Unicredit valuta l'addio alla Turchia, per Mustier priorità al capitale
Dopo l’uscita dalla Polonia, Unicredit potrebbe rinunciare anche alla presenza in Turchia
di Alessandro Graziani
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2' di lettura
Dopo l'uscita dalla Polonia, dove era presente con Bank Pekao, UniCredit potrebbe ridimensionare ulteriormente il perimetro di grande banca paneuropea rinunciando anche alla presenza in Turchia. Il motivo, a detta degli analisti, sarebbe la priorità strategica che il ceo Jean Pierre Mustier assegna al rafforzamento del Cet1 del gruppo ben oltre i buffer di capitale richiesti dalla Vigilanza Bce.
Dopo i rumor su una imminente cessione della controllata turca YapiKredi emersi nel week end, nella mattina di lunedì' 25 UniCredit non ha smentito l'ipotesi di cessione precisando, con una nota ufficiale, che nell'ambito del nuovo piano industriale (che sarà' annunciato il prossimo 3 dicembre) UniCredit “ha in corso discussioni con il partner Koc Group su una potenziale evoluzione dell'attuale joint venture in Turchia”.
La presenza di Unicreditnella banca turca è articolata attraverso una quota del 50% del capitale nella joint venture Koc Financial Services, a cui fa capo l'82% del capitale della banca Yapi Kredi. Secondo un report degli analisti di Citigroup del week end, “il book value della quota di UniCredit in YapiKredi era di 1.3 miliardi alla fine del 2018”. Sempre secondo Citi, UniCredit aveva finanziamenti infragruppo a favore di YapiKredi e sue controllate per 1,8 miliardi a metà 2019, con obiettivo prefissato di ridurre i finanziamenti a 1,2 miliardi entro il 2020. Gli rwa (risk weighted assets) attribuibili alla quota di UniCredit in Yapi ammontano a circa 23 miliardi alla fine del terzo trimestre del 2019.
Secondo la sector analist di Citi Azzurra Guelfi, la cessione della quota in YapiKredi potrebbe impattare in positivo sul Cet1 in un range compreso tra 50-80 punti e in negativo determinando una riduzione del 10% degli utili per azione. «Crediamo ne il mercato potrebbe vedere positivamente una possibile cessione - scrive Guelfi nel report - perché' malgrado la riduzione degli utili futuri UniCredit potrebbe beneficiare di maggiore capitale disponibile come buffer per ristrutturazioni e richieste regolatoria, oltre a ridurre il suo costo del capitale». Servirà tempo per capire se poi la riduzione del perimetro di attività' e l'incremento dei ratios patrimoniali serviranno a fare “bella” UniCredit in vista di un merger con una banca della “core Europe”. Il nuovo piano triennale che Mustier presenterà' il 3 dicembre sarà' necessariamente stand alone. Poi si vedrà.
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