Una divisa bespoke: giacca maschile e jeans. Lo stile di Fran Lebowitz
Vestirsi come l'ironica e irriverente scrittrice amica di Andy Warhol e di Martin Scorsese, mentre esce in Italia la raccolta dei suoi articoli.
di Lisa Corva
3' di lettura
Basta una giacca. E un paio di jeans. La giacca, però, dev'essere fatta su misura: bespoke. Questa è la cifra di stile di Fran Lebowitz, scrittrice non-scrittrice, un'ironica Woody Allen al femminile che gioca con le parole, di cui esce adesso La vita è qualcosa da fare quando non si riesce a dormire (Bompiani, traduzione e cura di Giulio D'Antona). Non un romanzo – sul quale sta lavorando da quarant'anni, e le pagine più divertenti sono quelle del blocco dello scrittore – ma la raccolta di tutto quello che ha scritto dagli anni Settanta in poi, quando fu chiamata da Andy Warhol per collaborare a Interview.
Anni mitici, anche di feste, e Fran Lebowitz c'era: da sempre con la sua “divisa”, giacca di taglio maschile, jeans, camperos. La stessa “divisa” con cui appare nella serie-documentario che le ha dedicato Martin Scorsese, un passaparola nell'ultimo lockdown, forse perché ci portava in quella New York che ci manca tanto: Pretend It's A City, ovvero Una vita a New York. Sette puntate dove è impossibile resistere all'arguzia di Fran, e infatti anche Scorsese, suo amico da sempre, ridacchia sul set.
E finalmente ritroviamo Fran su carta. Finalmente pagine che ci fanno ridere, e pensare. Qualche assaggio: “Pensate prima di parlare. Leggete prima di pensare”, e “Il vero talento artistico è una dote che hanno in pochissimi. Di conseguenza, sforzarsi peggiorando la situazione è tanto disdicevole quanto inutile. Se sentite l'urgenza cocente di scrivere o dipingere, limitatevi semplicemente a mangiare qualcosa di dolce: vedrete che la sensazione svanirà”, o ancora, di ritorno dai suoi rari viaggi, visto che non ama allontanarsi da Manhattan: “A Milano lavorano tutti, e se piove danno la colpa a Roma. A Roma non lavora nessuno, e se piove – sempre che se ne accorgano – danno la colpa a Milano. La gente passa la maggior parte del tempo a pranzare. Sono piuttosto bravi: Roma è senza ombra di dubbio la capitale mondiale del pranzo”. E la spiegazione del titolo: “La vita è qualcosa da fare quando non si riesce a dormire. Pertanto, ciò che chiamiamo civiltà sono solo i resti accumulati di un numero agghiacciante di nottatacce”.
Dunque, Fran. Icona di stile inconsapevole, o forse no, tanto che – come viene raccontato in una delle due gustose interviste che chiudono il libro – Dione Davis, giovane e bella stylist black americana, la cita spesso alle sue followers su Instagram. Anche come consiglio alle ragazze per un primo appuntamento! Altro che SJP. E quindi, proviamo a decriptare Fran: ora ha settant'anni, e dagli anni Settanta porta occhiali tondi di solito tartarugati, jeans, camperos, T-shirt bianca o camicia bianca, spesso con gemelli (invidiabili quelli che indossa nella serie Netflix, piccole opere d'arte portatili di Calder). E, ovviamente, la giacca. Preferibilmente blu notte.
Ma quale? Lo ha raccontato a How To Spend It: nel suo armadio, ora, solo quelle sartoriali e londinesi di Savile Row, e nello specifico di Anderson & Sheppard. Che all'inizio, a dir la verità, si rifiutarono di averla come cliente: sono dei sarti rigorosamente da uomo. Ma poi hanno ceduto: come si fa a resistere a Fran? Che ora riassume: “Ho più abiti e giacche di Anderson & Sheppard di quante ne abbia bisogno. E anche più di quelle che mi potrei permettere”. E a proposito delle prove dal sarto, indispensabili per una giacca bespoke: “Adoro decidere tra 17 tonalità di grigio”.
Ma perché Savile Row? Forse perché la tradizione sartoriale inglese maschile è più severa di quella italiana (pensiamo a Rubinacci a Napoli, Caraceni a Milano). Le giacche britanniche sono in genere strutturate, imbottite e rigide, “a clessidra”; quelle italiane più morbide e corte.
Ma forse, se mai riuscisse a lasciare la sua Manhattan, a Fran piacerebbe provare due nuovi indirizzi segreti nel trevigiano. Riedizione Sartoria, che usa qualsiasi tipo di materiale: kimono vintage, o giacche militari che vengono decostruite e riutilizzate per creare nuovi capi. E Maison De Caro, per le camicie, che sta recuperando tutti i “passaggi a mano” della tradizione: due sul collo, uno sui polsini e uno sul fondo. E il cliente, oltre al colore delle cifre ricamate, può decidere anche il colore dei passaggi.
Insomma Fran, vieni in Italia: abbiamo bisogno del tuo stile, e del tuo sguardo sarcastico, acuto, intelligente sul mondo.
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