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Un nuovo income

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Un nuovo income
Stando ai risultati della ricerca condotta su un campione di popolazione italiana, il 53% degli investitori italiani avrebbe come primo obiettivo la generazione di reddito, che oggi però è diventata ardua impresa, dopo la crisi finanziaria globale. Le fonti di rendimento tradizionali, come i depositi di contanti e i titoli di Stato, sono sotto stress, se si considera che ormai da molti anni i tassi d’interesse globali e i rendimenti obbligazionari sono fermi su livelli che permangono bassi.

Come emerge dalla Figura 1 riportata sotto, oltre l’80% del mercato obbligazionario globale ha reso meno del 2% e quasi un quarto offre rendimenti negativi. Dopo essersi attestata al 2,2%, il livello massimo dal 2018 per l’Eurozona, l’inflazione non ha fatto altro che aggravare il problema, superando i rendimenti degli investimenti.

Questi fattori risultano particolarmente problematici per i risparmiatori italiani in cerca di un reddito sostenibile negli anni della pensione o di fondi per coprire uscite quali un mutuo (i tassi dei mutui ipotecari si aggirano in media al di sopra dell’1,6%).

Molti investitori orientati al reddito sono consapevoli del contesto sfidante; dalla ricerca di Invesco è infatti emerso che il 41% degli investitori italiani ritiene necessario investire in soluzioni che generino rendimenti elevati. Tuttavia, se si considera che il 47% afferma di sentirsi scoraggiato dai prodotti disponibili, la strada da seguire potrebbe non risultare perfettamente chiara.

Per risolvere queste problematiche, diventa necessario ripensare le strategie di reddito tradizionali e trovare nuove idee.

Caratteristiche principali
•Molte fonti di reddito tradizionali generano rendimenti inferiori all’inflazione, situazione non sostenibile nel lungo periodo per gli investitori
•È possibile individuare sacche di rendimento mediante strategie d’investimento più innovative, capaci di combinare approcci diversi
•Gli investitori possono guardare oltre i rendimenti dei titoli di Stato e cercare fonti di rendimento alternative basate su soluzioni d’investimento flessibili.

Un approccio combinato
Diversificare l'investimento con l’inserimento di obbligazioni e azioni all'interno di una strategia mista può essere un modo per affrontare la sfida posta dal contesto di rendimenti bassi.

In genere queste asset class complementari offrono propulsori di rendimento decorrelati e si prefiggono di conseguire un equilibrio tra reddito e apprezzamento del capitale sul medio-lungo periodo. Per gli investitori orientati al reddito, le azioni hanno infatti un ruolo importante come strumento capace di generare rendimenti superiori all’inflazione grazie all’apprezzamento del capitale e ai dividendi.

Benché l’esposizione azionaria possa accrescere il rischio di volatilità, le obbligazioni e i contanti dovrebbero fungere da zavorra e proteggere dai ribassi nelle fasi di mercato difficili. Lo scopo è far sì che le azioni compensino la volatilità con un profilo di rendimento superiore e, malgrado la diminuzione dei pagamenti dei dividendi durante la pandemia, fare in modo che l’esposizione ad azioni, che versano dividendi, aiuti a generare solidi rendimenti, come mostrato dalla Figura 2.

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La convenienza delle obbligazioni convertibili
Con la ricerca di modi nuovi per generare reddito da parte degli investitori, la popolarità delle obbligazioni convertibili è cresciuta, raggiungendo l’anno scorso il livello di emissioni più alto dal 2007. Questa tipologia di attivi ha punti in comune con le obbligazioni più tradizionali, in quanto paga un rendimento predefinito sotto forma di cedola.

Tuttavia, la differenza principale consiste nel fatto che gli investitori più speculativi possono convertire l’obbligazione in azione se la posizione sale oltre un certo prezzo, ottenendo quindi un beneficio se il valore del titolo sale. L’emergenza Covid ha reso evidente questo fenomeno: come mostrato dal Refinitiv Global Focus Index, le obbligazioni convertibili bilanciate hanno protetto gli investitori da oltre il 60% delle perdite registrate dal mercato azionario a febbraio e marzo 2020, raggiungendo però il 65% dei guadagni del mercato azionario nel rally protrattosi fino a fine novembre.

