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Unicredit-SocGen: per i broker l'alleanza ha poche chance

di Andrea Fontana

(AFP)

2' di lettura

Unicredit e Societe Generale salgono in Borsa ma le case di investimento assegnano poche chance all'ipotesi di aggregazione tra i due istituti che peraltro è stata smentita dal gruppo francese. Le azioni Unicredit, partite con un rialzo del 3%, hanno limitato i guadagni proseguendo comunque nel recupero dopo il -18% accusato in due settimane per le turbolenze legate al tortuoso percorso di formazione del nuovo Governo in Italia.

Per i francesi, accordo su contenziosi Libor e Libia
Le Societe Generale sono le migliori a Parigi, con un guadagno dell'1,7%, ma l'andamento del titolo è più che altro attribuita alla reazione positiva degli investitori agli accordi di principio raggiunti con il Dipartimento di Giustizia Usa, con la Commodity Futures Trading Commission degli Stati Uniti e con Parquet National Financier per risolvere le questioni aperte relative allo scandalo Libor e alle indagini sulle transazioni con controparti libiche.

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L'istituto francese, che aveva a suo tempo fatto accantonamenti in vista dell'impatto dei due procedimenti, ha confermato che i due accordi non avranno impatto sui conti.

Analisti C. Suisse: prezzi e sinergie nodi difficili da superare
Per quanto riguarda invece le indiscrezioni riportate dal Financial Times sulle valutazioni in corso da entrambe le parti per una aggregazione Unicredit-SocGen, i broker mostrano più di una perplessità.

Per gli analisti di Credit Suisse, le probabilità dell'operazione non sembrano essere molto aumentate alla luce della recente volatilità in Italia anche se l'aggregazione è stata presa in considerazione diverse volte negli ultimi anni: il piano al 2020 del gruppo francese punta a un ritorno sugli asset tangibili dell'11.5% e per gli analisti svizzeri difficilmente gli azionisti di SocGen si accontenterebbero di una valutazione troppo inferiore il proprio valore di libro nonostante in Borsa il titolo tratti a 0,7 volte tale valore. «La mancanza di sovrapposizioni con Unicredit - conclude Credit Suisse - limiterebbe le sinergie dell'aggregazione».

Mediobanca Securities: i due gruppi non pronti per una fusione
Per gli analisti di Mediobanca Securities, i due gruppi non sembrano pronti per una operazione di questo tipo e inoltre è probabile che gli azionisti dell'istituto italiano vogliano ottenere un ritorno in tempi non troppo lunghi visto il capitale in eccesso: alla luce della situazione italiana incerta, delle regole europee da completare in materia bancaria e del percorso stesso di Unicredit «riteniamo che l'operazione non sia né desiderabile né apportatrice di benefici per il titolo». Sulla stessa linea Equita Sim: «Restiamo convinti che, fino all`effettiva introduzione di un sistema di garanzia unica a livello europeo sui depositi, i merger cross border restino opzioni molto difficili da realizzare». Per la casa di investimento italiana, il primo elemento di perplessità è legato alle sinergie alla luce delle scarse sovrapposizioni territoriali: «I deal cross border solitamente generano limitate sinergie da costo specie in caso di assenza di sovrapposizione territoriale nei mercati core, eventuali risparmi si possono generare solo in alcuni business (corporate)».

(Il Sole 24 Ore Radiocor )

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