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Unioncamere: brevetti italiani in Europa, (un po’) meno depositi ma più qualità

Secondo i dati forniti da Epo un mese fa, nel 2022, l’Italia ha leggermente calato le domande (-1,1% sul 2021). Tuttavia, come ha elaborato Unioncamere, tra quelle depositate nei mesi e anni scorsi, quelle pubblicate, che hanno superato il vaglio di affidabilità degli ispettori europei, sono cresciute del 5 per cento. Milano, la città degli inventori. L’incremento maggiore, a Chieti

di Laura Cavestri

(IMAGOECONOMICA)

3' di lettura

Crescono le domande di brevetto italiane pubblicate – cioè quelle non ritirate e/o che passano il primo esame presso i severi uffici dell’Ente europeo per i brevetti di Monaco, l’Epo. Se nel 2022, secondo i dati pubblicati un mese fa dalla stessa Epo, le domande di brevetto giunte in Germania dall’Italia erano arrivate a 4864 (in leggera flessione, -1,1% rispetto a quelle 2021), quelle pubblicate – cioè che nel 2022 hanno passato la prima scrematura – hanno toccato quota 4773, 218 in più di quelle del 2021, con una crescita del 5 per cento. Aldilà dei numeri, significa che cresce la “qualità” e la “solidità” delle richieste di riconoscimento di proprietà intellettuale dall’Italia verso l’ente europeo.
È la fotografia scattata da Unioncamere, sulla base dei dati forniti proprio da Epo.

LA FOTOGRAFIA
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La mappa delle province

Con 726 domande nel 2022, Milano si conferma la regina del Paese per il numero delle nuove invenzioni brevettate in Europa. Seguono le province di Torino e Bologna, entrambe con 314 domande di brevetto l’anno scorso, quindi Roma (252), Treviso (198), Vicenza (174) e Monza Brianza (172). La Capitale è l’unica provincia del centro che entra nella lista delle “top ten”. Nel loro insieme, con 2.595 domande, le prime dieci concentrano il 54% delle domande complessive. Nelle prime 20 posizioni, che concentrano il 73% delle domande pubblicate nel 2022 (3.469), e sono saldamente occupate da province del Nord, troviamo anche Firenze (12°), Pisa (16°) e Napoli (20°).

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LA CLASSIFICA
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L’anno scorso, l’88% delle domande pubblicate (4.188) proviene dalle imprese, il 5% dagli Enti di ricerca e dalle Università, e il restante 7% dagli inventori privati.Ed è proprio lo sviluppo delle capacità innovative delle imprese a fare la differenza. I brevetti provenienti dal settore produttivo sono cresciuti del 7% rispetto al 2021, segno di una forte accelerazione sul fronte dell'innovazione radicale dei prodotti.

I settori

Le tecnologie della meccanica e dei mezzi di trasporto continuano a fare la parte da leone del Made in Italy: le domande di brevetto europeo in questi settori tecnologici sono 1.910 nel 2022, il 40% del totale, e crescono considerevolmente (+124 rispetto al 2021, con un aumento del 7 per cento).

Rispetto all’anno precedente, aumentano anche le domande di brevetto sulle nuove tecnologie di strumentazione e controllo (+76, con una crescita del 12 per cento) e quelle relative all’elettricità e all’elettronica (+68, con una crescita del 14 per cento).
Guardando alle domande italiane nell’ambito delle Key Enabling Technologies (KET), che, per la loro applicazione ad un gran numero di attività produttive sono fondamentali per la competitività delle imprese, con un totale di 985 pubblicazioni dell’Epo, queste hanno raggiunto il 21% del totale, con un aumento dell’8% rispetto al 2021.
Con 752 domande, quelle della manifattura avanzata rappresentano oltre il 76% delle KET.

Infine, le domanda italiane di brevetti con tecnologie green aumentano invece del 23% rispetto al 2021. Di queste, il 29% fa riferimento a quelle per la gestione e il trattamento dei rifiuti, cresciute del 22% l’anno scorso.
Le altre tecnologie verdi che hanno manifestato una dinamica notevole sono quelle per le energie alternative (+72%) e quelle relative al design dei prodotti (+66 per cento).

«L'Italia sta facendo bene sul fronte dell'innovazione. Probabilmente anche per effetto delle misure previste dal Pnrr, le nostre imprese stanno accelerando – ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete –. Il dinamismo dimostrato da Milano negli anni, del resto, conferma la bontà della scelta di assegnare alla città la sede del Tribunale dei brevetti europeo. È un giusto riconoscimento alla capacità di tutte le aziende e i centri di ricerca del territorio».

Quanto brevettano le donne?

Nonostante la quota di donne inventrici sia aumentata costantemente nel tempo, in Europa solo il 13,2% degli inventori sono donne.
«Tra gli Stati contraenti – ha sottolineato Daniela Ampollini, avvocato partner dello studio Trevisan & Cuonzo – la percentuale di inventrici più alta si registra in Lettonia (30,6%), Portogallo (26,8%), Croazia (25,8%), Spagna (23,2%) e Lituania (21,4%), mentre quella più bassa in Austria (8,0%), Germania (10,0%) e Paesi Bassi (11,9%.). L'Italia (14,3%) si colloca appena al di sopra della media».

Il settore chimico si qualifica come quello che presenta una partecipazione femminile più alta (circa il 22%), quattro volte superiore a quella registrata per il settore dell'ingegneria meccanica (5,2 per cento). Questo perchè all’interno della chimica, sono ricomprese le biotecnologie e l’industria farmaceutica (rispettivamente, 30,7% e 30,2%), seguiti dalla chimica alimentare (28,1%).

La percentuale di inventrici aumenta quando l’invenzione è frutto di un lavoro non individuale ma di squadra e risulta notevolmente più alta nelle università e nelle organizzazioni pubbliche di ricerca (compresi gli ospedali, le organizzazioni senza scopo di lucro e le agenzie governative),dove è quasi pari al doppio (19,4%) rispetto ai contesti aziendali (10 per cento).


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