Un pezzo alla volta: ecco come nasce, dietro le quinte, una borsa di alta moda
Minuteria, rivetti, cuoio, piedini, charm, manici, passavela: per realizzare un accessorio iconico servono centinaia di pezzi, l'abilità manuale di risolvere un puzzle e la giusta dose di hi-tech
di Caterina Maconi
5' di lettura
Veri oggetti del desiderio. Classicissime in cuoio, suede, tweed, o rivisitate con paillettes, canvas o jeans. Iconiche nei profili, basta un dettaglio per indovinarne la forma. Rese indimenticabili da attrici, protagoniste di scatti rubati in mano a principesse o cantanti, le it bag sono storicamente pezzi di culto: desiderate, osannate, da collezione, finiscono per essere conosciute da tutti, anche da chi non è cultore della materia. Quello che invece è poco noto è il lavoro artigianale che si cela dietro a questi oggetti perfetti: a giustificarne il successo – e il prezzo – è il disegno, la fattura, la realizzazione. Mani esperte seguono ciascun passaggio della loro creazione, spesso si tratta di professionisti che studiano anni prima di potersi dedicare alla confezione di questi prodotti, o anche solo a un passaggio del complesso iter che le vede nascere. Ore di laboratorio, il taglio della pelle, la minuteria da assemblare, la cucitura. Ci sono passaggi ancora completamente hand made, talora invece la tecnologia arriva in soccorso, ma sempre abilmente manovrata da occhi esperti. Proviamo dunque a scomporre quattro borse da sogno, andando alla scoperta dei pezzi che, un passo alla volta, le creano ripercorrendo quel meccanismo magico che, da un disegno, arriva a dare corpo all'oggetto.
Funzionalità e vocazione alla modernità sono gli ingredienti con cui Coco Chanel ha immaginato la sua creazione più famosa, la 2.55, la matrice di tutto. È il 1929 quando Mademoiselle dice di essere «stanca di dover tenere in mano la borsa e di perderla». Soluzione: «Aggiungo una cinghia e la porto a tracolla». L'ispirazione arriva dalla bisaccia dei militari: dotata di spallaccio, lascia le mani libere. Coco lancia dunque la prima versione femminile: in jersey nero o blu scuro e foderata in grosgrain, come le divise del convitto della sua infanzia. Nel 1955, una nuova edizione: la borsa viene forata per far passare una catena invece della striscia di cuoio; un dettaglio che le vale l'immediato ingresso nella storia della moda con il nome 2.55 (come la data di nascita dell'accessorio: febbraio del 1955). Oggi viene interpretata in numerose versioni – dal vitello invecchiato al jeans, dalle paillettes al tweed, dal formato maxi al vanity case –, ma il disegno resta quello delle origini: due patte, il matelassé a losanghe, la famosa tracolla a catena-bracciale, intrecciata, la tasca interna per tenere il rossetto (e lo spazio dove, si diceva, Coco tenesse le lettere dei suoi amanti). Per realizzarla, negli Ateliers de Verneuil-en-Halatte, una delle eccellenze della maison, a nord di Parigi, sono necessarie 180 operazioni e 15 ore: il compito è affidato agli artigiani dopo una formazione di almeno cinque anni. Si inizia dal taglio della pelle, si passa alla trapuntatura con la tecnica del “point droit de couturière”, si montano a mano il corpo interno e la base. «L'interno deve corrispondere all'esterno», diceva Gabrielle Chanel, così la pelle riveste come una fodera. Borsa 2.55 in vernice con catena e chiusura nero lucido, CHANEL (da 4.350 € per la versione mini).
