Un nuovo paradigma economico per un mondo sempre meno popolato
Per affrontare i problemi creati dal declino demografico, i governi devono smettere di fare affidamento sugli stimoli fiscali e monetari
di Brad Slingerlend
4' di lettura
Nel film del 1973 “2022: I sopravvissuti”, gli impatti cumulativi della sovrappopolazione dilagante, dell'inquinamento e del cambiamento climatico avevano sconvolto la terra al punto che, nel 2022, la Soylent Corporation produceva l'unica fonte di cibo rimanente, che Charlton Heston, nel ruolo di un detective, scopre contenere resti umani.
Per fortuna questa visione distopica di quello che adesso è il nostro presente, che all'epoca non era così insolita, si è rivelata totalmente erronea (come la maggior parte delle previsioni). Mentre il cambiamento climatico e l'inquinamento sono sicuramente tra i nostri nodi gordiani più opprimenti, la paura della sovrappopolazione potrebbe rivelarsi esagerata.
A oggi, la più grande preoccupazione a livello demografico è che ci stiamo riproducendo a un ritmo troppo lento per sostenere la crescita economica globale ai livelli a cui siamo abituati.
Per mantenere la popolazione mondiale stabile, “il livello di fertilità per la sostituzione”, o il numero medio di bambini nati per ogni donna, dev'essere di circa due. La cifra a livello globale è stata di 2,4 nel 2019, secondo la Banca Mondiale, con solo l'Africa sub-sahariana (4,6), il mondo arabo (3,2), il Medio Oriente e il Nord Africa (2,8) e l'Asia del Sud (2,4) che hanno superato il tasso di sostituzione su base locale.
Con una popolazione globale di circa 8,7 miliardi a inizio 2022, un tasso di fertilità di 2,4 corrisponde a quasi 100 persone in più ogni 40 secondi, 100 volte di più il tasso di crescita annuale della popolazione statunitense attuale, sceso a un record dello 0,1% nel 2020.Gli Stati Uniti non sono un'eccezione. Stando alla Banca Mondiale, tra le 10 maggiori economie del mondo, solo l'India ha un tasso di sostituzione superiore a 2,1.
Con quasi tutti i Paesi sviluppati (si legga: i maggiori consumatori) che registrano tassi di natalità inferiori al livello di sostituzione, la crescita economica potrebbe iniziare a tentennare, le società potrebbero faticano a trovare forza lavoro e ad ampliare la propria base di consumatori.
La crescita degli Stati Uniti dipende fortemente dai consumi personali, che ammontano al 69% del Pil e che saltano da 48mila dollari l'anno dai 25 ai 35 anni a circa 60mila dollari tra i 45 e 54, prima di scendere a 35mila dai 75 anni in su.
In altre parole, il consumo raggiunge il suo apice durante gli anni in cui ci si prende cura dei propri bambini.
La preoccupazione è ulteriormente giustificata dai dati che mostrano che la formazione di nuovi nuclei familiare negli Stati Uniti è scesa a minimi record, al di sotto del 9% dal 2010 al 2020 dopo un debole progresso dell'11% nel primo decennio del millennio. Una conseguenza di questo rallentamento è che le persone posticipano l'essere genitori. La proporzione di americani che alla fine dei loro vent'anni erano single e senza figli è salita al 54% nel 2013, rispetto al 36% del 1986.
Storicamente, l'immigrazione è stata uno strumento chiave utilizzato dagli Stati Uniti e da altre nazioni per evitare la stagnazione vissuta dal Giappone. Tuttavia, il combinarsi di Covid e di politiche restrittive negli ultimi anni hanno portato a un'immigrazione netta negli USA di sole 247mila persone nel biennio 2020-2021, al di sotto del livello di 1.049.000 del 2015-16, secondo lo US Census Bureau.
Sembra perciò plausibile che le nazioni, nei decenni a venire, useranno degli incentivi per attrarre più immigrati – a fine 2018 per esempio il Giappone ha introdotto una legge per incoraggiare gli stranieri a trasferirsi, per compensare il declino di 400mila abitanti in meno all'anno.
I cali demografici significano l'innesco di una bomba a orologeria per l'economia. Secondo l'US Census Bureau, la popolazione al di sotto dei 18 anni è scesa dell'1,4% dal 2010-20 e, criticamente, per almeno quattro anni a partire dal 2022, si prevede che la crescita del numero di adulti in età lavorativa (20-64) diventi negativa per la prima volta. Si ricordi che i consumatori rappresentano quasi il 70% del Pil.
Allo stesso modo, l'Office of National Statistics del Regno Unito ha dichiarato lo scorso 12 gennaio che si aspetta che le morti siano 1,4 milioni di volte più alte delle nascite dal 2020 al 2045.
I cali nell'offerta di lavoro dovranno essere compensati dai miglioramenti della produttività, potenziati da grandi temi tecnologici come la connettività mobile, l'Internet delle cose, il cloud computing, i software aziendali, l'intelligenza artificiale e l'automazione. Sia i lavori da colletti blu che da colletti bianchi necessiteranno di essere automatizzati o eliminati con robotica e software.
Ne risulta che i politici che cantano l'inno dell'età industriale di “far crescere la torta il più velocemente possibile”, che ha caratterizzato le ultime centinaia di anni, dovranno affrontare la resa dei conti.
I politici solitamente di rifanno ad Adam Smith, che ne La ricchezza delle nazioni individuava i principali elementi di crescita economica nell'incremento della popolazione e nel reinvestimento produttivo dei profitti. Ma se la crescita dell'offerta del lavoro, e per estensione dei clienti totali, vacilla, l'onere di finire il lavoro ricade sul secondo meccanismo del capitalismo di Smith. Il problema è che le società dell'era digitale, dipendenti dall'informazione, richiedono molto meno capitale rispetto alle loro equivalenti dell'età industriale, ad alta intensità di risorse, lasciando il mondo pieno di denaro e con poche opzioni per farlo fruttare in modo produttivo.
Per affrontare i problemi creati dal declino della popolazione e per tenere l'economia e i profitti in crescita su base pro capite, i governi devono smettere di fare affidamento sugli stimoli fiscali e monetari inflazionistici per far crescere la torta, e piuttosto devono trovare modi per distribuire la torta esistente in modo più uniforme, incentivando i guadagni di produttività per mezzo della tecnologia deflazionistica.
Mentre il sovrappopolamento ha contribuito fortemente alla creazione del paesaggio infernale dipinto in “2022: i sopravvissuti”, le ramificazioni di un tasso di fertilità globale in declino potrebbero essere altrettanto significative, sovvertendo secoli di teorie e pratiche capitaliste e richiedendo un nuovo paradigma per gestire la transizione a una crescita minore per più tempo.
Brad Slingerlend è cofondatore e investitore di NZS Capital
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