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Una Borsa Sociale per sostenere le aziende orientate all’impatto

Torino Social Impact sperimenterà un prototipo per la negoziazione di azioni e di strumenti obbligazionari. Selezione in base a intenzionalità, misurabilità, addizionalità

di Alessia Maccaferri

(rangizzz - stock.adobe.com)

3' di lettura

Una Borsa Sociale per acquistare e vendere azioni di imprese orientate alla sostenibilità e ai nuovi paradigmi emergenti post-Covid come mobilità, cibo a chilometro zero, assistenza e cura, welfare. L'iniziativa è promossa da Torino Social Impact (Tsi), piattaforma a sostegno dell'ecosistema per l'imprenditorialità e gli investimenti a impatto sociale.
L'idea non è nuova. Ci hanno provato in tanti negli ultimi 15 anni. La Bolsa Social in Spagna nata nel 2014 ma limitata all'equity crowdfunding, poi l’Impact Investment Network in Gran Bretagna.

Nella capitale britannica le azioni sono state quotate sul London Stock Exchange dedicato alle imprese ad elevato impatto sociale, il Nex Exchange. E ancora, Brasile, Singapore, Canada. Ma i risultati sono stati spesso altalenanti, con volumi comunque ridotti.

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Che cosa fa pensare che ora possa funzionare in Italia?

«E' cambiato del tutto il contesto. Ora la sostenibilità è un imperativo e la crisi economica induce molte aziende a cercare modelli diversi guardando alle comunità, alla società, ai territori» risponde Mario Calderini, docente di social innovation al Politecnico di Milano e portavoce della piattaforma torinese - promossa da Camera di Commercio di Torino e Compagnia di San Paolo - che aggrega una ottantina di soggetti pubblici e privati.

Inoltre «la situazione è di molto cambiata: è evoluto il quadro normativo, con la riforma del terzo settore e dell'impresa sociale e con l'introduzione delle società benefit; si è rafforzata l'identità dell'economia sociale come settore in grado di contribuire significativamente alla crescita economica e al progresso sociale del Paese» si legge nello studio di fattibilità (che sarà presentato il 30 settembre a Milano al Salone della Csr e dell'Innovazione sociale) curato da Davide Del Maso di Avanzi, partner, con la collaborazione dell'Università Bocconi, Politecnico di Milano e Università di Torino. Che non sia solo un esercizio di stile accademico è la partecipazione di Borsa Italiana come consulente scientifico.

Impact investing in crescita

Dovrebbe essere pronto anche il mondo della finanza: «È aumentata nella comunità finanziaria la consapevolezza sull'importanza della dimensione sociale della sua attività» si legge nel report. L’Impact Outlook di Tiresia (Politecnico di Milano) stimava l’anno scorso che il totale dei capitali impiegati per l'impatto, dal 2006, in Italia fosse pari a circa 8 miliardi. E sottolineava una crescente attenzione da parte degli investitori, confermata negli ultimi mesi dall’andamento positivo dell’impact investing, nonostante Covid19. «La Borsa Sociale non vuole essere una vetrina di imprese Esg (environmental, social and governance, rating di sostenibilità ndr.) ma vuole sostenere quelle aziende che cercano intenzionalmente l'impatto misurabile e operando secondo criteri di addizionalità, intervenendo in aree sottocapitalizzate, in quelle attività che verrebbero altrimenti escluse da qualsiasi altro investitore» spiega Calderini, che nei prossimi 5 anni sperimenterà un prototipo vero e proprio che possa essere proposto a una Borsa già esistente o possa dare vita a una nuova piazza di contrattazione.

Quali aziende?

La Borsa Sociale, così come delineata da Tsi, si rivolge a:

1) il variegato mondo dell’imprenditoria sociale che con la riforma del Terzo Settore ha maggiori margini di operare sul mercato

2) società benefit e BCorp

3) startup a vocazione sociale

4) il for profit orientato intenzionalmente alla sostenibilità

Quali criteri?

L’idea è che la Borsa sociale si rivolga a organizzazioni che realizzano un impatto sociale positivo, con le seguenti caratteristiche:

1) Intenzionalità: «L’impatto sociale è ricercato intenzionalmente e l'investimento viene dichiaratamente effettuato con lo scopo di perseguire un risultato positivo per la comunità. Ciò si traduce in un’esplicita dichiarazione “ex ante” e nella ricerca proattiva di attività che perseguano come obiettivo la creazione di valore sociale»;

2) Misurabilità: «Gli impatti sociali che si intendono generare, oltre che essere stabiliti ex ante, devono essere individuati in modo da poter essere misurabili. Gli obiettivi sociali infatti devono essere misurati con lo scopo di poter definire ex ante gli impatti attesi ed ex post verificare se gli impatti attesi siano stati effettivamente ed efficacemente raggiunti;

3) Addizionalità: «Gli investimenti ad impatto sociale intervengono in aree sottocapitalizzate, ovvero in quelle attività che verrebbero altrimenti escluse da qualsiasi altro investitore»

Riproduzione riservata ©
  • Alessia MaccaferriCaposervizio Nòva 24 - Il Sole 24 Ore

    Luogo: Milano

    Lingue parlate: italiano, inglese

    Argomenti: innovazione sociale, impact investing, filantropia, fundraising, smart cities, turismo digitale, musei digitali, tracciabilità 4.0, smart port

    Premi: Premio Sodalitas (2008), premio Natale Ucsi (2006), European Science Writer Award (2010)

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