L'inequivocabile logo a triangolo, comparso per la prima volta sui bauli disegnati da Mario Prada nel 1913. La fibbia maxi, in onore del modello originale. L'omaggio alla vela, grande protagonista delle vicende del brand. E la caratteristica nappa. Prada ripensa e ripropone per questa stagione un modello distintivo della sua storia degli anni Duemila, la borsa a spalla per eccellenza: la Moon. Una rivisitazione che incarna la sintesi di elementi specifici del marchio, sia recuperati dall'archivio, sia mutuati dai pezzi diventati iconici nel tempo, o più semplicemente testimoni del passato e del presente del brand. Dettagli apparentemente lontani che convivono in un concentrato armonico che carica la borsa di nuovi significati. Così la fibbia in metallo richiama subito il modello originale, quello della primavera/estate 2002, quando il nylon passò dall'essere un tessuto tecnico a un materiale di alta moda, rompendo l'egemonia della pelle. Torna la passavela, che diventa un elemento appartenente alla struttura, oltre che un particolare decorativo che ricorda le regate (aspettando la Coppa America 2024 di Barcellona: la nuova Luna Rossa è già stata definita una purosangue), mentre la nappa compare in una nuova interpretazione grazie a una lavorazione che le conferisce un effetto quasi imbottito. C'è poi il logo triangolo in metallo smaltato, che la firma e la rende riconoscibile a colpo d'occhio. La silhouette curvilinea è definita dai manici, dalla tracolla e dal portachiavi removibile ton sur ton. Onda, cedro, geranio e mango sono le tonalità monocromatiche in cui viene proposta. Colori saturi che ricordano la moda di inizio Millennio. Borsa Moon in nappa imbottita, PRADA (1.950 €).
Margherita è la borsa simbolo di Franzi, storico brand di pelletteria milanese – uno dei marchi di pelletteria di lusso più longevi d'Italia, nel tempo fornitore di quattro case reali – portato a nuova vita nel 2021. Riedizione d'archivio di un modello del 1940, Margherita, così battezzata in onore di Margherita di Savoia, è la protagonista del secondo tempo dell'azienda: un concentrato di studi tecnici, minuteria e savoir-faire con un disegno rinnovato che richiama i codici estetici del viaggio. La borsa ha una doppia tasca, sul fronte e sul retro, e un vano centrale. Quest'ultimo si apre dall'alto, con un bottone e un sistema a cerniera. «Il risultato fa pensare a tre borse in una: un progetto complesso, reso possibile dall'abilità dell'artigiano nella gestione della pelle. Un tocco che rende il tutto molto contemporaneo», commenta Marco Calzoni, fautore della rinascita di Franzi. Un esempio: «Il perno centrale, metallico, viene ricoperto di pelle: un'attenzione minuziosa che rende il prodotto ambizioso dal punto di vista della tecnica, ma non solo. Volevamo che il nostro ritorno fosse segnato da un pezzo iconico, importante, riattualizzato. Ci sono voluti due anni per arrivare al punto desiderato». Ogni Margherita viene realizzata tra Milano e Scandicci da una coppia di artigiani che nella fase finale assembla 178 pezzi tra metalleria, rivetti, cuoio, piedini: un'operazione che richiede più di 12 ore. Solo la parte metallica della cerniera, infatti, è composta di oltre 50 parti. Conclude il rilancio la possibilità di scegliere tra le varianti: «Due taglie, 20 colori e quattro pellami: vitello liscio, agnello, capretto e il nostro cuoio Franzi». Borsa Margherita, modello medio, FRANZI (4.700 €).
Artigianalità e innovazione sono i due poli attorno a cui Dior ha costruito il progetto della nuova Lady 95.22, che ha debuttato lo scorso inverno. Innanzitutto, il nome: un omaggio al 1995, anno di creazione della Lady Dior (la preferita di Lady Diana, da quando l'ebbe in regalo dall'allora première dame di Francia, Bernadette Chirac) e al 2022, data che la consacra nella sua nuova veste. Rivisitata per essere trait d'union tra passato e presente, la borsa – il cui nome originale era Chouchou – vede ripensate le linee emblematiche del modello base: il motivo macrocannage che la caratterizza è stato reinventato in due versioni e realizzato con una tecnica ad alta frequenza. Si tratta di un processo in più fasi: la pelle utilizzata attraversa più passaggi di selezione, poi viene tagliata a mano, infine lavorata usando la cosiddetta wave energy.
La combinazione di calore e pressione consente agli artigiani di conferire al materiale il volume desiderato, scolpito con forme leggermente ricurve rispetto alla trapuntatura tradizionale, sottolineando ulteriormente la silhouette del modello. Già oggetto di svariate reinterpretazioni, la borsa entra qui nella sua fase finale: Lady 95.22 si fregia di un motivo maxicannage che disegna il fondo, ha una tracolla in pelle che moltiplica le modalità di utilizzo e i manici in pelle e metallo, impreziositi dai signature charm, che richiamano i simboli portafortuna di Monsieur Dior, che nella vita portava sempre un quadrifoglio nel taschino. Borsa Lady 95.22 in pelle macrocannage nera con finiture color oro, dimensione media, DIOR (5.900 €).
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