Un micro-Mose per salvare Piazza San Marco
Barriere mobili e sistemi per far scolare le acque nel progetto da 30 milioni che completerà le difese contro l’alta marea
di Jacopo Giliberto
2' di lettura
Un basso parapetto completato con microbarriere mobili potrebbe salvare dalle alte maree la piazza San Marco di Venezia. Il progetto, del valore di 30 milioni, completa le colossali paratoie a scomparsa che si stanno completando alle bocche di porto della laguna e cingerà con una piccola barriera la piazza protetta dall’Unesco per difendere la zona più bassa e più preziosa della città.
Il punto vulnerabile
Piazza San Marco è il punto più debole di Venezia. Bassissima sull’acqua, la piazza si allaga con grande facilità quando la marea supera già gli 80 centimetri e accadrà anche quando sarà in funzione il Mose, le barriere a scomparsa che verranno messe in funzione solamente quando l’acqua oltre 110 centimetri minaccerà di allagare anche il resto della città.
Difendere la piazza
Dopo le difese che hanno messo al sicuro la basilica, il nuovo progetto serve a far restare all’asciutto l’intera isola su cui sorge la piazza, una delle 118 isole che formano Venezia. Serviranno almeno due anni dal momento in cui la Sovrintendenza e gli altri enti preposti daranno il via libera ma il progetto — commissionato dal Consorzio Venezia Nuova ed elaborato dalla Ati Kostruttiva, Thetis e Mate Engineering — prevede di posare una barriera alta alcuni decimetri lungo la riva del Molo che si affaccia sulla laguna.
I cunicoli sotterranei
A ridosso dei monumenti come il ponte della Paglia, la Marciana e il Palazzo Ducale saranno preferite basse barriere estraibili di legno o di
metallo, che possano essere rimosse quando la marea è bassa. Importante è isolare con “valvole di non ritorno” i quattro passaggi sotterranei attraverso cui l’acqua potrà scolare all’esterno ma non potrà risalire. Le acque piovane saranno ributtate in canale da sette pompe capaci di scaricare 700 litri al secondo.
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