Una storia di immersioni a 300 metri di profondità
I nuovi modelli subacquei si inseriscono in una lunga tradizione, che ha le sue radici all'inizio del secolo scorso e che oggi è ancora più performante
di Paco Guarnaccia
3' di lettura
Per capire come sono saliti in superficie i nuovi modelli subacquei realizzati da Longines bisogna tenere conto di tutto quello che è stato fatto prima. Che poi è uno dei grandi vantaggi che hanno i marchi di lunga tradizione che negli anni sono stati in grado di creare, innovare e migliorare fino ad arrivare al lancio dell'orologio del momento. La maison svizzera quest'anno ha dedicato più di un prodotto al segmento dei subacquei. Ci sono dei nuovi HydroConquest che hanno un design molto contemporaneo, anche perché la loro prima apparizione risale al 2007, anno in cui il marchio per la prima volta introduceva una Sport Collection di cui questa linea di prodotto (rivisitata peraltro nel 2018) faceva parte.
E poi ci sono dei nuovi The Longines Legend Diver che, invece, rientrano nel segmento Heritage del brand in cui vengono riproposti in chiave contemporanea delle icone del passato.
Un percorso che non è cominciato ieri ma che, come racconta Daniel Hug, head of branding and heritage di Longines, comincia negli anni 30… «Nel 1937 viene sviluppato un cronografo realmente impermeabile. Questo grazie a un sistema che poi il marchio ha brevettato nel 1938 che prevedeva dei pulsanti che fossero resistenti all'acqua». Una prima mondiale. Nel 1942/43 ecco un modello militare prodotto in circa 50 pezzi con una cassa in argento di 51 mm di diametro e un copri corona legato alla cassa da una catena, pensato per gli uomini rana della British Royal Navy. Il 1958 e il 1959 sono due anni importanti. Soprattutto il secondo. «Nel 1958 Nasce il primo modello skin diver. La sua impermeabilità di 120 metri era già importante. Inoltre aveva la lunetta girevole con sopra la scala per segnalare i 60 minuti (per calcolare il tempo d'immersione, nda.). Successivamente, ecco che nel 1959 Longines sviluppa insieme all'azienda svizzera Piquerez, specializzata nella realizzazione di casse, lo speciale orologio subacqueo Super-Compressor che viene dotato di una lunetta girevole interna azionabile utilizzando una seconda corona e inserita in questo modello per evitare danni o blocchi alla lunetta.
Una soluzione ben nota in azienda fin dagli anni 30, quando realizzava prodotti per piloti che avevano lo stesso tipo di lunetta». - Questo è il modello cui si ispirano maggiormente i recenti The Legend Diver. Continua Hug: «Nel 1965 di questo orologio viene presentata una versione evoluta in grado di raggiungere i 200 metri». Gli anni 60 sono stati di grande sviluppo per questa categoria di prodotto. «Nel 1967 sono usciti sia un modello che era dotato di un sorprendente movimento cronografico con funzione flyback incorporata, sia un orologio, l'Ultra-Chron, che montava un calibro ad alta frequenza (36.000 alt/h, nda.) con precisione a 2 secondi al giorno e una cassa impermeabile fino a 200 metri. Nel 1968 l'impermebilità arriva fino a 300 metri di profondità nell'Ultra-Chron Super-Compressor dai colori particolari come l'arancio vivo che negli anni 60 era molto in voga e che utilizza lo stesso sistema a due corone usato sui The Longines Legend Diver». Ed eccoci al 2021 con due nuove versioni di The Legend Diver. La prima ha il quadrante marrone fumé e il cinturino in pelle marrone che ricorda il pezzo del 1959. «Naturalmente tecnica e materiali sono rinnovati», sottolinea Hug. Oggi la cassa è impermeabile fino a 300 metri di profondità, il vetro bombato è in zaffiro ultraresistente e il movimento meccanico a carica automatica è ovviamente più evoluto del vecchio parente, anche grazie all'utilizzo di una spirale a bilanciere in silicio che ne migliora la marcia. La seconda versione ha il quadrante blu sfumato e il cinturino in pelle blu strutturata.
Di HydroConquest, invece, ci sono varie declinazioni bicolore con cassa di 41 mm e lunetta in ceramica (verde, nera o grigio) con bracciale o cinturino in caucciù. Modelli veramente profondi. Non c'è che dire.
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