BANCHE

UniCredit brucia le tappe sul rinnovo: il cda pronto a scegliere il nuovo presidente

di Marco Ferrando

(Afp)

3' di lettura

Considerati i nuovi requisiti imposti dalla Banca centrale europea, la scelta del nuovo presidente di Unicredit è più tecnica che politica. In particolare, rispetto al passato c’è molto più da lavorare sui curricula e molto meno sul consenso dei soci sui singoli nomi, e anche questa è una ragione per cui in Piazza Gae Aulenti si punta a fare molto in fretta, bruciando le tappe com’è avvenuto per il nuovo statuto. E a designare il successore di Giuseppe Vita nel giro di pochi giorni, ben prima dell’assemblea che ad aprile rinnoverà il board ma anche di quella che il 4 dicembre si esprimerà sul nuovo progetto di governance: secondo quanto raccolto da Il Sole 24 Ore, il cda potrebbe arrivare alla scelta già nel corso della prossima riunione, in agenda per l’8 novembre.

Il tema ha tenuto banco in settimana, quando i vertici del gruppo hanno inaugurato la nuova filiale di Abu Dhabi. Vita ha fatto presente di non aspirare a un terzo mandato, e ha anticipato che «il mio successore sarà più giovane di me e italiano». Si guarda a una personalità che conosca bene l’Italia, confermano in UniCredit: «Ciò che è più importante – ha ricordato invece Mustier, parlando in generale del rinnovo del board - non sono tanto i nomi. Quelli arriveranno. Ma che il nuovo cda sia il migliore possibile per gli standard europei e che piaccia ai nostri investitori internazionali. A difesa della valorizzazione della società».

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Il processo di nomina
Il punto è particolarmente sentito da Mustier, che dal suo ritorno in banca ha inserito la governance tra i fattori determinanti per l’appeal di UniCredit: non a caso si è fatto promotore della riforma della governance (con la lista per il rinnovo presentata da parte del consiglio e l’abolizione del tetto del 5% per il voto in assemblea) e per questo stesso motivo sembra ora auspicare che l’individuazione del futuro presidente venga effettuata con la massima calma e prima di entrare nel totonomine tipico delle vigilie assembleari. L’ipotesi di lavoro, pur provvisoria, prevederebbe che nel comitato nomine attualmente in agenda per martedì 31 si faccia il punto sul processo, per poi arrivare alla designazione - previa un’altra convocazione del comitato - nel cda dell’8 novembre. Data in cui, si apprende, potrebbero scattare le dimissioni di uno dei 15 che attualmente siedono in consiglio, in modo da consentire al board di cooptare il futuro presidente; è così che, nei fatti, il cda esprimerebbe la sua designazione: se, come tutto lascia supporre, l’assemblea straordinaria del 4 dicembre approverà la riforma dello statuto, il nome del presidente designato finirà in cima alla lista che il consiglio depositerà in vista del rinnovo, e che naturalmente comprenderà anche Mustier.

Le indicazioni di Francoforte
Insieme al processo, seguito dai consulenti di Egon Zehnder, l’altro elemento di novità è rappresentato dai requisiti Bce. È la temutissima guide to fit and proper assessments, la guida per la valutazione di adeguatezza per chi occupa posizioni apicali in una banca, uscita a maggio e da allora in vigore. Ha già segnato il rinnovo del board Mediobanca oggi al vaglio dell’assemblea, ma in virtù del criterio di proporzionalità, per UniCredit - che è una banca sistemica - andrà applicato alla lettera. Restringendo visibilmente la rosa dei papabili: per ambire alla presidenza, infatti, occorrono almeno dieci anni di recente esperienza pratica dentro a realtà di elevata complessità e «una parte significativa» trascorsa in ruoli apicali di aziende «bancarie o di settori analoghi». Requisiti più stringenti di quelli previsti per la figura del ceo (per cui è sufficiente un'esperienza maturata nei servizi finanziari) e assai più rigorosi di quelli previsti sei anni fa, anche perché se ne aggiunge un altro: l'indipendenza, che nei fatti esclude dai giochi vasta parte degli attuali consiglieri di UniCredit.

A che punto siamo? Dopo aver costruito un’ampia lista di papabili, gli advisor su incarico del Comitato nomine avrebbero provveduto a “setacciarla” in base ai requisiti Bce. Il risultato finale verrà sottoposto nei prossimi giorni di nuovo al comitato, e al momento tra i nomi figurerebbero quelli di Giovanni Castellaneta, Carlo Salvatori, Alberto Cribiore, Vittorio Terzi. Come si dice in questi casi, però, la situazione resta fluida.

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