Nuovi assetti ai vertici militari

Un super comando operativo, rivoluzione alla Difesa

Elevato di rango il Comando di vertice interforze con i settori spazio e cyber. «Quarta stella» al generale Luciano Portolano.

di Marco Ludovico

(vectorfusionart - stock.adobe.com)

I punti chiave

  • Un vertice «multidominio»
  • L’evoluzione degli assetti
  • Un bersagliere al comando

3' di lettura

Un’altra quarta stella brilla da ieri ai vertici del ministero della Difesa. Bordata di rosso - l’unico alto ufficiale a quattro stelle “piene” è il capo di Smd, Enzo Vecciarelli - definita in gergo «funzionale» perché riconosce, appunto, la funzione di vertice svolta dall’ufficiale generale a tre stelle - corpo d’armata per Esercito e Arma dei Carabinieri, squadra per Marina e Aeronautica - finora era appannaggio dei capi di stato maggiore, del comandante generale dei Carabinieri e del segretario generale della Difesa-direttore generale degli armamenti. Da lunedì scorso luccica anche sulle spalline del comandante del Covi (comando operativo di vertice interforze, ex Coi), Luciano Portolano.

Un vertice «multidominio»

Con il pieno consenso del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, è stata certificata un’evoluzione degli assetti operativi militari in realtà già in atto, nei fatti, ma ora spinta dalla necessità di un coordinamento comprensivo dei nuovi orizzonti di sicurezza nazionale. Quelli della cosiddetta cyber-defence, sintetizzati dal Cor-comando per le operazioni in rete. Le prospettive in evoluzione incessante nell’azione militare nello spazio, rappresentate dal Cos-comando delle operazioni spaziali. Più l’azione sul campo di soldati, marinai, avieri e carabinieri in assetto per la Difesa: nel Covi, così, confluisce il Cofs, comando operativo delle forze speciali. L’evoluzione della visione tradizionale si formula con il concetto di operatività «multidominio» dove i domini sono cinque: terra, mare, cielo, rete e spazio.

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L’unicità del comando operativo

È lo stesso Stato maggiore della Difesa sul sito ufficiale a sottolineare la nascita del Covi «divenendo così interlocutore unico e privilegiato» in base al «principio dell’unicità del comando». Smd ribadisce come «con la costituzione del Covi diviene più agevole il coordinamento delle componenti operative interforze che continuano a rimanere - sottolinea Smd - alle dirette dipendenze del Capo di Stato maggiore della Difesa». Un vero e proprio «adeguamento dell’architettura organizzativa della Difesa». Anche per «distinguere la catena di comando operativo dal settore di “policy” e pensiero strategico che rimarrà all’interno dello Stato maggiore Difesa». Non va dimenticato come i capi di forza armata siano subordinati in via gerarchica al numero uno di Smd.

I nuovi equilibri

La nuova configurazione a viale XX Settembre, sede del dicastero della Difesa, rafforza un processo dove in particolare Esercito, Marina e Aeronautica vedono la loro componente operativa al comando di un vertice esterno ai rispettivi capi di Stato maggiore. Impegnati a questo punto soprattutto nelle strategie di personale, logistica, pianificazione e certo, sì, policy e sviluppo strategico, ma sempre in via subordinata alla decisione finale del vertice di Smd oltre al ministro della Difesa. Tanto da restare irrisolta, per esempio, la diatriba tra Marina e Aeronautica sulla gestione del velivolo F35 a decollo verticale. Una questione che potrebbe avere a breve nuovi risvolti e contrasti.

Un bersagliere al vertice

Luciano Portolano, classe1960, nato ad Agrigento, liceo classico e poi Accademia di Modena, bersagliere, sposato con due figli, è al comando del Coi ora Covi dal 2 settembre 2019. Molto apprezzato dagli americani, è l’ufficiale con il curriculum più ricco di esperienze operative nazionali e internazionali, Onu e Nato. Diverse volte in Iraq e Iran, Kosovo e Macedonia, Bosnia Erzegovina, al comando nell’operazione “Antica Babilonia” durante la seconda guerra del Golfo.
Al vertice della mitica brigata “Sassari” in Afghanistan, poi nel 2014 nominato dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, Head of Mission e Force Commander della missione Unifil in Libano, alla guida di oltre 10mila caschi blu. Nei mesi scorsi ha pianificato e gestito la delicata e molto rischiosa operazione di rientro dei nostri militari da Kabul ed Herat. Ma il Coi ora Covi è anche la struttura di pianificazione, cooordinamento e direzione di tutti i supporti delle forze armate a ministero della Salute, struttura commissariale, Protezione civile, ministero Interno, Croce Rossa e Regioni per la campagna vaccinale e le altre azioni di contrasto al Covid-19.

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