finanza personale

Una strategia nazionale per l’educazione finanziaria

di Angelo Baglioni

3' di lettura

Che cos’è l’educazione finanziaria? È soltanto un insieme di nozioni? No, il termine “competenze finanziarie” non fa riferimento esclusivamente all’insieme di conoscenze in campo economico e finanziario di cui sono dotati i cittadini, ma include anche i loro comportamenti e l’orientamento al lungo periodo delle loro scelte. Esempi di comportamenti virtuosi sono un controllo attento delle spese familiari, un ricorso limitato all’indebitamento, l’utilizzo della previdenza complementare.

L’Italia si colloca significativamente sotto la media dei Paesi sviluppati sia per le conoscenze sia per i comportamenti. L’unico aspetto per cui siamo più virtuosi è il basso ricorso al debito. L’indicatore totale di competenza finanziaria ci pone al penultimo posto tra i Paesi del G20. Fare progressi sul fronte dell’educazione finanziaria rappresenta quindi una necessità urgente per il nostro Paese. L’urgenza è accresciuta dal fatto che le persone sono chiamate a fare scelte sempre più complesse, come quella di un fondo pensione privato o la sottoscrizione di prodotti finanziari sofisticati.

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Ma l’educazione finanziaria è efficace? Il dibattito è aperto e le conclusioni non sono univoche. Sembra più facile trasmettere alcune nozioni, mentre è più difficile influenzare i comportamenti, come la propensione al risparmio o l’attenzione alla previdenza integrativa. Certo, molto dipende da come è fatto un programma di educazione finanziaria: un buon programma dovrebbe essere mirato a un target specifico di fruitori, essere pianificato nel lungo termine, prevedere un monitoraggio del suo effettivo impatto. Come sta il nostro Paese su questo fronte? Nell’Osservatorio monetario della Università Cattolica, abbiamo cercato di fare il punto sulle iniziative di educazione finanziaria prese di recente in Italia (Om 2/2019).

Dai dati del nostro rapporto emerge che finora le iniziative di educazione finanziaria sono state concentrate prevalentemente al nord del Paese, dove il livello di financial literacy è già relativamente più alto. Quanto ai destinatari, i licei ricevono più attenzione delle scuole professionali. Meno del 5% delle iniziative, rilevate nel 2018, prevede una valutazione di impatto. Un rapporto curato due anni fa dalle autorità di settore fotografava una forte frammentazione delle iniziative presenti in Italia: nel triennio 2012-2014 ne furono rilevate 206, promosse da 256 soggetti diversi. Si trattava spesso di iniziative rivolte a pochi soggetti, o che si limitavano a distribuire materiale informativo. Questi risultati rendono evidente la necessità di avere una strategia nazionale sul fronte della educazione finanziaria. Il ritardo italiano su questo tema è stato colmato con l’istituzione nel 2017 del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria. Il direttore del Comitato, Annamaria Lusardi, e altri due membri dello stesso hanno contribuito personalmente al Rapporto dell’Università Cattolica.

La strategia nazionale, elaborata dal Comitato, punta ad accrescere le competenze finanziarie di tutta la popolazione, tramite iniziative su larga scala, realizzate direttamente o in collaborazione con le istituzioni che partecipano al Comitato stesso. Il primo passo è stata la realizzazione del portale nazionale di educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale: quellocheconta.gov.it. Il Mese dell’educazione finanziaria, che si è tenuto per la prima volta nell’ottobre 2018 e ha visto 350 eventi in 120 città, sarà tenuto ogni anno. Numerose sono le collaborazioni con testate giornalistiche e radio-televisive. Dall’intesa tra ministero dell’Istruzione e Comitato sono nate le Olimpiadi di economia e finanza: un “campionato”, organizzato prima a livello di istituto scolastico e poi su base regionale (con una finale svoltasi a Trieste nel maggio scorso) che ha coinvolto oltre 7.600 studenti di quasi 300 scuole superiori. Nel 2020 sarà lanciata la prima campagna nazionale di sensibilizzazione e informazione, che si avvarrà di strumenti pubblicitari, mezzi di comunicazione di massa e social media.

Per il triennio 2019-2021, il piano strategico della Consob prevede iniziative mirate per ciascuna categoria di soggetti: 1) per i giovani, un progetto didattico per le scuole secondarie di 2° grado; 2) per gli adulti, eventi teatrali e cinematografici; 3) per le piccole-medie imprese, seminari di formazione su vie di finanziamento alternative al tradizionale canale bancario.

La necessità di utilizzare strumenti specifici di educazione finanziaria per ogni fascia di età emerge anche dall’esperienza del Museo del Risparmio. Per gli adulti, le iniziative di maggiore successo sono quelle svolte sul posto di lavoro e mirate a temi specifici: ad esempio, piani pensione e forme di indebitamento. Per i più giovani è importante sviluppare strumenti innovativi, come per esempio videogiochi e giochi reali.

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