Un premio seleziona i Maestri d'Eccellenza del Made in Italy
Alla Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale si apre la settimana della moda con la premiazione dei vincitori delle tre categorie: gli emergenti, gli innovatori e i professionisti di tradizione. E HTSI presiede la giuria.
di Redazione
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La materia dei sogni può essere duttile e trasparente come vetro e fatta di polvere di mare. Oppure traforata e invisibile come una rete da pesca, o piena di occhi come una buccia d'ananas. C'è chi intesse arazzi parlanti e tappeti cantastorie e chi i racconti li affida alla voce figurata delle conchiglie. Chi dipinge abiti impalpabili e cangianti come vapore acqueo e chi preferisce incidere la sua sfida onirica nella pietra. E ancora: chi investe sulla testa e chi sul cuore. Nove artigiani, nove narrazioni affidate alle mani, a quella capacità d'immaginare che è plasmare. Sono i finalisti del Premio Maestri d'Eccellenza, ideato da Lvmh – un format già consolidato in Francia – e approdato in Italia, col supporto di Camera della Moda, Confartigianato e Fendi. Tre le categorie: gli emergenti, gli innovatori e i professionisti di tradizione, impegnati nella trasmissione del saper fare. Tre soli i premiati, che saranno proclamati in apertura della Fashion Week milanese, il 19 settembre, alla Sala delle Cariatidi. Delle oltre trecento candidature arrivate dal Piemonte alla Sicilia, dal Nord al Sud, sono Luisa Cevese, Kristhel Jimenez, Francesca Nori e Fabrizio Moiani, Lara Pontoni, Maria Lucia Squillari, Ilaria Soncini e Gemma Vernò, Pasquale e Fabio Ottaviano, Massimo Bilotta, Renzo e Leonardo Scarpelli a incarnare il talento creativo che si fa impresa, la ricerca che diventa pratica, puro made in Italy. Quale presidente della Giuria, che ha dovuto vagliare e selezionare i migliori artigiani, penso che ognuno dei nove finalisti abbia già vinto per la sua storia di resistenza e innovazione.
Tutti esprimono valore, contenuto, abilità tecniche e qualità originale: perciò meritano il palcoscenico di una mostra a Palazzo Reale e di queste pagine. Che il premio si svolga in Italia è una prima assoluta e le ragioni sono molte. Per cominciare la ricchezza della filiera e un patrimonio di mestieri che fanno parte dell'identità del nostro Paese, oltre che della sua ossatura produttiva. Le grandi maison del lusso vengono in Italia a cercare manufatti pregiati e trovano lavorazioni manuali di antica tradizione, sempre più rare. E qui sta la seconda ragione del premio: il ricambio generazionale, la trasmissione del sapere, la necessità di dare un futuro a competenze e virtuosismi che si apprendono solo condividendo tempo ed esperienza. Quando, più di un anno fa, sono stata invitata a far parte di questo progetto, la responsabilità di raccontare e far conoscere è stata subito evidente. Se il cuore di HTSI è la matrice feconda dell'how-to-do, il potere generativo di una fattura paziente, dove agire è esprimere, allo stesso modo ogni oggetto artigianale è il risultato di un percorso che conserva traccia delle sue trasformazioni e delle persone che lo hanno forgiato in materia viva, sensibile, affettiva, estetica. Ne parliamo con la persona che guida i Métiers d'Excellence, Alexandre Boquel. «In Francia il premio esiste da tre anni ed è cresciuto nel tempo, decuplicando la partecipazione. Nella nostra cultura la centralità del savoir-faire è un riflesso storico, risale al regno di Luigi XIV e al suo ministro Jean-Baptiste Colbert, che diede nobiltà ai laboratori manifatturieri, dalle ceramiche di Rouen alle tappezzerie di corte.
L'Italia è una miniera di maestri che fanno capolavori incredibili con le mani, ma forse c'è meno storytelling. Avete un ecosistema prezioso ma fragile, un patrimonio incommensurabile che chiede visibilità, tutela e anche crescita del business. Altrimenti si rischia che, nel giro di qualche anno, manchino le persone da integrare, scompaiano interi pezzi della filiera per mancanza di talenti. Essere un artigiano indipendente in Europa oggi è super difficile, ci sono tanti Paesi concorrenti e qui da noi è più costoso produrre rispetto ad altre parti del mondo. Per questo occorre difendere il made in France e il made in Italy». Lo dice parlando in un italiano fluido e veloce: che sia la sua seconda lingua, si avverte per un'eco letteraria nella scelta delle parole e una velatura musicale nella pronuncia accentata. «Se non vivessi a Parigi, vorrei prendere casa a Venezia, è un gioiello di arte antica e contemporanea, c'è un'energia atipica, particolare, una creatività diffusa: mi sento bene quando sono lì. Io sono un ingegnere che si è innamorato della bellezza. Ho fatto tante esperienze diverse, ho lavorato in Louis Vuitton, Dior, Nina Ricci, Vermont e adesso essere direttore dei Métiers d'Excellence, un dipartimento del gruppo Lvmh, riannoda e tiene insieme tutti i fili del mio percorso. La meraviglia è che scopro sempre qualcosa di nuovo, qualche mestiere del patrimonio che ancora non conoscevo, come la cultura del taglio del marmo in Italia o i vostri cappellifici…».
