Una stella marina come simbolo e l'impermeabilità come obiettivo, anche a profondità abissali
Orologi resistenti fino a 200 metri e una vocazione subacquea che comincia a inizio 900. A Solothurn la ricerca nel mondo delle lancette non si è mai fermata
di Paco Guarnaccia
3' di lettura
Mentre a Compiègne, in Francia, l'11 novembre 1918 veniva firmato l'armistizio che chiudeva la Grande Guerra, lo stesso giorno a circa 500 chilometri di distanza a Solothurn, una città svizzera fondata dai romani più o meno 2000 anni fa, l'orologiaio Georges Schaeren e il commerciante Hugo Jubet costituivano la maison orologiera oggi conosciuta globalmente come Mido. Un nome che, seppure la ragione sociale del marchio sia cambiata varie volte nell'arco di oltre un secolo, esiste fin da quel giorno.
Il fratello minore di Jubert parlava spagnolo e fu lui a suggerire quella parola che, derivando da yo mido, acquisiva un valore ben preciso ed emblematico per un'azienda come quella che stava per nascere. Significa, infatti, io misuro. Era chiaro il riferimento al tempo. Nel 1983 Mido entra a far parte di SMH (che in seguito diventerà Swatch Group) che lo ha traghettato oltre i suoi primi 100 anni di vita, compiuti nel 2018 e costellati da molti orologi di successo. Come il Multifort Automatic che nel 1935 è stato il primo orologio sul mercato capace di avere un movimento a carica automatica e di essere impermeabile, anti magnetico e resistente agli urti. Un segno di qualità e di progresso.
Infatti, nel 1939, ecco arrivare come brand ambassador un personaggio assolutamente speciale: il robottino “Robi”, un simbolo delle peculiarità del marchio e, in seguito, un vendutissimo prodotto. Sempre restando in tema di testimonial di Mido nel mondo, tra le sue fila si annoverano piloti, avventurieri e persino uno dei tennisti più forti e famosi della storia: Björn Borg. Una partnership, la sua, iniziata nel 1981, ma di breve durata, vista la decisione di Borg presa solo un anno più tardi di smettere di giocare pur avendo, sicuramente, ancora molti anni ad alto livello davanti a sé. Ma tornando alle collezioni icona della maison, il 1944 è stato l'anno in cui Mido ha registrato uno stemma raffigurante una stella marina e il nome Oceanstar. Non fu un caso, ma quasi una dichiarazione d'intenti e la conferma che, anche negli anni a seguire, il brand avrebbe continuato a lavorare per migliorare l'impermeabilità dei suoi orologi. Il resto è storia.
Ispirato alle caratteristiche di resistenza e affidabilità del faro Europa Point della Rocca di Gibilterra, nel 1959 esce Ocean Star Commander con la famosa cassa monoblocco, capostipite di quella che diventerà la collezione Ocean Star e, in seguito, la linea più importante e l'emblema dell'orologeria sportiva del marchio. Di questa famiglia sono state presentate sul finire dell'anno scorso tre versioni di Ocean Star GMT, con funzioni di lettura di un secondo fuso orario, e molto più recentemente delle nuove declinazioni di Ocean Star Tribute, un filone della collezione nato nel 2019 per celebrare i suoi 75 anni.
Anche su questi ultimi pezzi, il design è un chiaro omaggio ai modelli subacquei realizzati negli anni 60. La cassa è di 40,5 mm di diametro e la lunetta girevole unidirezionale (per calcolare i tempi di immersione) monta un anello in alluminio che, a seconda della declinazione, ha lo stesso colore del quadrante ad alta leggibilità con lancette di ore e minuti con SuperLuminova per permettere una visione migliore in condizioni di scarsa visibilità. L'impermeabilità non poteva che essere importante, fino a 200 metri di profondità. Anche grazie al vetro zaffiro di tipo box, alla corona e al fondello avvitati. Proprio su quest'ultimo elemento, si può notare la figura in rilievo della famosa stella marina. Un tributo alla propria storia e una conferma della filosofia di Mido che da sempre poggia su innovazione, funzionalità e, ovviamente, estetica.
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