Le AT1 (Additional Tier 1) sono un altro tipo di obbligazione convertibile che ha riscosso l’interesse degli investitori dopo la crisi finanziaria globale. Sono emesse da istituti finanziari, nella stragrande maggioranza dei casi di grandi dimensioni, benché presentino un profilo di rischio superiore rispetto al debito investment grade. A causa della classificazione “junior” nella struttura del capitale (vale a dire che altri detentori di attivi potrebbero essere ripagati prima, in caso di insolvenza di una società), le AT1 pagano una cedola più elevata rispetto ai bond tradizionali e solitamente offrono rendimenti superiori, che possono andare dal 4% al 10% a seconda delle dimensioni e della qualità dell’istituto.

Le obbligazioni convertibili possono costituire una soluzione valida per gli investitori che desiderano rinnovare i portafogli obbligazionari tradizionali e sfruttare le diverse condizioni di mercato.

Alla ricerca di rendimento
Anche se i rendimenti dei titoli di Stato sono bassi, esistono opportunità che aspettano di essere colte tra i titoli dei governi locali.

I bond municipali sono legati ai gettiti d’imposta, sensibili alla crescita, negli Stati USA, ovvero in genere sovraperformano quando le prospettive economiche a livello nazionale iniziano a rasserenarsi o quando i tassi d’interesse salgono. Queste condizioni favorevoli potrebbero essere più presenti nei mercati statunitensi, alla luce del protrarsi della ripresa dal Coronavirus e dell’aumento dei tassi d’interesse per tenere sotto controllo l’inflazione.

Spesso i bond municipali esibiscono caratteristiche interessanti in termini di rating creditizi e tasso di default (ovvero la probabilità che una società non sia in grado di ripagare il prestito), il che li rende un’alternativa interessante agli strumenti investment grade. Il 92% degli emittenti municipali considerati da Moody’s ha ricevuto un rating “A” o superiore, contro appena il 25% degli emittenti societari globali. Analogamente, il tasso di default a dieci anni dei bond municipali investment grade era dello 0,10% a fronte del 2,28% per le obbligazioni societarie.

È importante notare come i rendimenti generati per gli investitori in obbligazioni abbiano sovraperformato anche gli altri investimenti nel reddito fisso statunitense. Nel primo semestre del 2021, i bond municipali investment grade e high yield hanno reso rispettivamente l’1,06% e il 6,13%. Questi dati appaiono positivi se raffrontati con le obbligazioni societarie high yield, le obbligazioni societarie investment grade e i Treasury USA, i cui relativi rendimenti esibiti al 30 giugno erano del 3,62%, del -1,27% e del -2,58%.

Ripensare il portafoglio
Durante la pandemia i mercati si sono dimostrati abbastanza ostili per gli investitori orientati al reddito. L’incertezza si è tradotta in un calo dei dividendi azionari nei principali mercati, complicando la generazione di rendimenti significativi, mentre i “beni rifugio”, come la liquidità e i titoli di Stato, hanno generato rendimenti scarsi.

Con l’aumento dell’inflazione, è importante che gli investitori rivedano i propri portafogli e valutino la sostenibilità dei rendimenti. Ciò potrebbe incoraggiare a ripensare il proprio approccio ed esplorare opzioni più innovative, capaci di generare rendimenti totali su un ventaglio di investimenti più ampio.

Come mostrato nella Figura 3 qui sotto, la curva di rischio/rendimento cela una serie di opportunità che potrebbero ricompensare gli investitori con i rendimenti più alti di cui hanno bisogno per raggiungere i loro obiettivi.

Avviso di rischio
Il valore degli investimenti e qualsiasi reddito da essi derivante possono oscillare. Ciò è dovuto in parte a fluttuazioni dei tassi di cambio. Gli investitori potrebbero non ottenere l’intero importo inizialmente investito.

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