Non esiste una giornata di lavoro tipica per chi esercita il “mestiere dei mestieri”. Boquel spiega che la maggior parte del suo tempo è dedicata a creare formazione, capire le esigenze delle maison e costituire scuole ex novo o rafforzare le esistenti nei settori dove c'è più domanda: per esempio, è cresciuta esponenzialmente la richiesta di modellisti di pelletteria e si espande il segmento servizi e hôtellerie dove si fa sempre più fatica a trovare personale qualificato per alberghi e ristoranti di lusso. «Solo in Italia sono state assunte mille nuove persone quest'anno e le vacancy sono destinate a crescere con l'espansione del gruppo Lvmh», spiega. Di qui la creazione di un circuito in cinque fasi. «La prima tappa si chiama Excellent! ed è la partenza del meccanismo virtuoso di trasmissione: andiamo nelle scuole medie per parlare di savoir-faire e fare un po' di pratica con i giovani: è un momento di sensibilizzazione. La seconda tappa è l'orientamento delle persone interessate. È in corso in Italia un tour chiamato You and Me: dopo Firenze e Novara, a fine settembre saremo a Padova. Qui si parla di concrete offerte di lavoro e percorsi di carriera. La terza tappa è l'Institut des Métiers, dove si riceve la formazione di base per esercitare il mestiere. La tappa numero quattro è l'Accademia, una novità che si è aggiunta da poco e che si concentra sulla formazione continua, per fare in modo che chi già lavora nelle nostre maison possa continuare a sviluppare competenze e a crescere». Attualmente i Métiers d'Excellence all'interno di Lvmh coinvolgono nel mondo 80mila donne e uomini e oltre 280 mestieri di savoir-faire negli ambiti della creazione, dell'artigianato e dell'esperienza cliente. «Infine c'è la quinta e ultima tappa», continua Boquel. «È il programma Venir fuori, che punta a dare visibilità. Ogni anno le maison selezionano un artigiano virtuoso che rappresenta il top del top del savoir-faire e che diventa un role model, un maestro, un ambasciatore del successo che si può ottenere in questi mestieri». Ma torniamo alla prima edizione italiana del premio e ai membri della giuria che hanno espresso, con la loro diversificata competenza, il voto. Ci sono figure istituzionali come Marco Granelli, presidente Confartigianato, e Moreno Vignolini, presidente di Confartigianato Moda. Con loro, Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda italiana, e rappresentanti del mondo delle imprese, come Chantal Gaemperle, direttrice Risorse umane e Sinergie del gruppo Lvmh, Serge Brunschwig e Francesco Pellerano, rispettivamente il ceo e l'industrial director di Fendi.
Ma anche gli artisti, come Francesca Pasquali, e gli artigiani, come Simona Iannini. È stato difficile ridurre la rosa dei candidati da 300 a tre per categoria, e ancora più difficile chiudere la decisione finale a tre vincitori. Per il momento, in attesa che la scelta venga svelata il 19 settembre, restiamo ancora in compagnia dei nove sognatori e delle loro opere. Ognuna racconta il lusso di aderire a un progetto con tale passione da dedicargli il tempo necessario per renderlo unico. Ecco allora i cammei istoriati: saghe e scene mitologiche incise, una figura alla volta, col bulino a mano. Le trame intrecciate, filo dopo filo, a seguire col telaio la matita di Casorati, Guttuso, de Chirico, Sironi e i più grandi artisti italiani. Il gabbro dell'Impruneta, la lilla del Chianti, il verde d'Arno, e turchesi, lapislazzuli, malachite, pietre dure che solo l'abilità musiva rende plastici come pittura tridimensionale. Ci sono fiori di seta e ricami biomorfi; cappelli totem e scenografie a forma di copricapo; bagni di colore naturale e tessuti dipinti a mano. E poi: tecnologia sposata all'ecologia, che arriva a tessere scarti riciclati, bioplastiche e rifiuti edibili. A volte, sognare con le mani significa anche inventare una materia che non c'è.
Ecco i vincitori rivelati il 19 settembre nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano
Maestro Artigiano d'Eccellenza – Fabio Ottaviano
Fabio Ottaviano, maestro di incisione a cammeo, si afferma a livello internazionale distinguendosi per la qualità e la varietà dei materiali utilizzati, come conchiglia, madreperla e pietre dure ed una lavorazione fatta interamente a mano. Le sue creazioni rivelano la perfetta fusione tra tradizione e modernità. Il suo stile è caratterizzato da velature e trasparenze multiformi.
Maestro Emergente Artigiano d'Eccellenza – Ilaria Soncini (Ilariusss)
Ilaria Soncini, modista con l'esigenza di creare nuovi concetti di copricapo e tramandare la tradizione di una manifattura ormai sempre più rara, fonda nel 2013 Ilariusss, una realtà artigianale in cui la sua mente onirica incontra una paziente e minuziosa manualità, in aggiunta alla volontà di ritrovare la tradizione artigianale del costume.
Maestro dell'Innovazione d'Eccellenza – Verabuccia®
Francesca Nori e Fabrizio Moiani, duo di giovani romani, fondano nel 2020 Verabuccia®, marchio che nasce con l'intento di ripensare agli scarti organici inutilizzati e non commestibili al consumo umano, considerandoli non più come rifiuti ma come risorse. L'innovativo processo brevettato da Francesca e Fabrizio permette ad un sottoprodotto alimentare, come le bucce di ananas, di diventare materia prima per un altro settore.
PERCORSI Institut des Métiers d’Excellence . Premio Maestri d’Eccellenza, 19/09, Sala delle Cariatidi, Milano. You and Me , a fine settembre la tappa a Padova.
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