Un patto trasversale sul Recovery Plan, Roma tenta il rilancio
Tutte le forze politiche hanno interesse alla poltrona di sindaco ma serviranno risorse e progetti Rebecchini (Ance): intesa su opere e fondi, poi vinca il migliore
di Giorgio Santilli
3' di lettura
La politica non ha sempre a che fare con la logica. Eppure sono molti, nella società civile ed economica romana, a vedere dietro il grande scontro politico del 2021 - le elezioni del nuovo sindaco della Capitale - una occasione unica di rilancio per la città. Auspici e previsioni favorevoli non sono indotti dal teatro e dai riti della politica, dalle solite alchimie stucchevoli di candidati, schieramenti e liste, di cui già si intravvedono le avvisaglie, quanto da una doppia consapevolezza: la prima è che la poltrona di sindaco è ambitissima come mai da tutti i partiti politici di destra, di sinistra e di centro, per ragioni politiche diverse ma tutte molto forti; la seconda è che senza risorse finanziarie, progetti chiari e almeno un nocciolo di riforma istituzionale, anche il prossimo sindaco potrà poco o nulla per rimettere in piedi la città, paralizzata dal groviglio di nodi che la affondano ormai da anni.
Lo schema si propone non in un momento qualunque. Ed è proprio la circostanza temporale a dargli una facciata di realismo. Buona parte dell’autunno sarà impegnato dal governo - in una cornice nazionale che non potrà non coinvolgere anche le opposizioni - a individuare un piano credibile di grandi priorità di sviluppo per l’Italia cui destinare alcune centinaia di miliardi di fondi in arrivo dall’Unione europea. Non è ancora chiaro che ruolo avranno le città nel Recovery Plan ma non c’è dubbio che nelle grandi città c’è oggi il motore dello sviluppo mondiale e in questo senso Roma costituisce uno spreco per l’intera Italia (si veda l’articolo sotto). La politica, alzando un po’ lo sguardo oltre il brevissimo periodo, potrebbe dare lustro, benzina, concretezza alla battaglia elettorale per Roma.
Pochi, per ora, vengono allo scoperto, forse perché le grandi manovre per Roma cominceranno dopo il voto per le regionali. Ma il tema circola fra chi ha a cuore il rilancio romano, a partire dalle imprese che ci lavorano. Il presidente dell’Ance Roma, Nicolò Rebecchini, per esempio, non si fa pregare, non solo a stilare le priorità infrastrutturale e di servizio per Roma: dalla metropolitana linea C e B1 e prolungamento della B, all’anello ferroviario, dalla gestione dei rifiuti a un assetto più ordinato delle municipalizzate, dai progetti di rigenerazione urbana, di sostituzione edilizia, vera risposta agli obiettivi green che l’Europa chiede, alla manutenzione straordinaria del patrimonio pubblico del Comune, dal sostegno alle famiglie con concreti aiuti a contrarre mutui, al rilancio del settore turistico colpito dal Covid. Ma anche a dire a quali condizioni tutto questo può diventare realtà. «Serve oggi più che mai - dice Rebecchini - un patto trasversale tra tutte le forze politiche che guardano a Roma con interesse per individuare un certo numero di progetti strategici, per garantire le risorse necessarie a finanziarli e anche per garantire al futuro sindaco poteri da supercommissario. Fatto questo patto trasversale, si potrebbe dire: vinca il migliore».
Sarebbe un segnale davvero importante per la città e per il Paese. Sarebbe un patto capace di alzare immediatamente il livello della competizione elettorale a Roma e probabilmente in Italia. Il primo effetto concreto sarebbe che tanti big, che oggi si defilano quando si chiede loro di scendere in campo, potrebbero trovare la cornice giusta per ripensarci.
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