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Una donna e tre uomini intorno alla Luna nel 2024

Tre statunitensi e un canadese saranno a bordo della missione Artemis II, prevista per la fine del prossimo anno

Le immagini della partenza di Artemis verso l'orbita lunare

3' di lettura

La prima donna e tre uomini torneranno a volare intorno alla Luna dopo l’ultima missione Apollo del 1972: sono gli americani Christina Koch, Victor Glover e Reid Wiseman, insieme al canadese Jeremy Hansen. Lo faranno a bordo della missione Artemis II, la prima con equipaggio del programma lunare Artemis, prevista per la fine del 2024. Nell’arco di 10 giorni, l’equipaggio volerà fino alla faccia nascosta della Luna, spingendosi più lontano dalla Terra di quanto non abbia mai fatto un essere umano. Lo annuncia il numero uno della Nasa, Bill Nelson, in un evento al Johnson Space Center di Houston.

Artemis II segnerà il debutto del volo con equipaggio in un programma successivo a quello dell’Apollo, volto a riportare gli astronauti sulla superficie lunare in questo decennio e stabilire sul nostro satellite un avamposto sostenibile, creando un trampolino di lancio per l’esplorazione umana di Marte.
L’equipaggio appena introdotto includerà il primo astronauta canadese per una missione lunare, oltre a tre americani compresi in un pool di 18 astronauti della NASA - nove donne e nove uomini - selezionati per il programma Artemis nel 2020.

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Artemis I in volo lo scorso dicembre

La missione iniziale Artemis I è stata completata con successo nel dicembre 2022, concludendo il lancio inaugurale del potente mega-razzo di nuova generazione della NASA e della sua navicella spaziale Orion di nuova costruzione, su un volo di prova senza equipaggio durato 25 giorni.

L’obiettivo del volo Artemis II, un viaggio che durerà 10 giorni e percorrerà 2,3 milioni di chilometri intorno alla Luna e ritorno, è dimostrare che tutto l’apparato di supporto vitale di Orion e tutti gli altri sistemi funzionino come previsto, con gli astronauti a bordo nello spazio profondo. Artemis II si avventurerà a circa 10.300 km oltre il lato più lontano della Luna prima di tornare, segnando il passaggio più vicino che gli esseri umani hanno fatto al satellite naturale della Terra fin dai tempi dell’Apollo 17, che portò Gene Cernan e Harrison Schmitt sulla superficie del satellite lunare nel dicembre 1972. Cernan e Schmitt sono stati gli ultimi dei 12 astronauti della NASA che hanno camminato sulla luna durante sei missioni Apollo a partire dal 1969, a partire da Neil Armstrong e Edwin “Buzz” Aldrin.

370mila km di distanza dalla Terra

Alla sua massima distanza dalla Terra, Artemis II dovrebbe raggiungere un punto a più di 370.000 km di distanza dal nostro pianeta. Per paragone, la Stazione Spaziale Internazionale, in orbita bassa, vola all’altezza di circa 420 km.

Trasportato in orbita terrestre dal razzo Space Launch System (SLS) a due stadi della NASA, l’equipaggio di Artemis II si eserciterà nelle manovre manuali con la navicella Orion, prima di restituire il controllo della capsula al controllo a terra per ulteriori test e la parte di sorvolo lunare della missione.

Il viaggio di andata culminerà con Orion che girerà intorno alla Luna, per quindi utilizzare sia la gravità terrestre che quella lunare per inviare la navicella spaziale sulla traiettoria di ritorno, senza necessità di propulsione, con un percorso della durata di altri quattro giorni circa, che terminerà con un ammaraggio.

Con Artemis III si tornerà a camminare sulla Luna

Se Artemis II avrà successo, la NASA prevede di proseguire qualche anno dopo con il primo allunaggio di astronauti del programma, uno di loro una donna, su Artemis III, per poi continuare con ulteriori missioni con equipaggio circa una volta all’anno.

Rispetto al programma Apollo, nato dalla corsa allo spazio USA-URSS dell’era della Guerra Fredda, Artemis ha una base più ampia, arruolando partner commerciali come SpaceX di Elon Musk e le agenzie spaziali governative di Canada, Europa e Giappone. Segna anche un importante reindirizzamento delle ambizioni del volo spaziale umano della NASA oltre l’orbita terrestre bassa, dopo decenni concentrati sullo Space Shuttle e sulla Stazione Spaziale Internazionale.

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