Finanziamenti

Università, fondi al top da 15 anni. Nel 2021 sfiorano gli 8,4 miliardi

Grazie alle misure anti-pandemia aumenta il finanziamento statale: cala il peso della spesa storica mentre salgono la quota «premiale» e lo spazio per i costi standard

di Eugenio Bruno

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3' di lettura

L’estate più torrida di sempre porta in dote agli atenei italiani un Ffo da record. Grazie alle integrazioni emergenziali volute dalla legge di bilancio, dal decreto Sostegni di marzo e dal Sostegni-bis di maggio il Fondo di finanziamento ordinario delle università nel 2021 sfiora gli 8,4 miliardi. Quasi 500 milioni in più dell’anno scorso e, soprattutto, oltre un miliardo in più rispetto alla stagione dei “tagli” di un decennio fa. La conferma arriva dal decreto a firma della ministra Cristina Messa che - dopo i pareri di rito del Cun, della Crui, dell’Anvur e del Consiglio degli studenti universitari - è stato inviato alla Corte dei conti per la registrazione. Una volta incassato l’ok il ministero potrà procedere alla ripartizione istituzione per istituzione.

Più fondi premiali

Al di là dell’importo complessivo - che rappresenta il punto di massimo dei finanziamenti negli ultimi 15 anni, come conferma il grafico pubblicato qui sotto - il primo elemento che balza agli occhi guardando il Dm di riparto del Ff0 2021 è l’aumento della quota slegata dalla “vecchia” spesa storica. E ciò per l’effetto combinato di due fattori.

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Da un lato, è intervenuto l’aumento della quota premiale che per la prima volta raggiunge il 30% dei fondi da distribuire e sale a 2,22 miliardi contro gli 1,94 del 2020. Non per una scelta politica del nuovo esecutivo o della nuova ministra rispetto ai suoi predecessori, bensì per l’incremento progressivo disposto a suo tempo dal Dl 69/2013. Ferma restando la ripartizione 60% in base ai risultati della Valutazione della qualità della ricerca (ancora la Vqr 2011-2014 mentre dal 2022 si comincerà a usare la Vqr 2015-19, ndr), 20% in base alle politiche di reclutamento e 20% in base agli indicatori fissati dalle linee guida per la programmazione triennale.

IL TREND DEGLI STANZIAMENTI
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Dall’altro lato, è invece diminuita da 4,21 a 4,18 miliardi la quota base del fondo di Ffo, quella cioè che si trascina da un anno all’altro. Di questi 4,18 miliardi, poco più di 2 sono parametrati sulla base della spesa storica e dell’intervento perequativo da 175mila euro, mentre gli altri 1,8 miliardi vanno ripartiti sulla base del più efficiente costo standard per studente. Costo standard che, sempre per effetto di vecchie norme, è salito dal 28 al 30 per cento.

Le risorse per i tutorati

Passando alle altre voci, ce n’è una che fotografa più delle altre lo stato pandemico in atto. Sono i 40 milioni aggiuntivi per l’attività di orientamento e tutorato a beneficio degli studenti, nonché per gli interventi di recupero e inclusione, anche con riferimento agli allievi con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento che sono stati stanziati dal Dl Sostegni-bis. Perché è vero che ci avviamo a un anno accademico 2021/22 da svolgere «prioritariamente in presenza», con le porte degli atenei aperte per tutti gli studenti vaccinati, ma un anno e mezzo di didattica mista a distanza/in presenza ha lasciato i ragazzi più disorientati di prima.

Studenti che, anche grazie a quei 40 milioni, vedono crescere la dote loro destinata dai 528 milioni del Ffo 2020 ai 637,2 del 2021. Un plafond che include gli 83,2 milioni della doppia proroga per i dottori di ricerca che si sono visti prolungare la borsa a causa del Covid-19. Un accenno lo meritano, infine, i giovani ricercatori e le risorse per i bandi Rita Levi Montalcini che, in 12 mesi, salgono da 7 a 8,5 milioni.

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