arte contemporanea

Un weekend tra le Paris Gallery

di Riccardo Piaggio

(Foto Riccardo Piaggio)

3' di lettura

La Paris Gallery Weekend è una sorta di festival diffuso cui partecipano 44 gallerie parigine, principalmente nel Marais e nell’ Haut-Marais e a Saint Germain (i quartieri Bourgeois Bohémiens delle gallerie storiche parigine), ma anche nel 18° e nelle nuove zone branchées di Parigi, Belleville e Saint-Denis. Lo scorso anno erano 31 (con 5mila partecipanti tra il pubblico ad osservare le creazioni di 99 artisti internazionali), quest'anno saranno 13 in più, tutte istituzioni indipendenti che animano, durante l'anno, alcune delle migliori esposizioni della Capitale. Portano tutte il nome di chi le gestisce e le ha concepite, quasi tutte donne, come le artiste presentate. Case e rifugio dell'arte di domani, come le Galeries Anne-Sarah Benichou, Chantal Crousel, Thaddaeus Ropac, Geoges-Philippe & Nathalie Vallois, la Jousse Entreprise e l'italiana Tornabuoni Art.

Il portfolio del Weekend ospita artisti interdisciplinari internazionali di ieri, oggi e domani, dalla regista Agnés Varda (alla Galerie Nathalie Obadia) a Julienne Creuzet e Mimosa Echard (ospitate da Anne-Sarah Benichou), dalle collettive La Maman et la Putain, sguardo di sedici artisti internazionali sul femminile e sui suoi stereotipi (ospitata da Nathalie Vallois) e Leurs Printemps, viaggio nei concetti estetici delle mutazioni letti attraverso disegni, fotografie, ceramiche (curata da Léa Chauvel-Lévy alla Galleria Papillon), alla retrospettiva sul maestro dell'Informale italiano Afro Libro Basaldella (Tornabuoni). Paris Gallery Weekend è curata e organizzata da un collettivo di galleriste e curatrici, riunite nell'associazione Choises e guidate da Marion Papillon, insieme a Anne-Sarah Bénichou, Philippe Jousse, Nathalie Vallois et Séverine Waelchli (anche in questo caso, il futuro è donna); con il sostegno di una solida colonna finanziaria, la nuova Fondation d'Entreprises Lafayette che sostiene l'iniziativa insieme al Ministero della Cultura e alla Mairie (perché per navigare bene servono contemporaneamente i denari e le visioni). E di pari importanza è il reseau di alleanze, che vedono le gallerie private associarsi in una progettualità comune con storici e animati soggetti culturali come il Centre Pompidou, la Fondation d'entreprise Ricard, la Monnaie de Paris, frac Ile-de-France, il Musée de la Chasse et de la Nature.

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In città, in un fine settimana, possono succedere molte cose, soprattutto per attirare i riottosi cittadini della Capitale, considerando turisti (i veri protagonisti dei fine settimana parigini) e operatori del settore quasi scontati in qualunque momento della settimana (e dell'anno). Perché il fine settimana, per i parigini, è una sorta di Giorno del Giudizio, in cui scappare dalla città (infatti vernissage, colloques e happening di ogni sorta, qui normalmente si manifestano a il mercoledì o il giovedì sera). Si comincia con i Talks al Pompidou (The Instagram craze: experiencing art in the digital age), per continuare, dal pomeriggio, con visite, anche notturne, in galleria.

Dunque, venerdì 25 (preview), sabato 26 e domenica 27 maggio, le Gallerie della città apriranno le porte a exhibitions, openings, performances, concerti, screening e talks sul futuro dell'arte contemporanea (accogliendo il format Talking Galleries, exhibition), ospitati nelle diverse locations della Week, disegnando una mappa possibile dell'arte a Parigi, la città con il maggior numero di gallerie in Europa che si candida a diventare la capitale indiscussa dell'arte a noi contemporanea, magari con nuove alleanze con sistemi culturali e città che all'arte hanno dedicato una parte della propria visione, come le nostre Torino e Milano. In particolare, la piattaforma Talking Galleries, una serie di Open Conversations ospitate dal Centre Pompidou, mette a confronto i galleristi e i collezionisti e offre al pubblico la possibilità di entrare nei meccanismi che guidano le scelte (sovente considerate esoteriche e imperscrutabili) che muovono uno dei mercati più sostanziosi (tra i pochi non in flessione) al mondo. Considerando che il mercato dell'arte ha (o dovrebbe) avere a che fare con la bellezza e il desiderio, questi talks possono offrirci una nuova guida all'esperienza estetica e pure sociale. Sarebbe interessante che questo fine settimana dedicato all'arte e ai suoi collezionisti potesse mostrare un approccio compiutamente cross-disciplinare, raccontando l'arte da diversi angoli, dalla psicologia, all'antropologia, all'economia.

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