Un salvataggio lungo 14 anni: il governo inglese privatizza la ex Rbs
Il ministro del Tesoro vende un 4% della banca nazionalizzata, ora NatWest, e scende sotto il 50% del capitale. Incasso di 1,2 miliardi, ma il conto per lo Stato è in perdita
di Simone Filippetti
3' di lettura
Esultano la casalinga di Leeds e l'operaio di Liverpool: non dovranno più pagare di tasca loro il salvataggio di RBS, la banca scozzese travolta dal crack Lehman Brothers. Ci sono voluti 14 anni, un'era geologica nel mondo della finanza globale, ma alla fine lo Stato esce dalla terza banca britannica, fallita nel 2008.
Ieri, il Governo di Sua Maestà ha venduto, in sordina, circa il 4% delle azioni: la quota dello Stato è scesa, per la prima volta, sotto la soglia del 50%. La “defunta” Royal Bank of Scotland, che nel frattempo ha pure cambiato nome in NatWest, è tornata a essere una banca privata: con un flottante di oltre il 50% del capitale, la banca non è più, tecnicamente, di proprietà di Downing Street (anche se il Governo rimane l'azionista di maggioranza relativa): non dovrà essere più consolidata nel bilancio dello Stato. E graverà più sui contribuenti inglesi.
Le prime avvisaglie
Lo scorso febbraio c'era stata un'avvisaglia che anticipava la fine del lungo tunnel del dissesto. Un mese e mezzo fa, la banca, guidata da Alison Rose, prima donna a diventare il ceo di un istituto di credito nel paese, ha brindato a un utile, dopo anni di difficoltà, un lunghissimo risanamento e la perdita monstre del 2020 dovuta al Covid. Nel 2021, sulla scia della ripresa dell'economia del Regno Unito (+7,5% il pil nazionale, il migliore di tutta Europa), NatWest aveva toccato un utile netto di quasi 3 miliardi di sterline (2,95 miliardi), con un'accelerata alla fine dell'anno.La ripresa del mercato dei mutui unita a un calo di crediti inesigibili hanno aiutato la banca statale a raggiungere una forte inversione di tendenza rispetto a una perdita di 753 milioni di sterline nel 2020. Come i suoi concorrenti nel Regno Unito, NatWest ha beneficiato poiché la più ampia ripresa economica ha alimentato la domanda di prestiti e ha sostenuto il mercato retail. Allo stesso tempo, sul versante aziendale, i rimborsi dei prestiti Covid alle imprese sono stati più alti del previsto. La banca ha iniziato la scorsa primavera a ridurre gli accantonamenti sui crediti a rischio. Alla fine dell'anno, le minori riserve hanno liberato 1,3 miliardi di sterline, che sono andati tutti a rimpinguare l'ultima riga di bilancio.
Sunak, il «privatizzatore»
Riguadagnata una attesa normalità dei bilanci, lo Stato smantella finalmente la sua presenza nella banca. Il cancelliere Rishi Sunak, il ministro del Tesoro inglese, è di fatto l'uomo della privatizzazione: negli ultimi due anni ha venduto man mano azioni RBS fino a far scendere il governo sotto il 50%. Rimanere il primo socio, peraltro, inizierà a dare qualche vantaggio: dopo il ritorno al profitto, la banca ha dichiarato che avrebbe pagato un dividendo a saldo di 7,5 pence e ha annunciato anche un piano di riacquisto azioni per 750 milioni. Il totale della liquidità che NatWest distribuirà ai soci è di 3,8 miliardi. Del maxi-tesoretto, HMRC, l’agenzia delle entrate inglese, incasserà circa 2 miliardi. Sono soldi dei contribuenti che ritornano al mittente.
Conto in rosso per il contribuente
Ma di maxi-distribuzioni come questa ce ne vorranno molte: il salvataggio pubblico della banca costò all’epoca 45 miliardi. E solo una piccola parte dell’esborso è rientrato: il 4% venduto ieri, pari a 550 milioni di azioni, è stato collocato a un prezzo di 220 pence, con un incasso di 1,2 miliardi. In passato il Tesoro aveva ammesso che per andare almeno in pareggio con il costo del salvagente statale le azioni dovrebbero essere cedute almeno a 440 pence. Sulle spalle dei sudditi della Regina, un fardello in meno da pagare. Il saldo finale del salvataggio di RBS, però, rimane in profondo rosso.
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