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Una litografia di Plattner sotto i mille euro

Il lettore ha inviato un’opera su carta con soggetto una ragazza e un gatto. La produzione a stampa dell’artista rappresenta il 73% del suo mercato

di Laura Traversi

Karl Plattner, La ragazza e il gatto 1975. Litografia su carta

3' di lettura

Il foglio del nostro lettore è un'opera grafica di Karl Plattner (Malles, Bolzano 1919-Milano1986) artista italiano sud-tirolese di lingua tedesca di rilevanza internazionale, che raggiunse la massima notorietà negli anni Sessanta del XX secolo. La litografia s'intitola “La ragazza e il gatto” ( foglio 63 x 50 cm, lastra 50 x 37 cm) ed è conosciuta in una serie di 80 esemplari (oltre alle prove di stampa come questa 2/4). La stima, in corso di rivalutazione, è compresa tra 500-800 €. La produzione a stampa di Plattner rappresenta il 73% del suo mercato, mentre nei dipinti (20%) raggiunge quotazioni a cinque zeri, come per una “Periferia di San Paolo del Brasile” (1956-7) passata nel 2022 a 42.000 € (Dorotheum, Vienna, 31 maggio, lotto 8) e si colloca soprattutto tra Italia ed Austria. Il record ufficiale si attesta a 112.000 € (141.775 coi diritti) per l'olio “Incomunicabilità” del 1969-70 (Finarte, Milano 19 dicembre 2006, Lotto 477, 80 x 160 cm).

Karl Plattner, Memoriale ai caduti di Malles e Naturno, Val Venosta

La carriera

Malgrado le difficoltà di una condizione economica difficile e il periodo bellico (fu orfano di padre lattoniere a 4 anni, ultimo di dieci figli da famiglia materna di chiodai), dagli inizi di imbianchino-verniciatore, già trentenne, dopo vari passaggi per le Accademie di Vienna (con Anton Sebastian Fasal), Berlino, Firenze e Brera (con Aldo Carpi), riuscì a raggiungere Parigi (1949), dove frequentò l'Académie de la Grande Chaumière e la Scuola di André Lothe. Sue opere pubbliche, particolarmente ad affresco, realizzate a partire dagli anni Cinquanta, si trovano in Alto Adige (Sala del Consiglio Provinciale, 1954), Brasile ed Austria (es. Festspielhaus di Salisburgo, 1960-61, Cappella del Ponte Europa, 1963-4). La sua attività artistica si estrinsecò in tecniche diverse, comprese pittura ad olio, scultura e disegno. Condusse un'esistenza molto itinerante, tra le città in cui espose e vari luoghi di soggiorno: Milano, Venezia, Parigi (Galerie Hervé Odermatt, 1981), Val Venosta, Bolzano (1977), Innsbruck, Monaco di Baviera, Sud della Francia (Tourrettes sur Loup, Cipières, in Provenza), Brasile (Rio de Janeiro e San Paolo) e Tirolo.

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All'iniziale blanda adesione al cubismo, seguì la maturazione di uno stile personale aspro e drammatico, in cui echeggiano la tradizione germanica, dal gotico antico all'Espressionismo del Novecento, fino al modernismo viennese di Egon Schiele e alla pittura di Albin Egger-Lienz. Leonardo Sciascia suggerì il suo nome all'editore Sellerio per le copertine di alcuni suoi libri. L' artista stesso ha descritto il suo processo creativo-disegnativo come l'emersione, lenta ed inconscia, di un labirinto di segni che alla fine generano “qualcosa di organizzato”, ovvero “un evento morfologico inevitabile” che erutta quasi dall'interno, come “impressioni interiormente elaborate e restituite dall’inconscio” è scritto nell’archivio. Eccelse nelle arti grafiche (pastello, disegno, acquaforte, litografia) e, nel 1972, ricevette la Medaglia d'oro alla Biennale Internazionale della Grafica d’Arte di Firenze.

Karl Plattner, Periferia di San Paolo, 1956-7, olio 61x81cm

La valorizzazione

Anche in questo foglio emerge l'artista di frontiera, di biografia e indole tormentata, con la sua attenzione al tema psicologico, ai “segni di umanità” e, in particolare, alla figura femminile, nel suo ambiente domestico (il gatto), in un'atmosfera sospesa e drammatica, socialmente ed intimamente, attraverso lo spazio definito tra la piatta seduta d'appoggio del corpo seminudo e il piano di calpestio dei piedi asimmetricamente calzati. A cosa allude? Certo alla solitudine, senza quasi rimedio, che resta uno dei temi centrali della sua “recidiva emergenza esistenziale”. In Italia è stato il Mart, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, ad avergli dedicato le maggiori attenzioni, con mostre e cataloghi, sotto la direzione di Gabriella Belli, con le principali monografie (1996 e 1999), e di Vittorio Sgarbi, con la mostra “Leonardo Cremonini e Karl Plattner. I pittori della solitudine”. Al Mart è custodito il Fondo archivistico donato dagli eredi. Tra 2019 e 2021 Bolzano e l'Alto Adige gli hanno dedicato varie esposizioni.


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