«Un piccolo favore»: segreti e bugie per un bel thriller al femminile
di Andrea Chimento
2' di lettura
Weekend al femminile con il thriller «Un piccolo favore», film ricco di misteri con protagoniste Anna Kendrick e Blake Lively.
Diretta da Paul Feig, la pellicola racconta di Stephanie, madre vedova e blogger sempre impegnata, che si ritrova improvvisamente ad affrontare la scomparsa dell'amica Emily, una mamma super glamour dalla vita in apparenza perfetta. Dietro la sparizione, si nascondono tradimenti, segreti e rivelazioni inattese.
Noto per diverse commedie come «Le amiche della sposa» e «Spy», oltre che per il reboot al femminile di «Ghostbusters», Paul Feig cambia registro e si lancia in un thriller dalle atmosfere simili a quelle del bellissimo «L'amore bugiardo» di David Fincher.
I livelli raggiunti da quest'ultimo sono indubbiamente molto lontani, ma «Un piccolo favore» è comunque un prodotto efficace nell'intrattenere e sorprendere.
Se già vedere Feig affrontare un genere tanto diverso è un colpo di scena, anche nel corso della pellicola sono diverse le svolte inattese e capaci di incuriosire.
Non sempre i vari stili (ci sono anche passaggi da commedia nera) sono ben amalgamati e, anzi, in alcuni momenti sembra che il regista perda un po' le redini dell'operazione, ma il film risulta godibile fino alla fine e l'approfondimento psicologico sulle protagoniste non è da sottovalutare.
Altro personaggio femminile realizzato con cura è quello di Lisa Spinelli, maestra d'asilo con la passione per la poesia, al centro di «Lontano da qui» di Sara Colangelo.
Pur non possedendo un grande talento, la donna sa riconoscere quello altrui e rimane folgorata da Jimmy, un bambino della scuola materna dove insegna, che compone con disinvoltura poesie impressionanti per la sua tenera età: Lisa decide di proteggerlo da una società indifferente al suo talento e fa il possibile per educarlo, finendo tuttavia per spingersi ben oltre i limiti della sua professione.
Remake del film israeliano «The Kindergarten Teacher» (2014) di Nadav Lapid, l'opera seconda di Sara Colangelo, italiana cresciuta professionalmente negli Stati Uniti, è un lungometraggio capace di appassionare e scuotere, grazie alle interessanti tematiche che mette in scena.
L'ossessione della maestra verso il talentuoso Jimmy è uno spunto su cui riflettere a lungo anche al termine della visione, seppur l'andamento narrativo sia altalenante, tra alcune sequenze ben assestate (il finale compreso) e altre che possono risultare piuttosto forzate.
Si potrebbe criticare anche la scarsa attitudine a distaccarsi almeno un po' dal film israeliano di partenza, ma «Lontano da qui» ha diversi punti a suo favore, a partire da una fotografia pregevole e dalla notevolissima performance di Maggie Gyllenhaal nei panni dell'insegnante.
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