Un nuovo dossier greco sul tavolo di Snam
di Sissi Bellomo
2' di lettura
Snam potrebbe presto muovere un’altra pedina nella delicata e sempre più complessa partita per il mercato del gas nel Mediterraneo e nell’Europa Centrale. La società italiana, già azionista del gasdotto Tap, potrebbe guadagnare attraverso la partecipata Desfa anche un interesse nel nuovo terminal greco per il Gnl di Alexandroupolis, un’unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione che dovrebbe essere operativa al largo della Grecia entro il 2023: un’opera strategica, che consentirebbe non solo ad Atene, ma anche all’area dei Balcani di emanciparsi ulteriormente dalla dipendenza dal gas russo e che per questo motivo gode del forte sostegno politico degli Stati Uniti.
Gastrade, il consorzio che sta realizzando e che gestirà il terminal, ha allargato la compagine azionaria alla società bulgara Bulgartransgaz, che nel mese di agosto 2020 aveva rilevato il 20%. Ma la stampa greca prefigura già l’arrivo di un nuovo socio, il quinto: si tratta per l’appunto di Desfa, che secondo la testata Energypress sarebbe «a un passo» dall’accordo per aggiudicarsi una quota analoga. L’annuncio potrebbe arrivare entro fine mese.
In seguito alla privatizzazione del 2018 Desfa, operatore ellenico delle infrastrutture gas, è controllata al 66% da Senfluga, di cui Snam a possiede il 54%, in società con la spagnola Enagàs (18%), la belga Fluxys (18%) e la Damco del gruppo greco Copelouzos (10%). Quest’ultimo è anche il socio principale di Gastrade, il consorzio per il rigassificatore che verrà collocato al largo di Alexandroupolis, poco lontano dal confine turco.
La quota di Gastrade, oggi del 40%, scenderebbe secondo i rumor al 20% allineandosi a quella degli altri soci (oltre ai bulgari, Gaslog e Depa): un passo indietro per fare posto agli alleati di Desfa, che porterebbero – anche grazie a Snam – competenze preziose.
La società guidata da Marco Alverà possiede il terminal Gnl di Panigaglia (La Spezia), da circa un anno controlla l’Olt di Livorno ed è socia di Adriatic Lng (Rovigo). La stessa Desfa gestisce l’unico rigassificatore greco oggi in funzione, quello di Revithoussa, nell’Attica, che ha permesso ad Atene di compiere i primi passi per attenuare una doppia, rischiosa dipendenza: quella da Gazprom e quella dal transito via Turchia, Paese con cui rapporti sono sempre più tesi, da cui passeranno anche le forniture azere in arrivo con il Tap.
Nella prima metà di quest’anno le importazioni greche di Gnl sono quasi raddoppiate, a 1,9 miliardi di metri cubi (Bcm). I volumi dagli Usa sono quadruplicati, a 1 Bcm.
Con Alexandroupolis Lng la capacità di ricevere gas liquefatto aumenterà (da 7 a 13 Bcm), rafforzando l’ambizione della Grecia di diventare l’hub del gas dell’Europa centro-meridionale. La Bulgaria è in prima fila per ottenere forniture via Grecia, sempre che riesca a completare rapidamente l’interconnettore Igb, gasdotto sostenuto da fondi Ue che Sofia sta realizzando – non senza difficoltà – insieme a Igi Poseidon (jv paritaria tra Depa ed Edison).
- Argomenti
- Alexandroupolis
- Gastrade
- gas
- Atene
- Desfa
loading...