Unicredit oltre le attese: alza stime sul 2023, vede utile a 6,5 miliardi
Primo trimestre da record con utili per 2,1 miliardi di euro. Gli analisti si attendevano 1,3 miliardi. I ricavi ammontano a 5,8 miliardi di euro, con un aumento del 56,5% anno su anno
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Unicredit archivia il primo trimestre da record con utili per 2,1 miliardi di euro. Gli analisti si attendevano 1,3 miliardi. I ricavi ammontano a 5,8 miliardi di euro, con un aumento del 56,5% anno su anno. «Pur rimanendo vigili, siamo anche fiduciosi di poter continuare a garantire, per il futuro prossimo, una crescita della redditività costante e di elevata qualità, con una base costi e costo del rischio strutturalmente ridotti», dice il ceo di Unicredit, Andrea Orcel a commento dei risultati del trimestre. «Finora l’Europa ha dimostrato una buona tenuta rispetto agli shock esogeni e ai periodi di maggiore incertezza. In Unicredit abbiamo previsto uno scenario macroeconomico difficile e ci siamo preparati rafforzando le linee di difesa e adottando azioni preventive al fine di salvaguardare la nostra performance futura», aggiunge.
I conti
I risultati di Unicredit riflettono una costante crescita di qualità, che si è sviluppata su tutte le leve principali in tutti i business, sostenuta da un margine di interesse di 3,3 miliardi, commissioni per 2,0 miliardi, costi pari a 2,3 miliardi e rettifiche su crediti di 0,1 miliardi. Al netto del contributo del Tltro, del Tiering e delle commissioni per eccesso di liquidità contabilizzate nel quarto trimestre, i ricavi netti sono cresciuti del 22,3% trimestre su trimestre e del 65,4% anno su anno, sostenuti dalla forza della rete commerciale e dai progressi compiuti nella trasformazione industriale. Le rettifiche sui crediti, pari a 0,1 miliardi nel primo trimestre, sono diminuite dell’82,5% trimestre su trimestre e hanno registrato un calo sostanziale anno su anno, anche per effetto delle rettifiche contabilizzate proattivamente a fronte delle esposizioni in Russia nel primo trimestre. Il gruppo ha solide linee di difesa e un portafoglio creditizio resiliente e di qualità, con un’elevata copertura sulle esposizioni deteriorate, nonché overlay già esistenti pari a 1,8 miliardi.
Guidance del costo del rischio invariata
Complessivamente, ciò si traduce in un costo del rischio strutturalmente basso pari a 8 punti base nel primo trimestre 2023 e una guidance del costo del rischio invariata di circa 30-35 punti base per l’anno. I costi operativi si sono attestati a 2,3 miliardi, ridotti del 5,8% trimestre su trimestre e dello 0,6% anno su anno. Il gruppo mantiene un’efficienza patrimoniale leader nel settore, con 111 punti base di generazione organica di capitale nel primo trimestre, che ha portato a un CET1 ratio contabile del 16,05%, già al netto della distribuzione approvata di 5,25 miliardi per il 2022 e del dividendo in contanti accantonato nel primo trimestre, in aumento rispetto al CET1 ratio di 14,91% del quarto trimestre. Ammontano a 3,4 i miliardi di euro di capitale generato organicamente. Le attività ponderate per il rischio (Rwa) sono state ridotte del 3,1% trimestre su trimestre, a 298,8 miliardi. Il Rote (il rendimento del patrimonio netto tangibile) è al 20,4%.
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