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“Una Collezione Inattesa”: viaggio sorprendente nell’arte del ’900

Le Gallerie d'Italia di Milano presentano 70 opere inedite della Collezione Intesa Sanpaolo fino al 22 ottobre

di Francesca Vertucci

3' di lettura

Ci sono mostre e poi c'è “Una Collezione Inattesa. Viaggio nel contemporaneo tra pittura e scultura”, che è molto più di una semplice esposizione, ma un percorso contemplativo. È una Collezione Inattesa perché unisce vari stili pittorici datati del secolo “breve” e artisticamente floridissimo, e che presenta una selezione di circa settanta opere, comprese tra gli inizi del XX secolo e gli anni Ottanta.

Curato da Luca Massimo Barbero, è un percorso espositivo temporaneo che approfondisce aspetti inediti di autori delle collezioni del Novecento e del XXI secolo - internazionali e non – appartenenti al Gruppo Intesa Sanpaolo, tra cui la collezione Peppino e Luigi Agrati. Opere mai messe a confronto finora e per questo dotate di una particolarità sui generis. Già nella prima sala la scultura prende vita, con una sinuosa e femminina opera in marmo bianco dal titolo “Femme Paysage” di Jean Hans Arp (1966), a rappresentare l'ampia raccolta della Collezione Henraux, proprietà sempre di Intesa Sanpaolo.

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Bruno De Toffoli

Circonda la scultura del grande maestro francese un nucleo rarissimo di opere scultoree dello spazialista Bruno De Toffoli. Un dialogo tra diverse ricerche stilistiche mirato, ponderato e ben riuscito: è il caso della triade vincente di grandi maestri italiani come Arturo Martini, Marino Marini e Giacomo Manzù, messi in sale adiacenti. Opera emblematica di Martini, inventore di un linguaggio plastico e portatore di una visione antica nella contemporaneità, è “La Pisana” (1930). Scultura classica, il corpo della Pisana è morbido, femminile e seducente, a tratti quasi paesaggistico. Splendida anche la sua “Natura Morta”del 1920-1925. Nella sala accanto, Marini svela echi mitologici con la sua “Pomona” (1945), richiamando il mito di Vertumno e Pomona sia di origine etrusca che tratto da Ovidio nelle sue “Metamorfosi”. È una figura che incarna con sensualità il simbolo della fertilità, le stagioni e la bellezza. Infine Manzù, che con la sua scultura medievale rappresenta il “Cardinale” del 1938. I panneggi della scultura sono essenziali, il volto del Cardinale austero – quasi metodico - e la forma voluminosa delle vesti assume dei tratti astratti, grazie alla sua ascendenza.

«Settanta opere inattese dalla Collezione Sanpaolo illuminano le Gallerie d’Italia»

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Fausto Melotti e Lucio Fontana

La parte Inattesa della mostra si rivela con l'incontro tra due artisti, vecchi amici: Fausto Melotti e Lucio Fontana (con le sue “Attese”, appunto).Il primo presenta un corpus totalmente inedito composto da 19 opere rappresentative dei suoi vasi ceramici tra cui quattro importanti “Korai” e due opere in filo di rame. Le mitologiche “Korai”, in particolar modo, sono regine della sala come in una sorta di teatro metafisico, spiccando per stile e grandezza, insieme agli straordinari vasi zoomorfi e fitoformi. Accanto, un'immensa stanza omaggia il padre dello spazialismo Lucio Fontana. Di primo acchito si viene attratti da questi dodici tagli su sfondo rosso fuoco, Attese brucianti di momenti passionali e corrisposti. Una parte della sala è quindi legata alle sue grandi sperimentazioni di concetti spaziali come buchi e tagli, l'altra invece ha piatti barocchi – eseguiti ad Albisola - composti da figure fantastiche e surreali, come la “Fenice” in ceramica datata 1953. Nella stessa parte della sala dialogano tre grandi nature sublimi, posizionate al centro, che paiono quasi asteroidi di origine aliena, come se si fosse in cerca di una risposta fantascientifica all'origine dell'Universo, semplicemente osservando il cielo. Uno spazio è dedicato anche a Pietro Consagra, con una splendida scultura tutta in malachite verde, raffinato lavoro di ricerca svolto dall'artista con pietre e marmi negli anni Settanta e Ottanta del Novecento. Un'altra sala ha invece come tematica il Monocromo nell'arte contemporanea internazionale degli anni Sessanta, il cui perno è la scultura “Complex Form” di Sol LeWitt, recentemente entrata nella Collezione Intesa Sanpaolo. Presenti anche artisti italiani del calibro di Piero Manzoni con esposto “Achrome” del 1958 e un magnifico Alberto Burri con “Bianco Cretto”, datato 1974, composto di materia bianca pura e luminosa, che allude alla forza della terra e si sgretola con i drammi della vita. Infine, interessante lo spazio dedicato alle proposte innovative legate all'astrazione degli anni Cinquanta di artisti come Carla Accardi e Giulio Turcato.

“Una Collezione Inattesa. Viaggio nel contemporaneo tra pittura e scultura”, Milano, Gallerie d'Italia, fino al 22 ottobre 2023

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