Una sola lingua digitale per le navi nei porti Ue: la Guardia costiera lavora all’interfaccia unica
Firmato il decreto interministeriale che definisce le funzioni tecniche di coordinamento attribuite al Comando generale delle Capitanerie di Porto
di Manuela Perrone
I punti chiave
3' di lettura
Far parlare nella stessa lingua digitale le navi che approdano in tutti i porti europei, tagliando i tempi e i costi di sosta e partenza a vantaggio della velocità delle procedure e della sostenibilità ambientale. È questo l’obiettivo dello European Maritime Single Window environment (Emswe), l’interfaccia unica marittima europea istituita dal Regolamento 2019/1239 del Parlamento Ue e del Consiglio del 20 giugno 2019, che ha disegnato il percorso per arrivare al principio dell’una tantum: le informazioni correlate agli obblighi di dichiarazione delle navi saranno richieste una volta sola per ogni scalo in un porto.
Firmato il decreto interministeriale
In questo cammino l’Italia ha appena raggiunto una tappa importante: il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha firmato con Matteo Piantedosi (Interno), Giancarlo Giorgetti (Economia) e Orazio Schillaci (Salute) il decreto interministeriale che definisce le funzioni tecniche di coordinamento attribuite dal Dl 121/2021 al Comando generale delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, individuato autorità nazionale competente, ossia coordinatore nazionale per l’interfaccia unica marittima europea.
Carlone (Capitanerie): «Interlocutore unico per le navi»
«L'obiettivo principale dello European Maritime Single Window environment, alla base della politica europea dei trasporti in chiave “Blue Economy” - spiega il comandante generale della Guardia costiera, l'ammiraglio Nicola Carlone - è quello di rispondere alle esigenze del mondo marittimo di oggi: le navi avranno un interlocutore unico a cui fornire le informazioni e questo consentirà di velocizzare le procedure di arrivo e partenza, con un risparmio energetico e ambientale ed evidenti economie per l'intera catena logistica». Il punto della situazione è stato tracciato al primo workshop EMSWe che si è svolto il 12 settembre a Roma, presso la sede del comando generale delle Capitanerie, alla presenza del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Salvini, che ha ricordato l'importanza della semplificazione amministrativa non solo per gli operatori economici, compagnie di navigazione in primis, ma anche a beneficio della sicurezza sul lavoro. Al workshop hanno partecipato anche rappresentanti della DG MOVE e della DG TAXUD della Commissione europea.
Guardia costiera autorità nazionale competente
La scelta della Guardia costiera come autorità nazionale competente discende dal ruolo già svolto grazie al Port Management Information System (Pmis), il sistema telematico sviluppato nell’ambito del contratto Vts (Vessel Traffic System) che permette lo scambio in ambito europeo (tramite Ssn, SafeSeaNet) dei dati marittimi comunicati dalle navi approdate nei porti nazionali e l’accessibilità delle altre autorità competenti, dalle Dogane all’Interno. Il Pmis è già, in questo senso, un’interfaccia unica marittima nazionale incaricata di gestire la parte amministrativa. Di recente è stata collaudata una nuova versione del Pmis, attivata in 47 porti, a cui si aggiungeranno entro fine anno i rimanenti 27 non ancora serviti.
Accelerazione sull’interoperabilità dei sistemi in uso
Il “salto” che ora il decreto interministeriale atteso a giorni sulla Gazzetta Ufficiale consentirà di compiere riguarda l’accelerazione dell’interoperabilità tra il sistema di interfaccia unica europea e i sistemi in uso alle altre amministrazioni. Si prevede l’istituzione di un «comitato di coordinamento» presso il Comando generale del corpo delle Capitanerie di porto, presieduto dall’ammiraglio Carlone e composto da rappresentanti di Interno, Salute, Dogane, Guardia di finanza e anche Agenzia per la cybersicurezza nazionale, nelle materie che lo richiedono. Il comitato supporterà la Guardia costiera per individuare le azioni, le procedure e il cronoprogramma necessari a garantire l’interoperabilità dell’interfaccia unica marittima europea. Potranno essere invitati a partecipare in qualità di osservatori anche esponenti di altri enti o amministrazioni e delle associazioni di categoria più rappresentative.
Il trattamento dei dati
Le amministrazioni sono indicate come titolari del trattamento dei dati ricevuti, scambiati e usati su equipaggi, passeggeri, previsioni di viaggio, accosto e sosta in porto delle navi. Un decreto del ministero delle Infrastrutture, di concerto con Interno, Salute ed Economia, sentito il Garante della privacy, definirà modalità e tempi di conservazione dei dati e le misure per garantirne la sicurezza.
Già previsti 168 milioni fino al 2036
Il decreto contiene la clausola di invarianza finanziaria, poiché si tratta di attività già finanziate: il riferimento è proprio al Dl 121/2021 che ha assegnato all’autorità nazionale competente, dunque al corpo delle Capitanerie, un contributo di 8 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2024 e 12 milioni dal 2025 al 2036. Somme destinate proprio alla «realizzazione e l’aggiornamento dell’interfaccia unica marittima europea», nonché all’«ammodernamento della componente informatica e al fine di assicurare protocolli e misure di cybersicurezza».
Dall’“esperanto” delle navi fino a 720 milioni di risparmi
Uno studio della Commissione europea ha stimato che dall’adozione di un unico linguaggio digitale delle navi, una sorta di “esperanto” informatico, in dieci anni si potranno risparmiare circa 22-25 milioni di ore di lavoro del personale, equivalenti a un valore tra i 625 e i 720 milioni di euro.
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