese: 37 al Centro-Nord e 10 al Sud. Un impatto economico pesantissimo che, considerando una ripresa delle attività nella seconda parte dell’anno, causerà una riduzione del Pil nel 2020 dell’8,4% per l’Italia, dell’8,5% al Centro-Nord e del 7,9% nel Mezzogiorno. Tutti con la speranza che si giunga rapidamente alla Fase 2, già con qualche riapertura delle attività produttive dopo Pasqua e un allentamento delle restrizioni per i cittadini verso maggio.
Spostamenti limitati
É arrivata una stretta sugli spostamenti (si può andare solo al lavoro o uscire per motivi di salute e di necessità), con imprese, uffici e negozi chiusi e il lavoro che diventa smart per i più fortunati, cassa integrazione o disoccupazione per altri. Con le scuole e le università che chiudono arrivano nelle case anche le lezioni a distanza. Decisioni che colgono impreparate molte famiglie, con un terzo dei nuclei che non dispongono di mezzi digitali.
Mani pulite sempre
E le mani pulite. Lavarsi insistentemente le mani diventa un rito ripetute più volte al giorno, che si dice riduca del 40% la possibilità di contagio. E l’Italia in coda. Andare al supermercato o in farmacia è consentito, ma bisogna mettersi in fila, a volte per ore, per fare la spesa per la famiglia, bardato con guanti e mascherine. Mascherine sulle quali le regioni vcanno in ordine sparso: obbligatorie dovunque in Lombardia e Toscana, solo nei negozi in Piemonte e Veneto. Il coprifuoco nella battaglia per combattere il coronavirus ha trasformato completamente la vita di tutti i giorni di ognuno di noi. Un auto-isolamento aiutato da una raffica di tutorial “fai da te” disponibili sui social, che ha messo in luce la creatività e la manualità del Paese. Dalla realizzazione delle mascherine con stoffe, tappetini per animali, carta forno alle lezioni di ginnastica, al taglio dei capelli, alle tinte fai da te. Poi i matrimoni senza invitati, con solo sposi, testimoni e celebrante, tutti rigorosamente distanziati e con mascherina. Il distanziamento impedisce abbracci e baci che sono una caratteristica dell’affettuosità del popolo italiano. Almeno un metro fra l’uno e l’altro, anche quando di esce in strada con i figli minori.
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Il doloroso capitolo dei funerali vietati
Il capitolo più doloroso sono i funerali vietati. I propri cari che affrontano completamente soli la malattia e muoiono in totale solitudine, senza una carezza o un abbraccio da parte di chi gli vuole bene. Le famiglie decimate, soprattutto nelle zone rosse, dove per giorni i numeri da bollettino di guerra hanno segnato la distruzione di famiglie, affetti, amicizie. E le tumulazioni e sepolture con distanza di un metro fra i presenti. Anche la messa è proibita: si può andare in chiesa solo per pregare o confessarsi, anche lì rigorosamente a distanza.
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La passeggiata della discordia
Parchi e aree giochi chiuse, le passeggiate sono state al centro di un braccio di ferro fra ministero dell’Interno e governatori delle regioni. Alla fine l’attività motoria è consentita individualmente, solo nei pressi di casa, rispettando il distanziamento di un metro dalle altre persone. E con i figli minori può uscire un solo genitore, vicino casa e solo per necessità e motivi di salute. Si può portare il cane fuori nelle vicinanze di casa, per le esigenze fisiologiche, evitando assembramenti e a distanza di un metro da altri.
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Tutti virologi, cuochi e pizzaioli
#iorestoacasa ha rappresentato anche una prova di civiltà per i cittadini italiani, che hanno dimostrato nella stragrande maggioranza dei casi un grande senso di disciplina (le violazioni alle regole rappresentano il 2 per cento). Condite dall’ironia: “Quando si parla non si mangia. Io non parlo da 40 giorni”. “misure restrittive non significa che dovete ingrassare per farvi andare strette tutte le misure dei vestiti». E c’è chi vuole vedere il bicchiere mezzo pieno: «Prima gli italiani erano solo allenatori della nazionale. Dopo il Covid: luminari virologi, esperti di mascherine, esperti cuochi, pizzaioli, panettieri e pasticceri. Ci abbiamo guadagnato». E la cucina al tempo del coronavirus ha mostrato sui social una dimestichezza coi fornelli sconosciuta ai più. E la musica, con concerti sui social con sincrinizzazioni a distanza straordinarie. In attesa che l’epidemia venga arginata e sconfitta.
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