Unanimità per la legge che inasprisce le disposizioni penali a tutela dei beni culturali
La riforma ridefinisce l’assetto della disciplina nell’ottica di un tendenziale inasprimento del trattamento sanzionatorio così come previsto dalla Convenzione di Nicosia
di Marilena Pirrelli
I punti chiave
5' di lettura
Si attendeva da tempo un giro di vite sul saccheggio, furto e vandalismo dei beni culturali. Reclusione fino a 16 anni per chi devasta e saccheggia musei, archivi, aree archeologiche e monumenti, ma anche un bene paesaggistico. Pene più severe per chi ruba o possiede illegalmente un bene d’arte, per i trafficanti, per i tombaroli di terra e di mare. Con il carcere anche per chi viene pizzicato con un metal detector in un parco o in una zona di interesse archeologico. La Camera ha dato l’ok unanime al provvedimento che finalmente diventa legge dello Stato contro i reati che danneggiano i beni culturali.
Il ministro Dario Franceschini che, sin dal suo primo mandato accolto da uno sfregio sul Colosseo ha messo a fuco questa proposta di legge, ha dichiarato che per la cultura è “una giornata storica”, centra l’obiettivo. “Un grande passo avanti nella tutela e nella protezione del patrimonio culturale e nella lotta al traffico illecito di opere d’arte. Il Parlamento ha approvato definitivamente una legge attesa da anni che ribadisce la centralità della cultura nelle scelte politiche italiane, indipendentemente dagli schieramenti. Siamo una super potenza culturale e con questa legge stiamo indicando la strada, anche dando attuazione alla Convenzione di Nicosia”. “Un passo avanti nella tutela del patrimonio d’arte” gli ha fatto eco il ministro del Lavoro Andrea Orlando, che quando iniziò con lui questa battaglia aveva il ruolo di ministro della Giustizia.
Le nuove disposizioni
La legge approvata ricalca il testo presentato nella scorsa legislatura dai ministri Franceschini e Orlando, infatti attesa da anni (ci provò tra il 2006 e il 2008 pure l’allora ministro della Cultura Francesco Rutelli) la legge introduce nuovi reati, tra cui quello di ’furto di bene culturale’ (per cui sono previste pene da 2 a 6 anni di carcere, da 4 a 10 se ci sono altre aggravanti) e incrementa le pene per ricettazione e riciclaggio legati all’arte, puniti rispettivamente con il carcere fino a 10 e fino a 14 anni. Ma prevede anche aggravanti per le devastazioni e saccheggi quando questi colpiscono arte, paesaggio, musei, aree archeologiche. E rafforza gli strumenti di indagine. In pratica saranno possibili arresti in flagranza, processi per direttissima e intercettazioni anche per i reati contro il patrimonio. E si avrà uno strumento più efficace contro il traffico d’arte, fonte di finanziamento sempre più utilizzata da terrorismo e criminalità organizzata.
La nuova legge colloca nel Codice penale, con un titolo espressamente dedicato, gli illeciti penali attualmente ripartiti tra Codice penale e Codice dei beni culturali; - introduce nuove fattispecie di reato; - innalza le pene edittali vigenti, dando attuazione ai principi costituzionali in forza dei quali il patrimonio culturale e paesaggistico necessita di una tutela ulteriore rispetto a quella offerta alla proprietà privata; - introduce aggravanti quando oggetto di reati comuni siano beni culturali; - potenzia gli strumenti investigativi per contrastare i reati contro il patrimonio culturale; - amplia le ipotesi di responsabilità delle persone giuridiche. In particolare, il provvedimento inserisce nel codice penale un nuovo titolo, dedicato ai delitti contro il patrimonio culturale, composto da 17 nuovi articoli, con i quali punisce, con pene più severe rispetto a quelle previste per i corrispondenti delitti semplici, il furto, l’appropriazione indebita, la ricettazione, il riciclaggio e l’autoriciclaggio e il danneggiamento che abbiano ad oggetto beni culturali.
Nel dettaglio nella legge, che diventerà operativa ad horas, subito dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, si elevano ad autonome fattispecie speciali i delitti di distruzione, danneggiamento nonché di deturpamento o imbrattamento di beni culturali o paesaggistici. I tifosi ubriachi o i buontemponi sorpresi a imbrattare o rovinare una fontana, un monumento, un quadro, tanto per dire, rischieranno ora fino a 3 anni di carcere oltre ad una multa fino a 10mila euro.
Giro di vite per furto e falsificazione
Si introduce la nuova, autonoma figura di reato di furto di bene culturale. E non solo: viene introdotto un aumento della pena per la ricettazione, quando riguarda un bene culturale. Si introduce il reato di “illecita detenzione” di bene culturale, punito con la reclusione fino ad 8 anni e con multe fino a 20 mila euro per colpire chi compra un’opera sapendo che la sua provenienza è illecita. La severità colpisce i falsari e pure gli autori di false perizie e chi questi falsi li mette in commercio. Si aumenta la pena per violazioni e alienazioni (fino a 2 anni e 80mila euro di multa). Sarà un reato vendere un bene senza autorizzazione, importare senza permesso e tanto più esportare senza l’ok dello Stato che in questo caso può punire anche con 4 anni di prigione. Punito pure il possesso ingiustificato di strumenti per il sondaggio del terreno o di apparecchiature per la rilevazione dei metalli in aree archeologiche. Mentre viene consentita la possibilità per gli ufficiali di polizia giudiziaria degli organismi specializzati nel settore dei beni culturali di svolgere attività sotto copertura per contrastare il traffico illecito.
La mafia e il rischio del riciclaggio
“Sono molto soddisfatto per l’approvazione, da parte del Parlamento, della legge Orlando-Franceschini sulla tutela e sulla protezione del patrimonio culturale e sulla lotta al traffico illecito di opere d’arte. Nel mio ruolo di membro della Commissione Antimafia – spiega il deputato del Partito democratico Paolo Lattanzio – voglio segnalare l’introduzione di strumenti di tutela moderni ed efficaci per comminare sanzioni molto severe che tolgono strumenti di guadagno alle mafie. Si mette infatti lo Stato in condizione di utilizzare strumenti di indagine propri della legislazione antimafia, per colpire i patrimoni illeciti con la confisca, e interdire le società che conducono illeciti ai danni del patrimonio culturale. Ma soprattutto, come il collega Michele Nitti, voglio segnalare il valore per la comunità e per la Costituzione. E sono certo che contribuirà anche alla consapevolizzazione e responsabilizzazione della cittadinanza verso la nostra cultura intesa bene comune”. “Siamo oggi tutti purtroppo consapevoli - prosegue l’esponente dem - di quanto la pandemia creando problemi di accesso ai luoghi della cultura abbia amplificato il disagio sociale e il degrado sociale. Concordo quindi con Nitti nel mettere l’accento sulla parte del provvedimento che permette di lavorare anche sulla coesione sociale, sul civismo, sulla coscienza che il patrimonio culturale è un bene comune. Inoltre questa legge, prevista dalla Convenzione di Nicosia del Consiglio di Europa del 2017 che il nostro Paese ha ratificato, è stata approvata all’unanimità proprio in giorni di nuovi conflitti, ed è anche un segnale - conclude Lattanzio - perché il patrimonio culturale e artistico ovunque nel mondo è oggetto di deturpazioni e atti di vandalismo ed esposto a diverse categorie di rischi”.
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