UniCredit anticipa il buyback e conferma i target. Orcel: spero in piccole M&A ma oggi no condizioni
La banca valuta tutte le opzioni ma in questo momento comprare azioni è meglio che comprare altre banche. L'a.d.: la tassa sugli extra profitti aumenta l'incertezza, ma non avrà impatti dirompenti sul settore. Assemblea straordinaria il 27 ottobre
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Unicredit anticipa il buyback 2023 e conferma i target di distribuzione del capitale ai soci nonostante l'impatto della tassa sugli extra profitti. L'istituto ha annunciato che il prossimo 27 ottobre, nel corso di un'assemblea straordinaria che sarà chiamata anche ad approvare il cambio di governance con il passaggio al sistema monistico, gli azionisti potranno dare via libera a una prima tranche da 2,5 miliardi del riacquisto di azioni relativo all'esercizio 2023. Il target complessivo di remunerazione rimane di «almeno 6,5 miliardi». «La società - si legge in una nota - beneficia di elevati livelli di capitale e di una generazione organica di capitale ai vertici della categoria, sostenuta da una performance finanziaria costantemente elevata, da una solida qualità degli attivi e da un costo del rischio strutturalmente più basso». «Ciò - prosegue il comunicato - ha posizionato la società in modo ottimale per affrontare i periodi di incertezza macroeconomica e le consente di anticipare una parte del riacquisto di azioni proprie previsto per il 2023».
UniCredit ricorda che «l'obiettivo di distribuzione totale per il 2023 è di almeno 6,5 miliardi contro i 5,25 miliardi del 2022, che si traducono in un rendimento totale di oltre il 16%». Ciò «sottolinea l'impegno di UniCredit a conseguire rendimenti interessanti e sostenibili per gli azionisti, preservando al contempo la solidità patrimoniale». Il coefficiente Cet 1 della banca, considerando questa tranche di buyback, è pari al 15,8% al secondo trimestre 2023. L'avvio della tranche è ovviamente «subordinato all'approvazione da parte degli azionisti della società in occasione dell'assemblea straordinaria degli azionisti che sarà convocata per il 27 ottobre 2023 con apposito avviso che verrà pubblicato a breve, nonché all'approvazione dell'autorità di vigilanza».
«Ce lo possiamo permettere», ha chiosato l'a.d. Andrea Orcel intervenendo alla 28esima Bank of America financials ceo conference e sottolineando che il buyback potrà avere benefici sul dividend per share e sugli utili per azione dato che sarà effettuata prima dello stacco del prossimo dividendo e prima della chiusura del bilancio.
«Da tassa extra profitti incertezza, no impatti dirompenti»
Il banchiere ha poi notato che la conferma dei target di distribuzione del capitale tiene conto anche della tassa sugli "extra profitti" delle banche varata dal governo, che «non avrà un effetto dirompente sul settore» in termini di numeri. «Il tema - ha aggiunto - è l’incertezza, che non è mai positiva. È importante che le misure vengano definite e continuare nell’execution».
Guardando ai prossimi anni, Orcel ha spiegato che nel 2024 UniCredit dovrà definire le mosse sull'excess capital: «Il 2024 sarà l’anno in cui dovremo dire non solo “abbiamo opzioni”, ma spiegare dove useremo il capitale in eccesso», ha chiarito. Nel 2025, invece, è prevista con ogni probabilità l'internalizzazione «al 100%» del business bancassicurativo, che insieme alle novità attese sul fronte dei pagamenti garantirà alla banca un afflusso considerevole di commissioni.
«Oggi meglio comprare azioni che altre banche»
In tema di M&A, infine, Orcel ha riconosciuto che «c'è molto rumore ed è ragionevole perché effettivamente guardiamo a molte cose, ma se i termini non sono giusti non ci muoveremo». «Tra un'operazione di M&A con rischio di esecuzione e la distribuzione di capitale ai soci al momento, sfortunatamente o fortunatamente, la scelta è ovvia», in favore della distribuzione, ha aggiunto. In questo momento, quindi, è «meglio comprare azioni piuttosto che comprare altri». «Spero - ha concluso - che con le incertezze e l'andamento del ciclo economico a un certo punto si aprirà l’opportunità di fare piccole acquisizioni aggiuntive ("bolt-on M&A", ndr) nei mercati core, in particolare nel Centro Est Europa».
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