ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùVerso la vendemmia

Unione italiana vini: peronospora sempre più diffusa. A rischio soprattutto i vigneti bio 

Più colpite Puglia, Basilicata e dorsale adriatica, ma criticità (dovute anche a piogge altri problemi fitoanitari) in Lazio, Umbria, Sicilia Veneto e Lombardia.

di Giorgio dell’Oreficie

(Adobe Stock)

3' di lettura

Tra i vigneti è allarme peronospora. Il fungo che colpisce la vite, dopo due anni di assenza causa siccità, è ricomparso con le piogge di tarda primavera e sta gettando un'ombra sulla prossima vendemmia. A lanciare l'allarme una settimana fa erano stati il docente di Viticoltura ed enologia dell'Università di Milano, Attilio Scienza e il presidente degli enologi, Riccardo Cotarella.

A scendere in campo oggi è l’Unione italiana vini che stima perdite previste in alcune aree per la prossima vendemmia, fino a un meno 40%.La previsione è stata tratteggiata dall’Osservatorio di Unione italiana vini (Uiv) attraverso le interviste alle imprese del vino compiute sui territori.

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Maggiormente colpita, in generale, la viticultura biologica che, in alcune aree, risulta fortemente compromessa, mentre le regioni più danneggiate sono quelle della dorsale adriatica, a partire da Abruzzo e Molise con perdite fino al 40%, ma anche molti areali di Marche, Basilicata e Puglia che si affacciano alla vendemmia con cali previsti nell’ordine del 25-30%.

Complicata la situazione anche in Umbria, Lazio e Sicilia, specie nel trapanese, mentre in Romagna sono ancora da valutare gli effetti dell’alluvione, in particolare del fango nei vigneti.
«In generale – ha detto il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi – la stagione pre-vendemmiale era partita bene un po’ ovunque, poi da maggio in avanti la situazione si è guastata. Siamo passati repentinamente dal problema degli stock in eccesso - attualmente confermato con le Dop in eccedenza a +9% sullo scorso anno - a uno scenario di probabile importante riduzione dei volumi di raccolta previsti in diverse regioni».

L’Osservatorio dell'Unione italiana vini ha inoltre definito un quadro della situazione fitosanitaria dei vigneti regione per regione. Non si segnalano grandi criticità in Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna (dove non si segnalano presenze di peronospora ma restano le problematiche legate all'alluvione).

In Lombardia si registrano problematiche di peronospora ma su una produzione tendenzialmente abbondante. Al momento si stima un calo produttivo del 5%.
In Veneto finora si sono registrato soprattutto danni legati alla grandine che in alcune specifiche e circoscritte aree hanno portato anche a cali produttivi del 50%, ma nel complesso la produzione regionale si prevede particolarmente abbondante.
In Toscana a causa delle forti piogge a maggio, la peronospora è presente e si registrano difficoltà di accesso ai vigneti per i trattamenti. Per ora si prevede una riduzione su una produzione che si annunciava comunque abbondante (in media 10% di infezioni). Riportati problemi anche di botrite e grandinate locali.

Dove si cominciano a notare difficoltà rilevanti è al Centro Sud e in particolare lungo la dorsale Adriatica.«In Umbria – spiegano all’Uiv – la pressione è molto forte, con cali dal 10 al 15%, con punte fino al 30%. La produzione iniziale prevista era abbondante, quindi si dovrebbe arrivare a una raccolta nella norma. In Abruzzo e Molise la peronospora ha attaccato in forma importante entrambe le regioni e si stima un calo di produzione del 30-40 % sulle uve convenzionali (50-60% in Molise), mentre si arriva anche al 70-80% sulle uve biologiche. Il danno maggiore sembra comunque subìto dalle varietà a bacca rossa, non trattate perché al momento dell’attacco erano ancora in fase primordiale, nelle zone collinari».

Andamento analogo anche nelle Marche dove si profila un'annata di scarsa produzione (-20%) rispetto al 2022 mentre una flessione del 25% circa è attesa nel Lazio.
Dove la situazione diventa davvero critica è tra Puglia e Basilicata. In Puglia la peronospora si è diffusa sia a Nord (dove è diffuso il sistema di coltivazione “a tendone”) che a Sud con cali attesi di almeno il 25%. Forte impatto del fungo nel Vulture, in Basilicata dove in alcuni areali si stima un crollo produttivo del 60%.Infine, in Sicilia la peronospora è diffusa, soprattutto nel Trapanese dove si stima un calo della produzione tra il 10 e il 15%.

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