Un tavolo per studiare insieme le diverse concause che portano agli aumenti dei listini
Santambrogio (Gruppo VéGé): «pronti al dialogo con l’industria per limitare il trasferimento dei rincari ai consumatori»
di Enrico Netti
2' di lettura
«Si al dialogo con l’industria del largo consumo per raffreddare i listini - dice Giorgio Santambrogio, amministratore delegato del Gruppo VéGé -. Continuiamo a chiedere un dialogo concreto, armonico e costruttivo». Questa la risposta di un ad di una insegna della Gdo il giorno dopo l’incontro promosso da Centromarca sugli aumenti dei prezzi per i prodotti del largo consumo confezionato (Lcc). A dicembre Federdistribuzione, Adm, Ancc-Coop, Ancd-Conad insieme alle insegne della moderna distribuzione hanno firmato un appello con la richiesta di aprire un confronto con i fornitori dell’industria di marca. L’obiettivo: arginare gli aumenti dei prezzi dei prodotti, alimentari e non, con un confronto tra le parti. Ieri durante un incontro con i giornalisti l’industria di marca lamentava «inappropriate dichiarazioni di terzi potrebbero far presumere all’opinione pubblica e ai policy maker che gli autonomi interventi delle singole industrie sui listini, siano frutto di decisioni puramente speculative - si legge in una nota di VéGé che aggiunge -. Nulla di tutto ciò: il comparto del retail italiano desidera ancora una volta partecipare ad un tavolo congiunto tecnico (anche per singolo settore) per studiare insieme le diverse concause che portano a tali aumenti di listino. Se, insieme, si valuta che le materie prime stanno ancora impennandosi, che i costi stanno ancora drammaticamente salendo allora sarebbe scorretto contestare tali aumenti di listino».
Verso nuovi aumenti
«Se i costi primari stanno scendendo, tra cui materie prime, noli, energia, carta, packaging, allora rimane viva la perplessità sul fatto che al 26 gennaio si siano già ricevute oltre 490 richieste di aumenti da 400 fornitori per oltre 16 punti percentuali lordi - continua Giorgio Santambrogio -. Si ribadisce ancora una volta quindi la richiesta di un dialogo concreto, armonico e produttivo.La Mdd infine non altera assolutamente la concorrenza, anzi. Per il consumatore l’offerta con il marchio dell’insegna è una scelta in più, di pari qualità con un prezzo più basso. È il cliente che poi sceglie liberamente e le insegne ampliando l’offerta migliorano il livello del servizio offerto dalla Gdo».
Tra i prodotti che potrebbero mettere a segno i maggiori rincari ci sono il cibo per animali, la birra, i prodotti ittici, gelati: per queste categorie gli aumenti richiesti dall’industria sono intorno o superano il 20%. «Non vogliamo il blocco degli aumenti dei prezzi ma studiare insieme all’industria di marca come mai a fronte di un reale calo dei costi di molte materie prime e dell’energia i produttori chiedono aumenti a doppia cifra che si aggiungeranno a tutte le richieste ottenute nel 2022 e accettate in toto - aggiunge l’ad -. Nessuno vuole generalizzare e siamo disposti a un dialogo con il fine comune di limitare il trasferimento dei rincari ai consumatori».
- Argomenti
- listino
loading...