Una dote di un miliardo per cambiare il volto di Bari
Entro fine anno partiranno i primi cantieri dell’operazione che riguarda la costa Sud del capoluogo pugliese e vale 75 milioni di euro
di Vincenzo Rutigliano
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Risorse per quasi 1 miliardo di euro per cambiare la città nei prossimi anni, 690 dei quali relativi ai fondi del Pnrr quasi tutti ormai in vista della apertura dei cantieri. I primi apriranno a fine anno e sono destinati a riqualificare, alla radice, la costa Sud di Bari, per riannodarla a quella nord in parte già valorizzata, realizzare un unico waterfront e farne così una sorta di “Barcellona bis”sull’Adriatico. Questo masterplan da 75 milioni di fondi Pnrr consegnerà alla città un parco lineare costiero lungo 6 chilometri che connetterà il lungomare monumentale novecentesco e le spiagge urbane con i quartieri collocati a est e a sud del nucleo urbano centrale, e darà corpo al programma elettorale del sindaco Decaro che nel 2014 scrisse, nero su bianco, di voler ridare alla città le sue spiagge e l’accesso al mare.
Quasi 10 anni dopo questa “baridamare”, dal nome dato ai progetti strategici di Bari 2030, comincia a prendere forma con il maxi piano di “Bari Costasud” nel quale si riqualificano le spiagge di Pane e Pomodoro e di Torre Quetta, si riconnette il quartiere di Sant’Anna al mare, si attrezzano aree verdi (4.000 nuovi alberi, 58 ettari di orti urbani, 8 ettari tra macchia mediterranea e paesaggio dunale) e si realizzano 26 chilometri di percorsi ciclo-pedonali. A lavori finiti, tra sud e nord, sorgerà un unico fronte di oltre 42 chilometri di costa destinato a ricucire, definitivamente, il rapporto storico tra i baresi e il mare, oggi concentrato soprattutto a nord, dove pure sono previsti ulteriori interventi di riqualificazione: a Santo Spirito e Palese (piste ciclabili), nella zona faro a San Cataldo (pedonalizzazione e parco) a San Antonio (demolizione molo e rifacimento della barriera frangiflutti).
“Costasud” - 90 ettari da riqualificare - è stato suddiviso in 6 lotti funzionali indipendenti, già espropriati e aggiudicati sia nella parte delle progettazioni che in quella delle imprese che effettueranno i lavori. Quelli più avanti di tutti sono i lotti 2 (zona Sacrario Militare) e 6 (Parco Bellavista): la progettazione esecutiva è stata infatti ultimata, ora è in validazione, poi firma del contratto e cantieri entro fine anno.Per i lotti 4 (Parco Valenzano) e 5 (Parco agricolo reticolare da 16 ettari)dopo la progettazione definitiva approvata a fine settembre, quella esecutiva sarà chiusa entro metà dicembre e la cantierizzazione è prevista per febbraio 2024. Più complessa la storia procedurale dei lotti 1 (Pane e Pomodoro) e 3 (Torre Carnosa):siamo alla progettazione preliminare pronta per transitare in consiglio comunale, la cantierizzazione è prevista entro maggio 2024. Un altro pezzo di “strategia identitaria” è quello dei cittadini del domani, cioè agli asili nido, con un vero e proprio primato con 11 strutture finanziate dal Pnrr (Missione 4) per 31 milioni e così raggiungere, dopo il 2026, gli stessi standard Ue per numero di posti. «Entro fine novembre – spiega l’assessore ai Lavori pubblici e Mobilità, Giuseppe Galasso – firmeremo i verbali di consegna dei lavori, già aggiudicati, ed i cantieri potranno essere aperti». Alla “Barcellona dell’Adriatico” serviranno più verde e più mobilità urbana e green per togliere spazio alle auto. La scorsa settimana è stato pubblicato il bando di gara di Rfi per i lavori relativi al “Nodo verde della Stazione Centrale di Bari”, progetto pilota ad alto rendimento destinato a cambiare il volto della città. Il progetto complessivo è di 170 milioni candidati in partnership da comune e Rfi dovendo essere realizzato sul sedime ferroviario. Il Comune impegna risorse per 96,4 milioni (fondi Pinqua) e Rfi per 73 milioni grazie ai finanziamenti ottenuti dal Pnrr e riservati agli hub ferroviari nel Sud.
Il progetto, firmato dall’architetto Fuksas, prevede una striscia di verde che coprirà i binari con alberi, piazza verde, giardino pensile, lungo una fascia che attraverserà la città da piazza Moro (stazione centrale) alla ex-caserma Rossani, ed una stazione ferroviaria “ponte” che attraverserà i binari da piazza Moro a viale Capruzzi. Già esaminato dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici, il progetto è andato in conferenza di servizi e Rfi, soggetto gestore, dovrebbe affidare i lavori entro questo mese. Vi è poi la partita dei trasporti urbani con fondi per 255 milioni, 159,1 dei quali legati al Bus rapid transit (Brt) che, per il 70%, deve andare su corsie riservate. Servono dunque modifiche alla viabilità e incroci semaforizzati ed è stata perciò bandita la gara per 86,6 milioni per la loro realizzazione ed i lavori partiranno entro il primo semestre 2024. Gli altri 72 milioni andranno in gara per il materiale rotabile (gli autobus, le centrali di ricarica,etc.). Nella stessa strategia vi è anche il rinnovo - con fondi Pnrr per 95,7 milioni - della flotta dei mezzi con 135 bus tutti a trazione elettrica: la prima gara Consip per l’acquisto di 36 autobus è già stata pubblicata.Per i 99 restanti ci sarà un’altra gara.
Tutti i progetti hanno una traccia chiara: «Guardare alle future generazioni – dice il sindaco, Antonio Decaro – a una città che vive il mare e punta all’infanzia e alla rivoluzione elettrica del trasporto urbano». Sulla strada della “baridamare” resta il rispetto dei tempi. Bari ce la farà? «Assolutamente si – dice Galasso– siamo in linea con le scadenze previste dal Pnrr e contiamo di utilizzare le risorse nei tempi previsti». Realizzate le opere andranno gestite e fatte funzionare. «La sfida per Bari – dice l’economista Gianfranco Viesti – non è solo realizzare le opere, ma soprattutto farle funzionare».
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