UniCredit osservata speciale, per analisti M&A possibile dopo fine guerra
Il Financial Times è tornato sull'ipotesi di un'aggregazione in Germania con Commerzbank, sottolineando che in ogni caso l'idea sarebbe tramontata con lo scoppio del conflitto
di Paolo Paronetto
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Unicredit rimane al centro dell'attenzione a Piazza Affari, mentre gli investitori valutano le opzioni a disposizione dei vertici del gruppo, anche in tema di M&A. Il titolo dell'istituto di Piazza Gae Aulenti limita il ribasso, facendo registrare una delle migliori prestazioni del comparto bancario in un FTSE MIB ampiamente in discesa. Il Financial Times è tornato sull'ipotesi di un'aggregazione in Germania con Commerzbank, già ventilata a più riprese negli ultimi anni, sottolineando che in ogni caso l'idea sarebbe tramontata con lo scoppio della guerra in Ucraina. «Crediamo che l'operazione avrebbe senso industriale dato che permetterebbe di realizzare sinergie in Germania, considerando le limitate sovrapposizioni tra Hvb», controllata locale di UniCredit, «e Commerzbank, prima che l'atteso completamento dell'unione bancaria consenta benefici più profondi a livello di gruppo», scrivono gli analisti di Intesa Sanpaolo.
«Sebbene UniCredit sia ufficialmente concentrata sulla sua strategia stand alone, che prevede una significativa distribuzione di capitale nel periodo 2022-2025 - aggiungono -, crediamo che l'M&A sia qualcosa di più che una semplice opzione per sostenere i target della strategia stand alone». «Ciononostante - proseguono - con il titolo in calo del 30% negli ultimi tre mesi riteniamo difficile che possano materializzarsi operazioni di M&A nel breve periodo». In ogni caso, concludono, «vista l'apertura del management nei confronti delle fusioni, sia nazionali che internazionali, crediamo che l'M&A potrà diventare una strategia più chiara nel futuro, ma non prima della fine della guerra tra Russia e Ucraina e di avere maggior chiarezza sui suoi impatti indiretti».
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