Un milione di italiani fuma sigarette elettroniche
I numeri dell’Osservatorio myblu – GFK sui dispositivi per controllare la dipendenza da nicotina
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Sono meno dannose delle sigarette normali, certo, ma comportano dei rischi per la salute e città come San Francisco hanno deciso di vietarle. Tuttavia, le sigarette elettroniche, dispositivi usati per controllare la dipendenza da nicotina, in Italia stanno ancora trovando mercato. Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio myblu – GFK, sono utilizzate da un milione di consumatori, pari al 2,1% della popolazione adulta (erano 883.000 a fine 2018).
Minori danni alla salute
Il trend, scrive il rapporto, «è alimentato da un evidente passaggio negli ultimi mesi dal tradizionale ai prodotti di nuova generazione (NGP), cioè i dispositivi alternativi alla sigaretta in cui non c’è combustione di tabacco o non è presente tabacco. Del campione analizzato, infatti, il 36% ha scelto uno di questi prodotti solo negli ultimi 3-6 mesi». L’avvertenza, che arriva dalla Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, è che dietro le sigarette elettroniche - benché meno dannose del catrame da combustione delle sigarette tradizionali - si annidano rischi ancora non chiariti dalla scienza, sia perché «il riscaldamento del glicole propilenico e della glicerina può̀produrre formaldeide e acetaldeide, entrambi potenziali cancerogeni, anche se le quantità associate al consumo di e-cig appaiono modeste» sia per i composti usati per aromatizzare l’aerosol.
Insomma, molte ricerche stanno andando avanti, in particolare sui composti usati per l’aerosol, ma il giudizio degli utilizzatori sembra positivo: circa il 70% - secondo myblu – GFK - ritiene che queste sigarette elettroniche «siano meno dannose per la salute rispetto alle tradizionali, mentre il 63% le considera come uno strumento utile a diminuire ridurre o abbandonare il fumo. Di pari passo la preoccupazione per i rischi derivanti dal fumo passivo per il 62% degli intervistati».
«Anche se permane ancora l’abitudine di utilizzare i prodotti di nuova generazione (NGP) in abbinamento ad altri prodotti del tabacco come sigarette e tabacco trinciato, i dati evidenziano che sta crescendo la quota dei cosiddetti esclusivisti degli NGP, cioè coloro che hanno rinunciato del tutto a fumare sigarette tradizionali a favore dei prodotti alternativi: dalla rilevazione del 2019 emerge che sono cresciuti di 5 volte rispetto al 2015. Mentre più di un fumatore su due ha introdotto un prodotto di nuova generazione tra le sue abitudini di consumo, sia provandolo episodicamente sia diventandone consumatore abituale»
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